My thesis has a twofold goal. The first one is to determine the taxonomy of social relations in Aristotle, especially through the study of the relationship between friendship and justice, which are often recognized by critics as key terms in Aristotelian ethics, but rarely discussed in their mutual relationship. The second goal is to test whether this relationship provides additional clues about the interrelation between EE and EN (e.g., the chronological priority of one over the other or the long-standing question of common books). As for the definition of social relations in Aristotle, my analysis begins with the analysis of the concept of φιλíα which is a term used to denote many kinds of social relations: between similar and opposites, equals and superior/inferior, private and in extended groups of people. In light of the comparative reading of EE and EN, I argue that, for Aristotle, a πρὸς ἕν relationship exists among the forms of friendships. Thus, we should define primary friendship has a relation of ἀντιφιλία between ἀγαθοί, i.e., reciprocal φιλεῖν, and of the ἀντιπροαίρεσις πρὸς ἀλλήλους. Thus, for Aristotle, primary friendship implies loving and choosing each other. The other forms of social relations derive from this primary friendship, differentiating themselves by purpose (i.e. virtue, pleasure, usefulness) and mutual proportionality (i.e. between equals or unequals). I have devoted special attention to political friendship since, when Aristotle discusses political friendship, the need to introduce the category of δικαιοσύνη as a virtue governing social relations between citizens emerges clearly. After an excursus on the notion of justice in Aristotle, therefore, I set out to delineate the relationship between political justice and political friendship, with particular attention to the proportions used and the different actors involved. I have identified the main difference between friendship and justice in their dimension and orientation. As for their dimension, friendship in general is broader than justice, not being limited to a relationship between citizens; on the other hand, friendship is far more limited than justice, being only between two virtuous persons after long acquaintance. As for orientation, they are both directed towards the other, with one important difference. While friendship, which is not a virtue, wants the good of others but depends on a subject’s evaluation of the good, pleasure or virtue itself; justice, while being a virtue of the individual, is always directed towards the other (πρὸς ἕτερον). Both friendship and justice have a political value and it is in it that the fields of competence overlap. It is useful to point out that, if we were to hypothesize an ideal Aristotelian city, in it political friendship and political justice would necessarily coincide: the citizens would in fact behave with justice towards each other and would be friends with each other. Justice is all political and, especially when considered as distributive justice, corresponds to the constitution and ordering of the πόλις itself and for this reason founds the city. Legislators, however, hold justice in higher regard than friendship. The reason for this is to be found in the different functioning of the proportions that regulate the two relations. In the case of relationships between unequals, in fact, the proportion in the sphere of friendship is maintained without the need for the relation to be equalized arithmetically, as in justice. Therefore friendship in its political form is more useful than justice in maintaining order in the city. Regarding the second objective of my work, namely the relationships between EE and EN, particularly with respect to the common books, I have first argued that there is no contradiction between the doctrines on friendship presented in EE VII and EN VIII-IX. Establishing a precise chronology or dependency relation between the works is impossible on the basis of these thematic elements alone, but in accord with current literature it is reasonable to state that EN was written not only for a different audience, but later than and based on EE, albeit with non-trivial innovations that are beyond the scope of this work. As for the relationship with the common books, I have argued that EN V is not only compatible with, but also stylistically and in terms of content closer to EE VII than to EN VIII-IX. Although it is not possible to generalise the conclusion in relation to the other common books as well, I argue that EN V pertains more to EE than to EN.

