The research investigates the meaning and the scope of the concept of exploitation in Italian criminal law, particularly by addressing if a notion of exploitation characterized by the presence of the victim's consent (that we call “strictly speaking” exploitation) has an autonomous relevance in this legal field. Therefore, the research – in the light of an analysis of national and supranational doctrine and jurisprudence – focuses on the concepts of "vulnerability" and “taking advantage/abuse of others' condition of vulnerability", which are pivotal to define the disvalue of the human exploitation and to justify why the consent given by the victim to her/his exploitation can be considered irrelevant; it also analyzes critically the different positions emerged in doctrine and jurisprudence in this field, suggesting some solutions consistent with the proposed interpretative model. The criminal relevance of consensual exploitation is then compared with the principles of the Italian legal system (legality, offensiveness, subsidiarity and proportion, effectiveness).

Il presente lavoro di ricerca indaga il significato e i contorni assunti dal concetto di sfruttamento nel diritto penale italiano, vagliando in particolare la possibilità di attribuire rilevanza autonoma a una nozione di sfruttamento (definita in “senso stretto”) caratterizzata dalla presenza del consenso della vittima. A tal fine, vengono fatti oggetto di specifica attenzione – alla luce di un’analisi della dottrina e della giurisprudenza nazionali e sovranazionali – i concetti di “vulnerabilità” e di “approfittamento/abuso dell’altrui condizione di vulnerabilità”, considerati centrali per definire il disvalore dei fatti di sfruttamento dell’essere umano e per giustificare l’irrilevanza del consenso prestato dalla vittima al proprio sfruttamento; la ricerca conduce inoltre un’analisi critica delle posizioni emerse in dottrina e in giurisprudenza con riferimento al settore della normativa oggetto di esame, suggerendo alcune soluzioni coerenti con il modello interpretativo proposto. In conclusione al lavoro, la possibilità di attribuire rilevanza penale nel nostro sistema giuridico allo sfruttamento consensuale dell’individuo viene confrontata con i principi cardine dell’ordinamento (legalità, offensività, sussidiarietà e proporzione, effettività), da cui si ricavano indicazioni de iure condito e de iure condendo.

NON COACTUS NEQUE VOLUIT? IL CONSENSO DELLA VITTIMA AL PROPRIO SFRUTTAMENTO E LA VULNERABILITÀ INDIVIDUALE NEL DIRITTO PENALE / S. Bernardi ; tutor: C. Benussi ; co-tutor: F. Viganò ; coordinatore: C.R. Luzzati. DIPARTIMENTO DI SCIENZE GIURIDICHE "CESARE BECCARIA", 2020 Feb 12. 32. ciclo, Anno Accademico 2019. [10.13130/bernardi-silvia_phd2020-02-12].

NON COACTUS NEQUE VOLUIT? IL CONSENSO DELLA VITTIMA AL PROPRIO SFRUTTAMENTO E LA VULNERABILITÀ INDIVIDUALE NEL DIRITTO PENALE

S. Bernardi
2020

Abstract

The research investigates the meaning and the scope of the concept of exploitation in Italian criminal law, particularly by addressing if a notion of exploitation characterized by the presence of the victim's consent (that we call “strictly speaking” exploitation) has an autonomous relevance in this legal field. Therefore, the research – in the light of an analysis of national and supranational doctrine and jurisprudence – focuses on the concepts of "vulnerability" and “taking advantage/abuse of others' condition of vulnerability", which are pivotal to define the disvalue of the human exploitation and to justify why the consent given by the victim to her/his exploitation can be considered irrelevant; it also analyzes critically the different positions emerged in doctrine and jurisprudence in this field, suggesting some solutions consistent with the proposed interpretative model. The criminal relevance of consensual exploitation is then compared with the principles of the Italian legal system (legality, offensiveness, subsidiarity and proportion, effectiveness).
12-feb-2020
Il presente lavoro di ricerca indaga il significato e i contorni assunti dal concetto di sfruttamento nel diritto penale italiano, vagliando in particolare la possibilità di attribuire rilevanza autonoma a una nozione di sfruttamento (definita in “senso stretto”) caratterizzata dalla presenza del consenso della vittima. A tal fine, vengono fatti oggetto di specifica attenzione – alla luce di un’analisi della dottrina e della giurisprudenza nazionali e sovranazionali – i concetti di “vulnerabilità” e di “approfittamento/abuso dell’altrui condizione di vulnerabilità”, considerati centrali per definire il disvalore dei fatti di sfruttamento dell’essere umano e per giustificare l’irrilevanza del consenso prestato dalla vittima al proprio sfruttamento; la ricerca conduce inoltre un’analisi critica delle posizioni emerse in dottrina e in giurisprudenza con riferimento al settore della normativa oggetto di esame, suggerendo alcune soluzioni coerenti con il modello interpretativo proposto. In conclusione al lavoro, la possibilità di attribuire rilevanza penale nel nostro sistema giuridico allo sfruttamento consensuale dell’individuo viene confrontata con i principi cardine dell’ordinamento (legalità, offensività, sussidiarietà e proporzione, effettività), da cui si ricavano indicazioni de iure condito e de iure condendo.
Settore IUS/17 - Diritto Penale
BENUSSI, CARLO
LUZZATI, CLAUDIO RAFFAELE
Doctoral Thesis
NON COACTUS NEQUE VOLUIT? IL CONSENSO DELLA VITTIMA AL PROPRIO SFRUTTAMENTO E LA VULNERABILITÀ INDIVIDUALE NEL DIRITTO PENALE / S. Bernardi ; tutor: C. Benussi ; co-tutor: F. Viganò ; coordinatore: C.R. Luzzati. DIPARTIMENTO DI SCIENZE GIURIDICHE "CESARE BECCARIA", 2020 Feb 12. 32. ciclo, Anno Accademico 2019. [10.13130/bernardi-silvia_phd2020-02-12].
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