L’ambiente fluviale del Parco del Ticino, pur conservando una situazione di grande pregio naturalistico, ha vissuto delle modificazioni che hanno alterato l’originale habitat fluviale. La presenza di sbarramenti che impediscono i flussi migratori, i quali avvengono soprattutto nella stagione riproduttiva, l’introduzione di specie esotiche dotate di una maggiore adattabilità alle nuove condizioni ambientali, l’alterazione dell’habitat fluviale e la comparsa di una notevole quantità di uccelli ittiofagi ha prodotto una riduzione della numerosità delle specie ittiche autoctone. La produzione di materiale da ripopolamento utilizzando come riproduttori pesci prelevati direttamente nel luogo di semina consente di non alterare il patrimonio genetico tipico dell’ambiente che si intende ripopolare. In passato ripopolamenti fatti utilizzando pesci acquistati da luoghi distanti ha causato sia l’introduzione accidentale di specie esotiche, sia la contaminazione genetica specie autoctone tipiche bacino del Ticino. Il parco del Ticino ha dunque avviata da parecchi anni una campagna di ripopolamenti ittici di specie di pregio utilizzando esclusivamente materiale autoprodotto, ottenuto dalla riproduzione artificiale di pesci prelevati dall’ambiente del parco e stabulati in apposite vasche che riproducono l’ambiente naturale. Malgrado ciò alcune specie ittiche non sono in grado di completare il loro ciclo riproduttivo in cattività. In questo ambito si inserisce l’attività del Dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute, Produzione animale e Sicurezza Alimentare, le cui conoscenze in ambito di fisiologia riproduttiva e stimolazione ormonale delle specie ittiche e tecniche di svezzamento larvale consentono di superare le criticità emerse durante la riproduzione di alcune specie ittiche. Negli ultimi anni sono state affinate le tecniche e i protocolli per la riproduzione di trota marmorata, luccio, barbo, lasca, savetta, pigo tinca e storione cobice, ottenendo risultati promettenti e garantendo una produzione di novellame di qualità, riuscendo a seminare pesci che hanno già superato le prime fasi di vita e che quindi hanno una maggiore possibilità di sopravvivere nell’ambiente naturale.

La riproduzione controllata delle specie ittiche di particolare pregio faunistico del Parco del Ticino, finalizzata a interventi di ripopolamento e reintroduzione / M. Vasconi, V.M. Moretti - In: Il patrimonio faunistico del Parco del Ticino negli anni 2000 / [a cura di] F. Casale, D. Sala, A. Bellani. - Seveso : Fondazione Lombardia per L'ambiente, 2013. - ISBN 978-88-8134-117-7. - pp. 99-104

La riproduzione controllata delle specie ittiche di particolare pregio faunistico del Parco del Ticino, finalizzata a interventi di ripopolamento e reintroduzione

M. Vasconi;V.M. Moretti
2013

Abstract

L’ambiente fluviale del Parco del Ticino, pur conservando una situazione di grande pregio naturalistico, ha vissuto delle modificazioni che hanno alterato l’originale habitat fluviale. La presenza di sbarramenti che impediscono i flussi migratori, i quali avvengono soprattutto nella stagione riproduttiva, l’introduzione di specie esotiche dotate di una maggiore adattabilità alle nuove condizioni ambientali, l’alterazione dell’habitat fluviale e la comparsa di una notevole quantità di uccelli ittiofagi ha prodotto una riduzione della numerosità delle specie ittiche autoctone. La produzione di materiale da ripopolamento utilizzando come riproduttori pesci prelevati direttamente nel luogo di semina consente di non alterare il patrimonio genetico tipico dell’ambiente che si intende ripopolare. In passato ripopolamenti fatti utilizzando pesci acquistati da luoghi distanti ha causato sia l’introduzione accidentale di specie esotiche, sia la contaminazione genetica specie autoctone tipiche bacino del Ticino. Il parco del Ticino ha dunque avviata da parecchi anni una campagna di ripopolamenti ittici di specie di pregio utilizzando esclusivamente materiale autoprodotto, ottenuto dalla riproduzione artificiale di pesci prelevati dall’ambiente del parco e stabulati in apposite vasche che riproducono l’ambiente naturale. Malgrado ciò alcune specie ittiche non sono in grado di completare il loro ciclo riproduttivo in cattività. In questo ambito si inserisce l’attività del Dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute, Produzione animale e Sicurezza Alimentare, le cui conoscenze in ambito di fisiologia riproduttiva e stimolazione ormonale delle specie ittiche e tecniche di svezzamento larvale consentono di superare le criticità emerse durante la riproduzione di alcune specie ittiche. Negli ultimi anni sono state affinate le tecniche e i protocolli per la riproduzione di trota marmorata, luccio, barbo, lasca, savetta, pigo tinca e storione cobice, ottenendo risultati promettenti e garantendo una produzione di novellame di qualità, riuscendo a seminare pesci che hanno già superato le prime fasi di vita e che quindi hanno una maggiore possibilità di sopravvivere nell’ambiente naturale.
Riproduzione ; specie ittiche autoctone ; ripopolamenti
Settore AGR/19 - Zootecnica Speciale
2013
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