Il mio lavoro di tesi ha un duplice obiettivo: il primo, è quello di costruire una tassonomia delle relazioni sociali in Aristotele, soprattutto mediante lo studio del rapporto tra amicizia e giustizia, che sono spesso riconosciute dalla critica come termini chiave dell’etica aristotelica, ma raramente discusse nella loro relazione reciproca; il secondo, è quello di verificare se tale relazione fornisca ulteriori indizi circa il rapporto tra EE ed EN (ad es., la priorità cronologica dell’una rispetto all’altra o l’annosa questione dei libri comuni). Quanto alla definizione delle relazioni sociali in Aristotele, sono partita dall’analisi del concetto di φιλíα, termine utilizzato per denotare molti tipi differenti di relazione sociale: tra simili e tra opposti, tra uguali e tra superiori/inferiori, private e tra gruppi estesi di persone. Proprio grazie alla lettura comparata di EE ed EN propongo che, per Aristotele, tra le forme di amicizie sussista una relazione πρὸς ἕν. Alla luce di ciò, ritengo si debba definire l’amicizia prima come relazione di ἀντιφιλία tra ἀγαθοί, ovvero il reciproco φιλεῖν e l’ἀντιπροαίρεσις πρὸς ἀλλήλους: l’amicizia prima per Aristotele implica dunque l’amarsi e lo scegliersi reciprocamente. Le altre forme di relazione sociale derivano dall’amicizia prima, differenziandosi per scopo (i.e. virtù, piacere, utile) e proporzionalità reciproca (i.e. tra uguali o disuguali). Ho dedicato una particolare attenzione all’amicizia politica. Quando Aristotele tratta dell’amicizia politica, infatti, emerge in modo chiaro la necessità di introdurre la categoria di δικαιοσύνη in quanto virtù che regola le relazioni sociali tra cittadini. Dopo un excursus sulla nozione di giustizia in Aristotele, pertanto, mi sono posta lo scopo di delineare la relazione tra giustizia politica e amicizia politica, con particolare attenzione alle proporzioni utilizzate e ai diversi soggetti coinvolti. Ho individuato la differenza principale tra amicizia e giustizia nella loro dimensione e nel loro orientamento. Quanto alla loro dimensione, l’amicizia in generale è più ampia della giustizia, non essendo limitata a un rapporto tra cittadini; di contro l’amicizia prima risulta di gran lunga più limitata rispetto alla giustizia, dandosi unicamente tra due persone virtuose dopo lunga frequentazione. Quanto all’orientamento, sono entrambe rivolte all’altro, con una importante differenza: mentre l’amicizia, che non è una virtù, vuole il bene altrui ma dipende dalla valutazione che un soggetto fa del bene, del piacere o della virtù stessa, la giustizia, pur essendo una virtù del singolo, è sempre πρὸς ἕτερον. Tanto amicizia quanto giustizia hanno un valore politico ed è in esso che avviene una sovrapposizione dei campi di competenza. È utile precisare che, se ipotizzassimo una città ideale aristotelica, in essa amicizia politica e giustizia politica coinciderebbero necessariamente: i cittadini si comporterebbero infatti con giustizia gli uni verso gli altri e sarebbero tra loro amici. Non avviene lo stesso nelle città positive. La giustizia è tutta politica e, specialmente quando considerata in quanto giustizia distributiva, corrisponde alla costituzione e all’ordinamento della πόλις stessa e per questo fonda la città. I legislatori, però, tengono in considerazione maggiormente la giustizia rispetto all’amicizia. La causa di questo è da rintracciarsi nel diverso funzionamento delle proporzioni che regolano i due rapporti: in caso di rapporti tra diseguali, infatti, la proporzione dell’amicizia viene mantenuta senza necessità che il rapporto venga pareggiato aritmeticamente. Perciò l’amicizia nella sua forma politica è più utile della giustizia ai fini del mantenimento dell’ordine nella città. Per quanto concerne il secondo obiettivo del mio lavoro, vale a dire i rapporti tra EE ed EN, in particolare rispetto ai libri comuni, ho per prima cosa argomentato che non esiste contraddizione tra le dottrine sull’amicizia presentate in EE VII e in EN VIII-IX. Invece, stabilire una cronologia o un rapporto di dipendenza tra le due opere a partire unicamente da questi elementi tematici è impossibile, ma anche sulla base della letteratura presente è ragionevole confermare che EN sia stata scritta non solo per un pubblico diverso, ma successivamente rispetto a EE e basandosi su essa, pur con delle novità non banali, che tuttavia non riguardano il punto del mio elaborato in senso stretto. Quanto al rapporto con i libri comuni, ho argomentato che EN V risulta non solo compatibile, ma addirittura più vicina stilisticamente e per contenuti a EE VII che a EN VIII-IX. Ne segue, a mio parere, che EN V sia da attribuirsi a EE piuttosto che a EN, senza che per questo si possano trarre ulteriori conclusioni circa gli altri libri comuni.

PHILIA E DIKAIOSUNE.LE RELAZIONI UMANE NELL'ETICA ARISTOTELICA / S. Pavan ; tutor: F. Forcignanò, S. Simonetta ; coordinatore: A. Pinotti. Università degli Studi di Milano, 2022 Sep 07. 34. ciclo, Anno Accademico 2021.

PHILIA E DIKAIOSUNE.LE RELAZIONI UMANE NELL'ETICA ARISTOTELICA.

