Negli anni del Dopoguerra, sotto la spinta utopica della democratizzazione dell’arte, l’Unesco promosse lo sperimentale progetto di un archivio di fotoriproduzioni a colori dei capolavori dell’arte mondiale. Un museo ideale, di facsimile realizzati con le più avanzate tecnologie di riproduzione e di stampa, le cui istanze, tra dinamiche culturali, politico-diplomatiche, produttive, non nascondevano l’urgenza di documentare un patrimonio collettivo che si era visto drammaticamente minacciato durante il conflitto. Avviato nel 1947, con il contributo di una vasta rete di attori internazionali, il piano vide l’uscita due anni più tardi del primo catalogo dedicato all’arte contemporanea, Catalogue of colour reproductions of painting from 1860 to 1949, presto accompagnato da occasioni espositive, come la celebre Travelling Print Exhibition. From Impressionism till today presentata nello stesso 1949 a Parigi a cura di René Huyghe, e da una serie di iniziative editoriali diversificate. Prendeva così corpo, non senza contraddizioni, un sistema teso a codificare e diffondere un canone della modernità inteso come esemplare e universale, in un momento da considerarsi cruciale nel processo di storicizzazione della cultura artistica contemporanea. Discutendo una pluralità di fonti a stampa e d’archivio, perlopiù inedite, l'intervento tratterà questi problemi evidenziandone emergenze e nodi storiografici in una prospettiva d’indagine che agli strumenti della storia dell’arte e della critica affiancherà l’attenzione agli aspetti tecnici della riproduzione d’arte, decisivi non solo in rapporto alla materialità delle immagini ma altresì alla definizione di forme e strategie della divulgazione, per allargarsi a interrogare questioni al confine con ambiti disciplinari diversi, come la storia dell’editoria, la storia sociale e del gusto. Nel solco di questo approccio metodologico, le scelte intraprese dall’Unesco saranno esplorate sullo sfondo della complessa rete di esperienze e modelli in cui si inseriva il progetto – tra anni '30 e '50 del ’900 – aprendo così una specifica riflessione intorno al tema della periodizzazione.

Conservare, riprodurre, accrescere. L’arte contemporanea nelle immagini del catalogo UNESCO / V. Pozzoli. ((Intervento presentato al convegno Canone, anticanone e falsi tra letteratura, storia, arte e cinema tenutosi a Milano nel 2020.

Conservare, riprodurre, accrescere. L’arte contemporanea nelle immagini del catalogo UNESCO

V. Pozzoli
2020

Abstract

Negli anni del Dopoguerra, sotto la spinta utopica della democratizzazione dell’arte, l’Unesco promosse lo sperimentale progetto di un archivio di fotoriproduzioni a colori dei capolavori dell’arte mondiale. Un museo ideale, di facsimile realizzati con le più avanzate tecnologie di riproduzione e di stampa, le cui istanze, tra dinamiche culturali, politico-diplomatiche, produttive, non nascondevano l’urgenza di documentare un patrimonio collettivo che si era visto drammaticamente minacciato durante il conflitto. Avviato nel 1947, con il contributo di una vasta rete di attori internazionali, il piano vide l’uscita due anni più tardi del primo catalogo dedicato all’arte contemporanea, Catalogue of colour reproductions of painting from 1860 to 1949, presto accompagnato da occasioni espositive, come la celebre Travelling Print Exhibition. From Impressionism till today presentata nello stesso 1949 a Parigi a cura di René Huyghe, e da una serie di iniziative editoriali diversificate. Prendeva così corpo, non senza contraddizioni, un sistema teso a codificare e diffondere un canone della modernità inteso come esemplare e universale, in un momento da considerarsi cruciale nel processo di storicizzazione della cultura artistica contemporanea. Discutendo una pluralità di fonti a stampa e d’archivio, perlopiù inedite, l'intervento tratterà questi problemi evidenziandone emergenze e nodi storiografici in una prospettiva d’indagine che agli strumenti della storia dell’arte e della critica affiancherà l’attenzione agli aspetti tecnici della riproduzione d’arte, decisivi non solo in rapporto alla materialità delle immagini ma altresì alla definizione di forme e strategie della divulgazione, per allargarsi a interrogare questioni al confine con ambiti disciplinari diversi, come la storia dell’editoria, la storia sociale e del gusto. Nel solco di questo approccio metodologico, le scelte intraprese dall’Unesco saranno esplorate sullo sfondo della complessa rete di esperienze e modelli in cui si inseriva il progetto – tra anni '30 e '50 del ’900 – aprendo così una specifica riflessione intorno al tema della periodizzazione.
11-mag-2020
arte contemporanea; Unesco; archivio; riproduzioni; facsimile; fotocolor; canone; divulgazione; mostre itineranti; fotografia di riproduzione; tecniche grafiche; editoria d'arte; editoria illustrata; industria grafica; industria culturale; immagini; cultura visiva; storia dell'arte; relazioni internazionali; politica culturale; democratizzazione; utopia; arte per tutti
Settore L-ART/03 - Storia dell'Arte Contemporanea
Settore L-ART/04 - Museologia e Critica Artistica e del Restauro
Università degli Studi di Milano
Conservare, riprodurre, accrescere. L’arte contemporanea nelle immagini del catalogo UNESCO / V. Pozzoli. ((Intervento presentato al convegno Canone, anticanone e falsi tra letteratura, storia, arte e cinema tenutosi a Milano nel 2020.
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