Guerra e pace in Giasone

La vita pubblica di Giason del Maino è strettamente intrecciata con le vicende, che provocarono la «tragedia» dell’Italia, delle guerre tra i tanti Stati italiani, occupati in un mutevole e ambiguo gioco di alleanze con i maggiori Stati europei, protesi a loro volta all’affermazione del loro primato. Fu un’epoca non solo di passaggio o di cerniera tra i modelli istituzionali del medioevo e quelli di età moderna, ma anche di forte accelerazione nell’elaborazione di teorie in materia di pace e di guerra ossia di quei rami del diritto pubblico che noi distinguiamo tra interno e internazionale. Nel contesto italiano, connotato da ordinamenti instabili a causa sia di ricorrenti tensioni e conflitti tra le fazioni che indebolivano la stabilità dei maggiori governi, sia di quella straordinaria frammentazione del potere politico e militare che va sotto il nome di pluralismo, come altri colossi del diritto del suo tempo, Giasone fu esponente della grande ‘repubblica’ degli intellettuali europei (una delle tante ‘repubbliche’ sovranazionali dell’Europa del tempo, insieme a quelle della produzione e della finanza o del ‘denaro’), impegnati nel tentativo di individuare modelli e criteri di ristrutturazione sia dei rapporti tra governanti e governati, dominati da una spregiudicata considerazione ‘patrimoniale’ da parte dei governi del ruolo dei ‘popoli’, il cui destino era in balia delle guerre e delle strategie matrimoniali4, sia delle relazioni tra ordinamenti di ‘diverso livello’, sia di quelle tra Stati.