La frequentazione degli archivi degli scrittori ci permette di vivere dall’interno la complessità e la fatica che stanno i letterari. Contro tutte le estetiche del “genio” e dell’ispirazione le carte degli scrittori ci fanno percepire fino a che punto la scrittura letteraria sia duro lavoro, sofferenza, artigianalità, e fino a che punto i risultati più alti siano il frutto di un tentare e ritentare estenuante, potenzialmente senza fine: come ci ricorda proprio il papà della variantistica, Gianfranco Contini. In Vincenzo Consolo la tensione estrema verso una scrittura sperimentale (ma non avanguardistica) coincide con un’etica severissima, che fa della scrittura letteraria, sempre e comunque, un atto politico. Consolo cerca sempre di dare alla propria scrittura letteraria il massimo di intensità e di densità; d’altro canto, egli non smette di ricordare quanto le parole siano mancanti rispetto alla realtà. Le carte dell’Archivio Consolo rendono conto dello straordinario rigore del lavoro dello scrittore di Sant’Agata di Militello attraverso oltre mezzo secolo: all’incirca dal 1960, anno a cui risalgono con ogni probabilità le pagine manoscritte più antiche, al 2012, anno della morte dello scrittore. Il presente volume propone un percorso attraverso le diverse redazioni di tre romanzi, di fondamentale importanza e di eccezionale valore estetico, che rendono anche ben conto di tre metodi di scrittura abbastanza diversi, pur nella relativa continuità. Il romanzo d’esordio, La ferita dell’aprile (Mondadori, 1963), romanzo di formazione dalla matrice chiaramente autobiografica, nasce spontaneamente, senza un lavoro preparatorio, ma va mostrando la progressiva presa di coscienza di un’identità di scrittore. Il sorriso dell’ignoto marinaio (Einaudi, 1976), capolavoro indiscusso, rilegge le vicende risorgimentali costruendo un peculiare, originalissimo progetto di romanzo storico-metaforico, dove la scrittura è preceduta e accompagnata da una ricerca storica molto ampia e approfondita, addirittura ultra decennale. Nottetempo, casa per casa (Mondadori, 1992, Premio Strega) tratta il periodo delle origini del fascismo, unendo narratività conclamata (come mostra il considerevole successo di pubblico) e accentuata spinta poetizzante: è un romanzo-romanzo, con una ben percepibile continuità narrativa (che invece Il sorriso dell’ignoto marinaio spezzava per programma), ma in cui, per certi versi, Consolo accentua ulteriormente la tensione verso un romanzo-poema, tensione che caratterizzerà poi anche le opere successive. Turchetta rilegge le carte di questi tre “romanzi”, a partire dallo studio sistematico dei testimoni Manoscritti e Dattiloscritti, cui si affiancano le bozze di stampa. Il volume è corredato da riproduzioni ad alta definizione di alcune carte di particolare rilevanza presenti nell’Archivio.
"E questa storia che m'intestardo a scrivere" : Vincenzo Consolo e il dovere della scrittura / G. Turchetta. - Milano : Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2019 Mar. - ISBN 9788885938649. (CARTE RACCONTATE)
"E questa storia che m'intestardo a scrivere" : Vincenzo Consolo e il dovere della scrittura
G. Turchetta
2019
Abstract
La frequentazione degli archivi degli scrittori ci permette di vivere dall’interno la complessità e la fatica che stanno i letterari. Contro tutte le estetiche del “genio” e dell’ispirazione le carte degli scrittori ci fanno percepire fino a che punto la scrittura letteraria sia duro lavoro, sofferenza, artigianalità, e fino a che punto i risultati più alti siano il frutto di un tentare e ritentare estenuante, potenzialmente senza fine: come ci ricorda proprio il papà della variantistica, Gianfranco Contini. In Vincenzo Consolo la tensione estrema verso una scrittura sperimentale (ma non avanguardistica) coincide con un’etica severissima, che fa della scrittura letteraria, sempre e comunque, un atto politico. Consolo cerca sempre di dare alla propria scrittura letteraria il massimo di intensità e di densità; d’altro canto, egli non smette di ricordare quanto le parole siano mancanti rispetto alla realtà. Le carte dell’Archivio Consolo rendono conto dello straordinario rigore del lavoro dello scrittore di Sant’Agata di Militello attraverso oltre mezzo secolo: all’incirca dal 1960, anno a cui risalgono con ogni probabilità le pagine manoscritte più antiche, al 2012, anno della morte dello scrittore. Il presente volume propone un percorso attraverso le diverse redazioni di tre romanzi, di fondamentale importanza e di eccezionale valore estetico, che rendono anche ben conto di tre metodi di scrittura abbastanza diversi, pur nella relativa continuità. Il romanzo d’esordio, La ferita dell’aprile (Mondadori, 1963), romanzo di formazione dalla matrice chiaramente autobiografica, nasce spontaneamente, senza un lavoro preparatorio, ma va mostrando la progressiva presa di coscienza di un’identità di scrittore. Il sorriso dell’ignoto marinaio (Einaudi, 1976), capolavoro indiscusso, rilegge le vicende risorgimentali costruendo un peculiare, originalissimo progetto di romanzo storico-metaforico, dove la scrittura è preceduta e accompagnata da una ricerca storica molto ampia e approfondita, addirittura ultra decennale. Nottetempo, casa per casa (Mondadori, 1992, Premio Strega) tratta il periodo delle origini del fascismo, unendo narratività conclamata (come mostra il considerevole successo di pubblico) e accentuata spinta poetizzante: è un romanzo-romanzo, con una ben percepibile continuità narrativa (che invece Il sorriso dell’ignoto marinaio spezzava per programma), ma in cui, per certi versi, Consolo accentua ulteriormente la tensione verso un romanzo-poema, tensione che caratterizzerà poi anche le opere successive. Turchetta rilegge le carte di questi tre “romanzi”, a partire dallo studio sistematico dei testimoni Manoscritti e Dattiloscritti, cui si affiancano le bozze di stampa. Il volume è corredato da riproduzioni ad alta definizione di alcune carte di particolare rilevanza presenti nell’Archivio.File | Dimensione | Formato | |
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