Il decoro ornamentale dipinto di S. Andrea a Vercelli è il risultato di una pluralità di interventi, accomunati dalla difficoltà di tracciarne modi, entità, esiti. Agli inizi del XVI secolo l’abate Gaspare Pettenati fece eseguire non precisabili interventi di decorazione pittorica. Tra 1822 e 1823 l'équipe coordinata da Carlo Emanuele Arborio Mella mise mano almeno alla policromia dell’incrocio, verosimilmente anche al resto delle pitture, realizzando in parallelo preziose tavole acquarellate. Le fotografie di inizio Novecento mostrano una situazione non dissimile da quella odierna: se ne deduce che gli interventi della prima metà degli anni Cinquanta del Novecento si limitarono a de-restaurare e ad integrare. In tale quadro, l’analisi autoptica della superficie pittorica fatica a chiarirne la vicenda conservativa. Senza dubbio medievali sono le diffuse tracce di correzione cromatica dei profili laterizi di archi e finestre, ben distinguibili dalle reinterpretazioni di restauro. Più difficile è stabilire il discrimine fra policromia gotica e interventi successivi in relazione alle bande geometrico-vegetali che bordano archi e costoloni: se il repertorio ornamentale si rivela coerente con il secolo XIII, la pittura ‘piatta’ e certe soluzioni marginali alimentano dubbi circa l’odierna consistenza del primitivo decoro.
Pittura ornamentale in S. Andrea: tra gotico e neogotico / F. Scirea. ((Intervento presentato al convegno S. Andrea di Vercelli e il gotico europeo all'inizio del Duecento tenutosi a Vercelli nel 2019.
Pittura ornamentale in S. Andrea: tra gotico e neogotico
F. Scirea
2019
Abstract
Il decoro ornamentale dipinto di S. Andrea a Vercelli è il risultato di una pluralità di interventi, accomunati dalla difficoltà di tracciarne modi, entità, esiti. Agli inizi del XVI secolo l’abate Gaspare Pettenati fece eseguire non precisabili interventi di decorazione pittorica. Tra 1822 e 1823 l'équipe coordinata da Carlo Emanuele Arborio Mella mise mano almeno alla policromia dell’incrocio, verosimilmente anche al resto delle pitture, realizzando in parallelo preziose tavole acquarellate. Le fotografie di inizio Novecento mostrano una situazione non dissimile da quella odierna: se ne deduce che gli interventi della prima metà degli anni Cinquanta del Novecento si limitarono a de-restaurare e ad integrare. In tale quadro, l’analisi autoptica della superficie pittorica fatica a chiarirne la vicenda conservativa. Senza dubbio medievali sono le diffuse tracce di correzione cromatica dei profili laterizi di archi e finestre, ben distinguibili dalle reinterpretazioni di restauro. Più difficile è stabilire il discrimine fra policromia gotica e interventi successivi in relazione alle bande geometrico-vegetali che bordano archi e costoloni: se il repertorio ornamentale si rivela coerente con il secolo XIII, la pittura ‘piatta’ e certe soluzioni marginali alimentano dubbi circa l’odierna consistenza del primitivo decoro.File | Dimensione | Formato | |
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