Degradazione fotocatalitica di inquinanti organici azotati Cristina Calloni1, Gianguido Ramis2, Ilenia Rossetti1* 1 Dip. Chimica, Università degli Studi di Milano, INSTM Unit Milano-Università and CNR-ISTM, via C. Golgi, 19, I-20133 Milano, Italy, * ilenia.rossetti@unimi.it 2 Dip. di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale, Università degli Studi di Genova, P.le J.F. Kennedy 1, I-16129, Genova, Italy and INSTM Unit Genova L’industria tessile è seconda a livello mondiale per tasso di inquinamento ambientale: il suo consumo di acqua può arrivare, in alcuni casi, a 200 m3 per tonnellata di fibra trattata. Inoltre, la depurazione dei reflui tessili risulta problematica, in quanto sono presenti oltre ad i composti chimici utilizzati come additivi, quantità residue di coloranti non trascurabili (10 - 50 mg/L). Questi ultimi sono molecole organiche complesse, contenenti svariati alogeni legati a gruppi aromatici, cui fanno seguito gruppi azotati e solfonici. Proprio i coloranti costituiscono il principale fattore di impatto ambientale dei reflui tessili, visto che data la complessità di queste molecole, esse risultano refrattarie ai comuni sistemi di trattamento biologico aerobici e possono causare drastiche alterazioni degli ecosistemi acquatici, portando a fenomeni di bioaccumulo, ionizzazione, ossidazione chimica e microbiologica. In questo progetto di tesi si è deciso di concentrare l’attenzione sulla degradazione di coloranti contenenti uno o più doppi legami azoto-azoto (-N=N-), azo-dyes, in particolar modo sul Levafix Brillant Red E-6BA, un colorante molto utilizzato nell’industria tessile. Sono stati confrontati due possibili metodi per la degradazione di questo colorante: l’utilizzo di un fotocatalizzatore, quale TiO2, in presenza di radiazione UV e un processo che si basi sulla reazione di Fenton. Riguardo al primo processo sono state valutate diverse concentrazioni di catalizzatore, e diverse condizioni operative, ottenendo come miglior risultato la conversione del 95% del colorante in 6 ore. Per la seconda applicazione sono stati utilizzati come additivi H2O2 e FeSO4, operando sia al buio che in presenza di luce solare (lampada LED 30 W o esposizione alla luce solare naturale). In particolare si è potuto osservare che in presenza di luce la degradazione del colorante procede in tempi minori rispetto all’approccio fotocatalitico, superando il 90% di conversione in meno di 3h. Il processo ottimizzato, verrà applicato ad altri azo-dyes molto utilizzati nel settore tessile, quali Bromocresol green, Sunset yellow FCF, Orange II sodium salt. Infine, è stato effettuato uno scale up preliminare del fotoreattore, in corso di modellazione dettagliata dal punto di vista della fluidodinamica e della distribuzione della radiazione, sviluppando un UV Free-Surface Reactor (UV-FSR) utilizzabile in modalità batch o continua, in collaborazione con ISWA (University of Stuttgart, Germany). Si ringraziano per il supporto economico Fondazione Cariplo (2015-0186 “DeN – Innovative technologies for the abatement of N-containing pollutants in water”) e Università degli Studi di Milano (Transition grant 2015-2017 - Rossetti).

Degradazione fotocatalitica di inquinanti organici azotati / C. Calloni, G. Ramis, I. Rossetti. ((Intervento presentato al convegno GRICU tenutosi a Palermo nel 2019.

Degradazione fotocatalitica di inquinanti organici azotati

I. Rossetti
Ultimo
2019

Abstract

Degradazione fotocatalitica di inquinanti organici azotati Cristina Calloni1, Gianguido Ramis2, Ilenia Rossetti1* 1 Dip. Chimica, Università degli Studi di Milano, INSTM Unit Milano-Università and CNR-ISTM, via C. Golgi, 19, I-20133 Milano, Italy, * ilenia.rossetti@unimi.it 2 Dip. di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale, Università degli Studi di Genova, P.le J.F. Kennedy 1, I-16129, Genova, Italy and INSTM Unit Genova L’industria tessile è seconda a livello mondiale per tasso di inquinamento ambientale: il suo consumo di acqua può arrivare, in alcuni casi, a 200 m3 per tonnellata di fibra trattata. Inoltre, la depurazione dei reflui tessili risulta problematica, in quanto sono presenti oltre ad i composti chimici utilizzati come additivi, quantità residue di coloranti non trascurabili (10 - 50 mg/L). Questi ultimi sono molecole organiche complesse, contenenti svariati alogeni legati a gruppi aromatici, cui fanno seguito gruppi azotati e solfonici. Proprio i coloranti costituiscono il principale fattore di impatto ambientale dei reflui tessili, visto che data la complessità di queste molecole, esse risultano refrattarie ai comuni sistemi di trattamento biologico aerobici e possono causare drastiche alterazioni degli ecosistemi acquatici, portando a fenomeni di bioaccumulo, ionizzazione, ossidazione chimica e microbiologica. In questo progetto di tesi si è deciso di concentrare l’attenzione sulla degradazione di coloranti contenenti uno o più doppi legami azoto-azoto (-N=N-), azo-dyes, in particolar modo sul Levafix Brillant Red E-6BA, un colorante molto utilizzato nell’industria tessile. Sono stati confrontati due possibili metodi per la degradazione di questo colorante: l’utilizzo di un fotocatalizzatore, quale TiO2, in presenza di radiazione UV e un processo che si basi sulla reazione di Fenton. Riguardo al primo processo sono state valutate diverse concentrazioni di catalizzatore, e diverse condizioni operative, ottenendo come miglior risultato la conversione del 95% del colorante in 6 ore. Per la seconda applicazione sono stati utilizzati come additivi H2O2 e FeSO4, operando sia al buio che in presenza di luce solare (lampada LED 30 W o esposizione alla luce solare naturale). In particolare si è potuto osservare che in presenza di luce la degradazione del colorante procede in tempi minori rispetto all’approccio fotocatalitico, superando il 90% di conversione in meno di 3h. Il processo ottimizzato, verrà applicato ad altri azo-dyes molto utilizzati nel settore tessile, quali Bromocresol green, Sunset yellow FCF, Orange II sodium salt. Infine, è stato effettuato uno scale up preliminare del fotoreattore, in corso di modellazione dettagliata dal punto di vista della fluidodinamica e della distribuzione della radiazione, sviluppando un UV Free-Surface Reactor (UV-FSR) utilizzabile in modalità batch o continua, in collaborazione con ISWA (University of Stuttgart, Germany). Si ringraziano per il supporto economico Fondazione Cariplo (2015-0186 “DeN – Innovative technologies for the abatement of N-containing pollutants in water”) e Università degli Studi di Milano (Transition grant 2015-2017 - Rossetti).
No
Italian
2019
Settore ING-IND/25 - Impianti Chimici
Poster
Intervento inviato
Comitato scientifico
Ricerca applicata
Pubblicazione scientifica
GRICU
Palermo
2019
GRuppo di Ingegneria Chimica dell'Università
Convegno nazionale
manual
C. Calloni, G. Ramis, I. Rossetti
Degradazione fotocatalitica di inquinanti organici azotati / C. Calloni, G. Ramis, I. Rossetti. ((Intervento presentato al convegno GRICU tenutosi a Palermo nel 2019.
Prodotti della ricerca::14 - Intervento a convegno non pubblicato
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3
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