This article highlights the analogy between translation and a map. The idea is that translation can be described as a cartographic diagram, as an active and localized device of cultural, visual and communicative relationships. The task of the translator like that of the cartographer is a difficult task, and it involves the mapping of subjects, bodies, landscapes and places where there is always a hidden dialectic of inclusion-exclusion. Taking into consideration post-representational cartography we will then look at translation –specifically a geographic text – as a practice of adaptation and rewriting of meanings and representations. This article will consider the Italian translations of three very different texts but which are all from French geographical culture. The texts have been chosen as exemplary cases to reflect on geographic translation and the ability of Italian translation to grasp, absorb, exploit and open up to different translations and different research paths.

Il presente intervento si basa su un’analogia tra traduzione e mappa, e quindi sull’idea che la traduzione possa essere descritta come un diagramma cartografico, ossia come un dispositivo attivo e localizzato di relazioni culturali, visuali e comunicative. Anche il traduttore, come il cartografo, compie un difficile lavoro di mappatura di soggetti, corpi, paesaggi e luoghi in cui opera sempre una nascosta dialettica di inclusione-esclusione. Facendo tesoro delle acquisizioni della post-representational cartography si guarderà quindi alla traduzione – nel caso specifico di un testo geografico – come ad una serie di pratiche di adattamento, riscrittura e ricontestualizzazione di immagini del mondo che si configurano come un processo aperto di produzione di senso. Per fare questo ci si soffermerà sulla traduzione italiana di 3 testi, molto diversi tra loro ma tutti provenienti dalla cultura geografica francese, scelti come casi-esemplari che consentono di riflettere sulla “traducibilità” della geografia e in particolare sulla reale capacità di quella italiana di cogliere, assorbire, valorizzare e aprirsi a tradizioni e percorsi di ricerca “altri.

Traduzioni come mappe Pâtres et Paysans de la Sardaigne di Maurice Le Lannou; La géographie, ça sert, d'abord, à faire la guerre di Yves Lacoste; Aimez-vous la géographie? di Armand Frémont / D. Gavinelli, R. Piras, M. Tanca. - In: INTRALINEA ON LINE TRANSLATION JOURNAL. - ISSN 1827-000X. - 23:(2021), pp. 1-9.

Traduzioni come mappe Pâtres et Paysans de la Sardaigne di Maurice Le Lannou; La géographie, ça sert, d'abord, à faire la guerre di Yves Lacoste; Aimez-vous la géographie? di Armand Frémont

D. Gavinelli
Primo
;
2021

Abstract

This article highlights the analogy between translation and a map. The idea is that translation can be described as a cartographic diagram, as an active and localized device of cultural, visual and communicative relationships. The task of the translator like that of the cartographer is a difficult task, and it involves the mapping of subjects, bodies, landscapes and places where there is always a hidden dialectic of inclusion-exclusion. Taking into consideration post-representational cartography we will then look at translation –specifically a geographic text – as a practice of adaptation and rewriting of meanings and representations. This article will consider the Italian translations of three very different texts but which are all from French geographical culture. The texts have been chosen as exemplary cases to reflect on geographic translation and the ability of Italian translation to grasp, absorb, exploit and open up to different translations and different research paths.
Il presente intervento si basa su un’analogia tra traduzione e mappa, e quindi sull’idea che la traduzione possa essere descritta come un diagramma cartografico, ossia come un dispositivo attivo e localizzato di relazioni culturali, visuali e comunicative. Anche il traduttore, come il cartografo, compie un difficile lavoro di mappatura di soggetti, corpi, paesaggi e luoghi in cui opera sempre una nascosta dialettica di inclusione-esclusione. Facendo tesoro delle acquisizioni della post-representational cartography si guarderà quindi alla traduzione – nel caso specifico di un testo geografico – come ad una serie di pratiche di adattamento, riscrittura e ricontestualizzazione di immagini del mondo che si configurano come un processo aperto di produzione di senso. Per fare questo ci si soffermerà sulla traduzione italiana di 3 testi, molto diversi tra loro ma tutti provenienti dalla cultura geografica francese, scelti come casi-esemplari che consentono di riflettere sulla “traducibilità” della geografia e in particolare sulla reale capacità di quella italiana di cogliere, assorbire, valorizzare e aprirsi a tradizioni e percorsi di ricerca “altri.
geografia, traduzione, mappe, geography, maps, translation
Settore M-GGR/01 - Geografia
Settore M-GGR/02 - Geografia Economico-Politica
2021
https://www.intralinea.org/specials/article/2576
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Marcello Tanca (2021) Traduzioni come mappe_inTRAlinea Contributions.pdf

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