In Italia assistiamo a una trasformazione demografica che porta a un aumento progressivo della popolazione anziana e a una conseguente modifica dei bisogni legati alla salute e alla cura di questa. Anche a seguito della pandemia da Covid-19 del ripensamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in termini territoriali e dello sviluppo delle ITC assistiamo ad un generale aumento dell’applicazione di dispositivi di telecomunicazione in diversi ed eterogenei ambiti, tra cui quelli di cura del paziente anziano e, nello specifico, attraverso le pratiche di telemedicina. A partire dall’analisi di alcune interviste semi-strutturate individuali, volte a raccogliere le narrazioni di testimoni privilegiati tra cui i professionisti della riabilitazione, nell’ambito della ricerca “La prospettiva dell’anziano, del professionista sanitario e del caregiver sulla teleriabilitazione. Uno studio qualitativo” (APCARE.TE), ancora in corso, volta ad indagare i differenti bisogni educativi e formativi di anziani, dei loro caregiver e dei professionisti sanitari in merito alla fruizione ed erogazione di servizi di riabilitazione a distanza, nel contributo si approfondiranno e discuteranno alcuni aspetti legati alla teleriabilitazione come pratica sociomateriale complessa (Latour, 2007). La pratica di riabilitazione a distanza sembra “chiedere” al fisioterapista di trasformare profondamente il proprio agire e dunque anche il ruolo, l’intervento di cura stesso, il rapporto con il paziente, il setting di lavoro, le relazioni con l’organizzazione e gli attori in campo. Da alcune delle narrazioni dei professionisti emerge come riabilitare il paziente anziano, nell’ottica dell’empowering (Massaro et al, 2023) e attraverso l’attivazione e la messa in campo quotidiana di processi di teleriabilitazione, non sia riducibile a una banale questione di mediazione tecnologica. La riabilitazione a distanza (sincrona, asincrona, blended) si caratterizza piuttosto dall’essere un processo eterogeneo e articolato che comporta non solo una serie di modificazioni legate alla presenza delle tecnologie (ITC) e ai cambiamenti in termini di digitalizzazione del SSN, che già di per sé richiedono una trasformazione di molti degli elementi tradizionalmente in gioco nella seduta riabilitativa, ma soprattutto produce anche inevitabili mutamenti concreti a livello del fare quotidiano del professionista (procedure, protocolli e strategie di lavoro, relazione con il paziente e il suo ambiente di vita, necessità organizzative e dell’organizzazione, ecc.) e degli apprendimenti, dei significati e dei saperi in gioco rispetto alla funzione e al ruolo professionale. Si apre dunque l’esigenza, confermata anche in letteratura, di pensare strumenti di formazione e pratiche riflessive che, oltre ai pazienti e ai caregiver, permettano di esplorare e di capire come sostenere i professionisti nei processi di ripensamento e trasformazione che le pratiche di teleriabilitazione comportano.
La teleriabilitazione nel quotidiano dei professionisti della cura. Quale il significato della formazione? / C.V. Barbanti, L. Zannini (SOCIETÀ ITALIANA DI PEDAGOGIA). - In: Ricerca, servizi, politiche territoriali pedagogiche. Trasformative, innovative, emancipative. Junior Conference / [a cura di] L. Fabbri, C. Melacarne, P. Malavasi, V. Iori. - [s.l] : Pensa Multimedia, 2025 May. - ISBN 9791255683087. - pp. 567-573 (( convegno Convegno Nazionale SIPED Ricerca, servizi, politiche territoriali pedagogiche. Trasformative, innovative, emancipative. tenutosi a Siena nel 2024.
La teleriabilitazione nel quotidiano dei professionisti della cura. Quale il significato della formazione?
C.V. Barbanti
Co-primo
;L. Zannini
Co-primo
2025
Abstract
In Italia assistiamo a una trasformazione demografica che porta a un aumento progressivo della popolazione anziana e a una conseguente modifica dei bisogni legati alla salute e alla cura di questa. Anche a seguito della pandemia da Covid-19 del ripensamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in termini territoriali e dello sviluppo delle ITC assistiamo ad un generale aumento dell’applicazione di dispositivi di telecomunicazione in diversi ed eterogenei ambiti, tra cui quelli di cura del paziente anziano e, nello specifico, attraverso le pratiche di telemedicina. A partire dall’analisi di alcune interviste semi-strutturate individuali, volte a raccogliere le narrazioni di testimoni privilegiati tra cui i professionisti della riabilitazione, nell’ambito della ricerca “La prospettiva dell’anziano, del professionista sanitario e del caregiver sulla teleriabilitazione. Uno studio qualitativo” (APCARE.TE), ancora in corso, volta ad indagare i differenti bisogni educativi e formativi di anziani, dei loro caregiver e dei professionisti sanitari in merito alla fruizione ed erogazione di servizi di riabilitazione a distanza, nel contributo si approfondiranno e discuteranno alcuni aspetti legati alla teleriabilitazione come pratica sociomateriale complessa (Latour, 2007). La pratica di riabilitazione a distanza sembra “chiedere” al fisioterapista di trasformare profondamente il proprio agire e dunque anche il ruolo, l’intervento di cura stesso, il rapporto con il paziente, il setting di lavoro, le relazioni con l’organizzazione e gli attori in campo. Da alcune delle narrazioni dei professionisti emerge come riabilitare il paziente anziano, nell’ottica dell’empowering (Massaro et al, 2023) e attraverso l’attivazione e la messa in campo quotidiana di processi di teleriabilitazione, non sia riducibile a una banale questione di mediazione tecnologica. La riabilitazione a distanza (sincrona, asincrona, blended) si caratterizza piuttosto dall’essere un processo eterogeneo e articolato che comporta non solo una serie di modificazioni legate alla presenza delle tecnologie (ITC) e ai cambiamenti in termini di digitalizzazione del SSN, che già di per sé richiedono una trasformazione di molti degli elementi tradizionalmente in gioco nella seduta riabilitativa, ma soprattutto produce anche inevitabili mutamenti concreti a livello del fare quotidiano del professionista (procedure, protocolli e strategie di lavoro, relazione con il paziente e il suo ambiente di vita, necessità organizzative e dell’organizzazione, ecc.) e degli apprendimenti, dei significati e dei saperi in gioco rispetto alla funzione e al ruolo professionale. Si apre dunque l’esigenza, confermata anche in letteratura, di pensare strumenti di formazione e pratiche riflessive che, oltre ai pazienti e ai caregiver, permettano di esplorare e di capire come sostenere i professionisti nei processi di ripensamento e trasformazione che le pratiche di teleriabilitazione comportano.| File | Dimensione | Formato | |
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