S. Pavan
2022

Abstract

My thesis has a twofold goal. The first one is to determine the taxonomy of social relations in Aristotle, especially through the study of the relationship between friendship and justice, which are often recognized by critics as key terms in Aristotelian ethics, but rarely discussed in their mutual relationship. The second goal is to test whether this relationship provides additional clues about the interrelation between EE and EN (e.g., the chronological priority of one over the other or the long-standing question of common books). As for the definition of social relations in Aristotle, my analysis begins with the analysis of the concept of φιλíα which is a term used to denote many kinds of social relations: between similar and opposites, equals and superior/inferior, private and in extended groups of people. In light of the comparative reading of EE and EN, I argue that, for Aristotle, a πρὸς ἕν relationship exists among the forms of friendships. Thus, we should define primary friendship has a relation of ἀντιφιλία between ἀγαθοί, i.e., reciprocal φιλεῖν, and of the ἀντιπροαίρεσις πρὸς ἀλλήλους. Thus, for Aristotle, primary friendship implies loving and choosing each other. The other forms of social relations derive from this primary friendship, differentiating themselves by purpose (i.e. virtue, pleasure, usefulness) and mutual proportionality (i.e. between equals or unequals). I have devoted special attention to political friendship since, when Aristotle discusses political friendship, the need to introduce the category of δικαιοσύνη as a virtue governing social relations between citizens emerges clearly. After an excursus on the notion of justice in Aristotle, therefore, I set out to delineate the relationship between political justice and political friendship, with particular attention to the proportions used and the different actors involved. I have identified the main difference between friendship and justice in their dimension and orientation. As for their dimension, friendship in general is broader than justice, not being limited to a relationship between citizens; on the other hand, friendship is far more limited than justice, being only between two virtuous persons after long acquaintance. As for orientation, they are both directed towards the other, with one important difference. While friendship, which is not a virtue, wants the good of others but depends on a subject’s evaluation of the good, pleasure or virtue itself; justice, while being a virtue of the individual, is always directed towards the other (πρὸς ἕτερον). Both friendship and justice have a political value and it is in it that the fields of competence overlap. It is useful to point out that, if we were to hypothesize an ideal Aristotelian city, in it political friendship and political justice would necessarily coincide: the citizens would in fact behave with justice towards each other and would be friends with each other. Justice is all political and, especially when considered as distributive justice, corresponds to the constitution and ordering of the πόλις itself and for this reason founds the city. Legislators, however, hold justice in higher regard than friendship. The reason for this is to be found in the different functioning of the proportions that regulate the two relations. In the case of relationships between unequals, in fact, the proportion in the sphere of friendship is maintained without the need for the relation to be equalized arithmetically, as in justice. Therefore friendship in its political form is more useful than justice in maintaining order in the city. Regarding the second objective of my work, namely the relationships between EE and EN, particularly with respect to the common books, I have first argued that there is no contradiction between the doctrines on friendship presented in EE VII and EN VIII-IX. Establishing a precise chronology or dependency relation between the works is impossible on the basis of these thematic elements alone, but in accord with current literature it is reasonable to state that EN was written not only for a different audience, but later than and based on EE, albeit with non-trivial innovations that are beyond the scope of this work. As for the relationship with the common books, I have argued that EN V is not only compatible with, but also stylistically and in terms of content closer to EE VII than to EN VIII-IX. Although it is not possible to generalise the conclusion in relation to the other common books as well, I argue that EN V pertains more to EE than to EN.
