Soltanto lo 0,2 % della superficie terrestre e coperta da aree urbane ma il 47% della popolazione mondiale ed il 73% di quella europea vive in aree densamente popolate caratterizzate da quadri ambientali generalmente degradati (A. Matzarakis). Lo studio dei contesti urbani trova quindi ampia giustificazione nel quadro attuale e nella tendenza, ormai irreversibile, alla crescente concentrazione delle attività umane in ambiti ad alta densità abitativa. La città costituisce quindi un modello di riferimento fondamentale per valutare l’impatto che i disastri naturali possono esercitare su strutture, infrastrutture e sulla popolazione in generale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità dedica crescente importanza ai disastri naturali con specifica attenzione per gli eventi meteoclimatici a carattere estremo ove si evidenziano precise connessioni con la salute pubblica, sia dirette, sia indirette in quanto espressione di code macro e microepidemiologiche al seguito degli eventi stessi. Su un piano sottostante si colloca il concetto di benessere psico-fisico, anch’esso legato all’estrinsecarsi di eventi meteoclimatici in generale ed estremi in particolare ma che, tuttavia, non esaurisce il molteplice insieme di fattori che concorrono a generarlo. La stessa OMS definisce cosa deve intendersi per salute: “lo stato di benessere fisico, mentale e sociale ottimale, e non soltanto l’assenza di malattie o di infermità”. Il well-being è quindi una espressione generale che coinvolge la sfera psicologica e quella fisica dell’individuo che va a legarsi con un rilevante numero di profili ambientali, siano essi di derivazione naturale oppure indotti dall’attività antropica, con i quali lo stesso individuo interagisce con diversi gradi di consapevolezza; il benessere è, in ultima analisi, una definizione sufficientemente valida per valutare la concordanza euritmica tra l’ambiente in cui l’individuo vive ed il profilo psico-fisico che ne consegue. Trattasi di un modello che trova massima espressione se applicato alla città, una metafora complessa che racchiude qualità della vita, benessere e malessere psicofisico, patologia, cioè le diverse caratterizzazioni della salute umana. In questo contributo saranno messi in luce aspetti, problematiche e proposte applicative per un modello di città finalizzato all’accrescimento del benessere psicofisico in generale.
La città come modello bioclimatico ed ambientale nella valutazione del benessere psicofisico. Problematiche e proposte applicative / U. Solimene, V. Condemi, A. Brugnoli. ((Intervento presentato al convegno World Meteorological Day 2006, Preventing and Mitigating Natural Disasters - Eventi meteoclimatici estremi in ambiente urbano tenutosi a Milano nel 2006.
La città come modello bioclimatico ed ambientale nella valutazione del benessere psicofisico. Problematiche e proposte applicative
U. SolimenePrimo
;V. CondemiSecondo
;
2006
Abstract
Soltanto lo 0,2 % della superficie terrestre e coperta da aree urbane ma il 47% della popolazione mondiale ed il 73% di quella europea vive in aree densamente popolate caratterizzate da quadri ambientali generalmente degradati (A. Matzarakis). Lo studio dei contesti urbani trova quindi ampia giustificazione nel quadro attuale e nella tendenza, ormai irreversibile, alla crescente concentrazione delle attività umane in ambiti ad alta densità abitativa. La città costituisce quindi un modello di riferimento fondamentale per valutare l’impatto che i disastri naturali possono esercitare su strutture, infrastrutture e sulla popolazione in generale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità dedica crescente importanza ai disastri naturali con specifica attenzione per gli eventi meteoclimatici a carattere estremo ove si evidenziano precise connessioni con la salute pubblica, sia dirette, sia indirette in quanto espressione di code macro e microepidemiologiche al seguito degli eventi stessi. Su un piano sottostante si colloca il concetto di benessere psico-fisico, anch’esso legato all’estrinsecarsi di eventi meteoclimatici in generale ed estremi in particolare ma che, tuttavia, non esaurisce il molteplice insieme di fattori che concorrono a generarlo. La stessa OMS definisce cosa deve intendersi per salute: “lo stato di benessere fisico, mentale e sociale ottimale, e non soltanto l’assenza di malattie o di infermità”. Il well-being è quindi una espressione generale che coinvolge la sfera psicologica e quella fisica dell’individuo che va a legarsi con un rilevante numero di profili ambientali, siano essi di derivazione naturale oppure indotti dall’attività antropica, con i quali lo stesso individuo interagisce con diversi gradi di consapevolezza; il benessere è, in ultima analisi, una definizione sufficientemente valida per valutare la concordanza euritmica tra l’ambiente in cui l’individuo vive ed il profilo psico-fisico che ne consegue. Trattasi di un modello che trova massima espressione se applicato alla città, una metafora complessa che racchiude qualità della vita, benessere e malessere psicofisico, patologia, cioè le diverse caratterizzazioni della salute umana. In questo contributo saranno messi in luce aspetti, problematiche e proposte applicative per un modello di città finalizzato all’accrescimento del benessere psicofisico in generale.File | Dimensione | Formato | |
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