This paper aims to illustrate and analyse the incidence of foreign words inherent to the special language of fashion in the Vocabolario domestico del dialetto foggiano (1929) by Carlo Villani (Foggia 1855 - Naples 1931). Although it has been published during the Twenties, a period notoriously hostile to dialects, the vocabulary follows the Gentilian cultural climate, well-disposed towards the works of enhancement of local linguistic heritage, which, especially for school, reach their peak in the 1920s. Furthermore, the vocabulary is the latest heir to a municipal and family lexicographic tradition, which flourished in the mid-nineteenth century, on the model of Basilio Puoti's Vocabolario domestic napoletano e toscano. However, if the forerunner Saggio di vocabolario familiare (1841) follows Puoti's purist thought, explicitly criticizing foreign words, the Vocabolario domestico del dialetto foggiano lemmatises them by showing their productivity in local speech; it provides interesting information for the history of language and customs at the same time (as can be seen from the glossary offered in this paper, properly commented). Nonetheless, this tolerance seems confined to the dialectal speech only: the translations proposed are mostly hyperonyms or words characterised by a greater semantic extension, which sacrifice the more precise semantic of the original forms, while compromising the memory of the referent, that is already threatened by the ephemerality of fashion.

Il presente contributo intende illustrare e analizzare l’incidenza dei forestierismi relativi alla lingua speciale della moda nel Vocabolario domestico del dialetto foggiano (1929) di Carlo Villani (Foggia 1855 – Napoli 1931). Sebbene sia pubblicato durante il Ventennio, notoriamente ostile ai dialetti, il vocabolario si accoda al clima culturale gentiliano, bendisposto verso le opere di valorizzazione dei patrimoni linguistici locali, che, soprattutto per l’uso scolastico, raggiungono la loro acme a metà degli anni Venti. Il vocabolario, inoltre, è l’ultimo erede di una tradizione lessicografica municipale e familiare, fiorita a metà Ottocento, sul modello del Vocabolario domestico napoletano e toscano di Basilio Puoti, allo scopo di educare a parlare e scrivere bene in italiano per mezzo del dialetto. Se però l’antesignano Saggio di vocabolario familiare (1841) ricalca le orme puriste del Puoti, criticando esplicitamente i forestierismi, il seguace novecentesco li lemmatizza mostrandone la produttività nel parlato locale e fornendo al contempo notizie interessanti per la storia della lingua e del costume (come si potrà evincere dal glossario offerto, opportunamente commentato). Cionondimeno la tolleranza sembra confinata al solo discorso vernacolare: i traducenti italiani proposti sono perlopiù iperonimi o voci caratterizzate da una maggiore estensione semantica, che sacrificano l’intensione semantica più puntuale delle forme originali, compromettendo al contempo la memoria del referente, già minacciato dalla natura intrinsecamente effimera della moda.

Che scìcco!: i forestierismi di moda in un vocabolario dialettale del Ventennio / M. Dota. - In: LINGUE CULTURE MEDIAZIONI. - ISSN 2421-0293. - 7:2(2020), pp. 27-50. [10.7358/lcm-2020-002-dota]

Che scìcco!: i forestierismi di moda in un vocabolario dialettale del Ventennio

M. Dota
2020

Abstract

This paper aims to illustrate and analyse the incidence of foreign words inherent to the special language of fashion in the Vocabolario domestico del dialetto foggiano (1929) by Carlo Villani (Foggia 1855 - Naples 1931). Although it has been published during the Twenties, a period notoriously hostile to dialects, the vocabulary follows the Gentilian cultural climate, well-disposed towards the works of enhancement of local linguistic heritage, which, especially for school, reach their peak in the 1920s. Furthermore, the vocabulary is the latest heir to a municipal and family lexicographic tradition, which flourished in the mid-nineteenth century, on the model of Basilio Puoti's Vocabolario domestic napoletano e toscano. However, if the forerunner Saggio di vocabolario familiare (1841) follows Puoti's purist thought, explicitly criticizing foreign words, the Vocabolario domestico del dialetto foggiano lemmatises them by showing their productivity in local speech; it provides interesting information for the history of language and customs at the same time (as can be seen from the glossary offered in this paper, properly commented). Nonetheless, this tolerance seems confined to the dialectal speech only: the translations proposed are mostly hyperonyms or words characterised by a greater semantic extension, which sacrifice the more precise semantic of the original forms, while compromising the memory of the referent, that is already threatened by the ephemerality of fashion.
Il presente contributo intende illustrare e analizzare l’incidenza dei forestierismi relativi alla lingua speciale della moda nel Vocabolario domestico del dialetto foggiano (1929) di Carlo Villani (Foggia 1855 – Napoli 1931). Sebbene sia pubblicato durante il Ventennio, notoriamente ostile ai dialetti, il vocabolario si accoda al clima culturale gentiliano, bendisposto verso le opere di valorizzazione dei patrimoni linguistici locali, che, soprattutto per l’uso scolastico, raggiungono la loro acme a metà degli anni Venti. Il vocabolario, inoltre, è l’ultimo erede di una tradizione lessicografica municipale e familiare, fiorita a metà Ottocento, sul modello del Vocabolario domestico napoletano e toscano di Basilio Puoti, allo scopo di educare a parlare e scrivere bene in italiano per mezzo del dialetto. Se però l’antesignano Saggio di vocabolario familiare (1841) ricalca le orme puriste del Puoti, criticando esplicitamente i forestierismi, il seguace novecentesco li lemmatizza mostrandone la produttività nel parlato locale e fornendo al contempo notizie interessanti per la storia della lingua e del costume (come si potrà evincere dal glossario offerto, opportunamente commentato). Cionondimeno la tolleranza sembra confinata al solo discorso vernacolare: i traducenti italiani proposti sono perlopiù iperonimi o voci caratterizzate da una maggiore estensione semantica, che sacrificano l’intensione semantica più puntuale delle forme originali, compromettendo al contempo la memoria del referente, già minacciato dalla natura intrinsecamente effimera della moda.
lingua della moda; forestierismi; Italian fashion language; Carlo Villani; lessicografia dialettale; dialetto foggiano;
Settore L-FIL-LET/12 - Linguistica Italiana
2020
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