Nonostante gli ingressi per altre vie siano quantitativamente più rilevanti, Lampedusa è diventata in questi anni l’icona dell’arrivo dei migranti in Italia : un tipo di accesso al territorio nazionale ed europeo considerato anomalo, sregolato, clandestino. Le immagini dei salvataggi in mare e delle procedure di disciplinamento e cura dei corpi appena sbarcati sulla banchina dell’isola fanno ormai parte dell’immaginario nazionale sull’immigrazione. Basato su una ricerca sul campo condotta sull’isola di Lampedusa (Ag) nella primavera-estate del 2005, questo articolo si propone di analizzare da una prospettiva antropologica il rapporto tra produzione giuridica della clandestinità, ambivalenza del trattamento umanitario/sicuritario dei boat people e rappresentazione degli “sbarchi” dei migranti. La metodologia utilizzata per questa ricerca intreccia il metodo etnografico dell’“osservazione partecipante” e delle interviste semi-strutturate con l’analisi di materiale di carattere giornalistico e istituzionale.

La production du “clandestin” : Ethnographie des débarquements à Lampedusa / G. Gatta. - In: ITALIES. - ISSN 1275-7519. - 2010:14(2010), pp. 539-558. [10.4000/italies.3793]

La production du “clandestin” : Ethnographie des débarquements à Lampedusa

G. Gatta
Writing – Review & Editing
2010

Abstract

Nonostante gli ingressi per altre vie siano quantitativamente più rilevanti, Lampedusa è diventata in questi anni l’icona dell’arrivo dei migranti in Italia : un tipo di accesso al territorio nazionale ed europeo considerato anomalo, sregolato, clandestino. Le immagini dei salvataggi in mare e delle procedure di disciplinamento e cura dei corpi appena sbarcati sulla banchina dell’isola fanno ormai parte dell’immaginario nazionale sull’immigrazione. Basato su una ricerca sul campo condotta sull’isola di Lampedusa (Ag) nella primavera-estate del 2005, questo articolo si propone di analizzare da una prospettiva antropologica il rapporto tra produzione giuridica della clandestinità, ambivalenza del trattamento umanitario/sicuritario dei boat people e rappresentazione degli “sbarchi” dei migranti. La metodologia utilizzata per questa ricerca intreccia il metodo etnografico dell’“osservazione partecipante” e delle interviste semi-strutturate con l’analisi di materiale di carattere giornalistico e istituzionale.
clandestinity; ethnography; migration; media; photography
Settore SPS/07 - Sociologia Generale
Settore SPS/08 - Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi
Settore M-DEA/01 - Discipline Demoetnoantropologiche
2010
https://journals.openedition.org/italies/3793
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