7-set-2022
Il mio lavoro di tesi ha un duplice obiettivo: il primo, è quello di costruire una tassonomia delle relazioni sociali in Aristotele, soprattutto mediante lo studio del rapporto tra amicizia e giustizia, che sono spesso riconosciute dalla critica come termini chiave dell’etica aristotelica, ma raramente discusse nella loro relazione reciproca; il secondo, è quello di verificare se tale relazione fornisca ulteriori indizi circa il rapporto tra EE ed EN (ad es., la priorità cronologica dell’una rispetto all’altra o l’annosa questione dei libri comuni). Quanto alla definizione delle relazioni sociali in Aristotele, sono partita dall’analisi del concetto di φιλíα, termine utilizzato per denotare molti tipi differenti di relazione sociale: tra simili e tra opposti, tra uguali e tra superiori/inferiori, private e tra gruppi estesi di persone. Proprio grazie alla lettura comparata di EE ed EN propongo che, per Aristotele, tra le forme di amicizie sussista una relazione πρὸς ἕν. Alla luce di ciò, ritengo si debba definire l’amicizia prima come relazione di ἀντιφιλία tra ἀγαθοί, ovvero il reciproco φιλεῖν e l’ἀντιπροαίρεσις πρὸς ἀλλήλους: l’amicizia prima per Aristotele implica dunque l’amarsi e lo scegliersi reciprocamente. Le altre forme di relazione sociale derivano dall’amicizia prima, differenziandosi per scopo (i.e. virtù, piacere, utile) e proporzionalità reciproca (i.e. tra uguali o disuguali). Ho dedicato una particolare attenzione all’amicizia politica. Quando Aristotele tratta dell’amicizia politica, infatti, emerge in modo chiaro la necessità di introdurre la categoria di δικαιοσύνη in quanto virtù che regola le relazioni sociali tra cittadini. Dopo un excursus sulla nozione di giustizia in Aristotele, pertanto, mi sono posta lo scopo di delineare la relazione tra giustizia politica e amicizia politica, con particolare attenzione alle proporzioni utilizzate e ai diversi soggetti coinvolti. Ho individuato la differenza principale tra amicizia e giustizia nella loro dimensione e nel loro orientamento. Quanto alla loro dimensione, l’amicizia in generale è più ampia della giustizia, non essendo limitata a un rapporto tra cittadini; di contro l’amicizia prima risulta di gran lunga più limitata rispetto alla giustizia, dandosi unicamente tra due persone virtuose dopo lunga frequentazione. Quanto all’orientamento, sono entrambe rivolte all’altro, con una importante differenza: mentre l’amicizia, che non è una virtù, vuole il bene altrui ma dipende dalla valutazione che un soggetto fa del bene, del piacere o della virtù stessa, la giustizia, pur essendo una virtù del singolo, è sempre πρὸς ἕτερον. Tanto amicizia quanto giustizia hanno un valore politico ed è in esso che avviene una sovrapposizione dei campi di competenza. È utile precisare che, se ipotizzassimo una città ideale aristotelica, in essa amicizia politica e giustizia politica coinciderebbero necessariamente: i cittadini si comporterebbero infatti con giustizia gli uni verso gli altri e sarebbero tra loro amici. Non avviene lo stesso nelle città positive. La giustizia è tutta politica e, specialmente quando considerata in quanto giustizia distributiva, corrisponde alla costituzione e all’ordinamento della πόλις stessa e per questo fonda la città. I legislatori, però, tengono in considerazione maggiormente la giustizia rispetto all’amicizia. La causa di questo è da rintracciarsi nel diverso funzionamento delle proporzioni che regolano i due rapporti: in caso di rapporti tra diseguali, infatti, la proporzione dell’amicizia viene mantenuta senza necessità che il rapporto venga pareggiato aritmeticamente. Perciò l’amicizia nella sua forma politica è più utile della giustizia ai fini del mantenimento dell’ordine nella città. Per quanto concerne il secondo obiettivo del mio lavoro, vale a dire i rapporti tra EE ed EN, in particolare rispetto ai libri comuni, ho per prima cosa argomentato che non esiste contraddizione tra le dottrine sull’amicizia presentate in EE VII e in EN VIII-IX. Invece, stabilire una cronologia o un rapporto di dipendenza tra le due opere a partire unicamente da questi elementi tematici è impossibile, ma anche sulla base della letteratura presente è ragionevole confermare che EN sia stata scritta non solo per un pubblico diverso, ma successivamente rispetto a EE e basandosi su essa, pur con delle novità non banali, che tuttavia non riguardano il punto del mio elaborato in senso stretto. Quanto al rapporto con i libri comuni, ho argomentato che EN V risulta non solo compatibile, ma addirittura più vicina stilisticamente e per contenuti a EE VII che a EN VIII-IX. Ne segue, a mio parere, che EN V sia da attribuirsi a EE piuttosto che a EN, senza che per questo si possano trarre ulteriori conclusioni circa gli altri libri comuni.
Settore M-FIL/07 - Storia della Filosofia Antica
giustizia; amicizia; etica; Aristotele; justice; friendship; Aristotle
FORCIGNANO', FILIPPO
PINOTTI, ANDREA
Doctoral Thesis
PHILIA E DIKAIOSUNE.LE RELAZIONI UMANE NELL'ETICA ARISTOTELICA / S. Pavan ; tutor: F. Forcignanò, S. Simonetta ; coordinatore: A. Pinotti. Università degli Studi di Milano, 2022 Sep 07. 34. ciclo, Anno Accademico 2021.
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