Le patologie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nei Paesi industrializzati. Per combattere tali patologie possono essere pianificate strategie preventive che tengono conto dei maggiori fattori di rischio, quali ipercolesterolemia e ipertensione. Questi fattori sono legati in parte allo stile di vita, comprese le abitudini alimentari, e possono quindi essere influenzati da opportuni interventi dietetici. Molti studi condotti negli ultimi anni si sono focalizzati su peptidi ad azione antiipertensiva, ottenuti da differenti proteine vegetali e animali [1,2]. Studi in vitro e in vivo hanno dimostrato come questi peptidi svolgano un’azione diretta sull’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), l’enzima chiave nella regolazione dei livelli pressori nell’organismo umano. Essi si legano a livello del sito attivo dell’enzima e competono in modo diretto con l’angiotensina I esplicando un’azione inibitoria. I peptidi ACE-inibitori, come parte integrante di un alimento nutraceutico, hanno un interesse funzionale nel mantenimento di un buono stato di salute: essi non solo conferiscono un valore aggiunto all’alimento in cui sono presenti, ma esplicano anche un effetto fisiologico nell’organismo umano [3]. La valutazione dell’attività ACE-inibitoria di peptidi potenzialmente bioattivi viene effettuata, principalmente, mediante tecniche spettrofotometriche basate sull’utilizzo del tripeptide modello hippuryl-histidyl-leucine (HHL) [4]. Essendo la tecnica spettrofotometrica affetta da problemi di bassa specificità e sensibilità, è necessario sviluppare metodi più accurati per una determinazione quantitativa del grado di inibizione dell’enzima ACE. Questo è soprattutto importante quando si testano peptidi o miscele peptidiche ottenute da fonti alimentari, che possono contenere degli interferenti. Scopo del lavoro è stato quindi quello di sviluppare un metodo in cromatografia liquida per la valutazione quantitativa dell’attività ACE-inibitoria. Sono state inizialmente ottimizzate le diverse variabili del saggio quali tampone di reazione, tempo e temperatura della reazione enzimatica, concentrazione del substrato e dell’enzima, che influenzano il saggio stesso. Quindi sono state messe a punto le condizioni cromatografiche dell’analisi sia in HPLC con rivelatore DAD, sia in nano-HPLC interfacciato con uno spettrometro di massa a trappola ionica. Il metodo è stato validato utilizzando molecole note per la loro attività ACE-inibitoria, in particolare i farmaci captopril, enalapril, lisinopril, e i tripeptidi IPP e VPP. In seguito sono state analizzate miscele peptidiche provenienti dalla digestione enzimatica di differenti proteine vegetali. 1. V. VERMEIRSSEN, J. VAN CAMP, K. DECROOS, ET AL. J. DAIRY SCI. 86, 429-438 (2003). 2. E. ROTIMI J. AOAC International 91, 947-956 (2008). 3. H. FUJITA, K. YOKOYAMA, M. YOSHIKAWA, ET AL. J. Food Sci. 65, 564-569 (2000). 4. D.W. CUSHMAN, H.S. CHEUNG Bio. Pharm. 20, 1637-1648 (1971).
Valutazione dell’attività ACE-inibitoria di proteine vegetali : messa a punto di un metodo in cromatografia liquida / G. Boschin, E. Sirtori, G. Scigliuolo, D. Resta, A. Arnoldi. ((Intervento presentato al 8. convegno Congresso Nazionale di Chimica degli Alimenti tenutosi a Marsala nel 2010.
Valutazione dell’attività ACE-inibitoria di proteine vegetali : messa a punto di un metodo in cromatografia liquida
G. BoschinPrimo
;E. SirtoriSecondo
;D. RestaPenultimo
;A. ArnoldiUltimo
2010
Abstract
Le patologie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nei Paesi industrializzati. Per combattere tali patologie possono essere pianificate strategie preventive che tengono conto dei maggiori fattori di rischio, quali ipercolesterolemia e ipertensione. Questi fattori sono legati in parte allo stile di vita, comprese le abitudini alimentari, e possono quindi essere influenzati da opportuni interventi dietetici. Molti studi condotti negli ultimi anni si sono focalizzati su peptidi ad azione antiipertensiva, ottenuti da differenti proteine vegetali e animali [1,2]. Studi in vitro e in vivo hanno dimostrato come questi peptidi svolgano un’azione diretta sull’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), l’enzima chiave nella regolazione dei livelli pressori nell’organismo umano. Essi si legano a livello del sito attivo dell’enzima e competono in modo diretto con l’angiotensina I esplicando un’azione inibitoria. I peptidi ACE-inibitori, come parte integrante di un alimento nutraceutico, hanno un interesse funzionale nel mantenimento di un buono stato di salute: essi non solo conferiscono un valore aggiunto all’alimento in cui sono presenti, ma esplicano anche un effetto fisiologico nell’organismo umano [3]. La valutazione dell’attività ACE-inibitoria di peptidi potenzialmente bioattivi viene effettuata, principalmente, mediante tecniche spettrofotometriche basate sull’utilizzo del tripeptide modello hippuryl-histidyl-leucine (HHL) [4]. Essendo la tecnica spettrofotometrica affetta da problemi di bassa specificità e sensibilità, è necessario sviluppare metodi più accurati per una determinazione quantitativa del grado di inibizione dell’enzima ACE. Questo è soprattutto importante quando si testano peptidi o miscele peptidiche ottenute da fonti alimentari, che possono contenere degli interferenti. Scopo del lavoro è stato quindi quello di sviluppare un metodo in cromatografia liquida per la valutazione quantitativa dell’attività ACE-inibitoria. Sono state inizialmente ottimizzate le diverse variabili del saggio quali tampone di reazione, tempo e temperatura della reazione enzimatica, concentrazione del substrato e dell’enzima, che influenzano il saggio stesso. Quindi sono state messe a punto le condizioni cromatografiche dell’analisi sia in HPLC con rivelatore DAD, sia in nano-HPLC interfacciato con uno spettrometro di massa a trappola ionica. Il metodo è stato validato utilizzando molecole note per la loro attività ACE-inibitoria, in particolare i farmaci captopril, enalapril, lisinopril, e i tripeptidi IPP e VPP. In seguito sono state analizzate miscele peptidiche provenienti dalla digestione enzimatica di differenti proteine vegetali. 1. V. VERMEIRSSEN, J. VAN CAMP, K. DECROOS, ET AL. J. DAIRY SCI. 86, 429-438 (2003). 2. E. ROTIMI J. AOAC International 91, 947-956 (2008). 3. H. FUJITA, K. YOKOYAMA, M. YOSHIKAWA, ET AL. J. Food Sci. 65, 564-569 (2000). 4. D.W. CUSHMAN, H.S. CHEUNG Bio. Pharm. 20, 1637-1648 (1971).Pubblicazioni consigliate
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