Capofila della cosiddetta “letteratura selvaggia”, lo scrittore-pittore-operaio Vincenzo Guerrazzi nel 1974 pubblica Nord e sud uniti nella lotta, dove racconta il viaggio in nave da Genova a Reggio Calabria degli operai che presero parte alla grande manifestazione promossa dai metalmeccanici nell’ottobre del 1972 per dare una risposta da sinistra ai “moti di Reggio”. Guerrazzi, nato a Mammola (piccolo paesino dell’entroterra calabrese), si era trasferito ancora minorenne a Genova, dove era stato assunto alla Fabbrica Ansaldo Meccanica Varia. Vi lavorò per diciotto anni, fino a quando nel 1975 si licenziò per dedicarsi a tempo pieno alla pittura e alla scrittura; ma l’esperienza operaia influenzò profondamente la sua opera densa di impegno civile e politico. Raccontare il viaggio da Nord a Sud degli operai lungo il mar Tirreno significa infatti ripercorrere a ritroso una diaspora che segnò profondamente non solo la vicenda personale dello scrittore, ma anche la società, la memoria collettiva e, non ultimo, la letteratura italiane: basti pensare all’Alfonso del Vogliamo tutto di Balestrini, prima figura di operaio-massa proveniente dal Meridione e assunto a Torino ad affacciarsi sulla scena letteraria nel 1971. Ma la nave, lungi dal limitarsi a rappresentare questo percorso esistenziale collettivo, diventa nel romanzo una grande allegoria: i diversi ponti uno sopra l’altro non sono se non la riproduzione delle gerarchie presenti dentro la fabbrica e all’interno dello stesso schieramento sindacale. Il viaggio via mare diventa pertanto lo stimolo per la rivendicazione di una nuova autonomia politica, di nuove forme di lotta e di un nuovo linguaggio. Il saggio si propone di analizzare dunque l’allegoria della nave nel romanzo di Guerrazzi per poi rintracciare, in una breve percursio, altre declinazioni di un utilizzo engagé della metafora della navigazione nella letteratura italiana e nella cultura popolare militante (come nel canto anarchico classico opera di Belgrado Pedrini Il galeone, 1967).
Da nord a sud, uniti nella lotta: la nave operaia di Vincenzo Guerrazzi e altre navigazioni militanti / B. DELLA GALA (CIVILTÀ ITALIANA. NUOVA SERIE). - In: Oceano Mediterraneo : Naufragi, esili, derive, approdi, migrazione e isole lungo le rotte mediterranee della letteratura italiana / [a cura di] A. Gialloreto, S. Jurišić, E. Moscarda Mirković. - Firenze : Franco Cesati, 2020. - ISBN 978-88-7667-830-1. - pp. 29-37
Da nord a sud, uniti nella lotta: la nave operaia di Vincenzo Guerrazzi e altre navigazioni militanti
B. DELLA GALA
2020
Abstract
Capofila della cosiddetta “letteratura selvaggia”, lo scrittore-pittore-operaio Vincenzo Guerrazzi nel 1974 pubblica Nord e sud uniti nella lotta, dove racconta il viaggio in nave da Genova a Reggio Calabria degli operai che presero parte alla grande manifestazione promossa dai metalmeccanici nell’ottobre del 1972 per dare una risposta da sinistra ai “moti di Reggio”. Guerrazzi, nato a Mammola (piccolo paesino dell’entroterra calabrese), si era trasferito ancora minorenne a Genova, dove era stato assunto alla Fabbrica Ansaldo Meccanica Varia. Vi lavorò per diciotto anni, fino a quando nel 1975 si licenziò per dedicarsi a tempo pieno alla pittura e alla scrittura; ma l’esperienza operaia influenzò profondamente la sua opera densa di impegno civile e politico. Raccontare il viaggio da Nord a Sud degli operai lungo il mar Tirreno significa infatti ripercorrere a ritroso una diaspora che segnò profondamente non solo la vicenda personale dello scrittore, ma anche la società, la memoria collettiva e, non ultimo, la letteratura italiane: basti pensare all’Alfonso del Vogliamo tutto di Balestrini, prima figura di operaio-massa proveniente dal Meridione e assunto a Torino ad affacciarsi sulla scena letteraria nel 1971. Ma la nave, lungi dal limitarsi a rappresentare questo percorso esistenziale collettivo, diventa nel romanzo una grande allegoria: i diversi ponti uno sopra l’altro non sono se non la riproduzione delle gerarchie presenti dentro la fabbrica e all’interno dello stesso schieramento sindacale. Il viaggio via mare diventa pertanto lo stimolo per la rivendicazione di una nuova autonomia politica, di nuove forme di lotta e di un nuovo linguaggio. Il saggio si propone di analizzare dunque l’allegoria della nave nel romanzo di Guerrazzi per poi rintracciare, in una breve percursio, altre declinazioni di un utilizzo engagé della metafora della navigazione nella letteratura italiana e nella cultura popolare militante (come nel canto anarchico classico opera di Belgrado Pedrini Il galeone, 1967).| File | Dimensione | Formato | |
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