Il sostanziale aumento demografico delle popolazioni di ungulati selvatici sulle Alpi negli ultimi decenni, unitamente al cambio d’uso del territorio, ha comportato problematiche non solo di ordine gestionale ma anche sanitario. A questo proposito monitorare lo stato di salute e benessere delle popolazioni selvatiche rappresenta un aspetto irrinunciabile nell’ambito di un approccio multidisciplinare. L’attenzione non va limitata solo ad episodi epidemici conclamati, ma anche rivolta a quadri subclinici che comunque possono interferire negativamente sulla dinamica di popolazione. A tal fine una fattiva collaborazione tra i diversi soggetti coinvolti nella gestione faunistica è basilare per acquisire campioni biologici da un numero elevato di animali, diversi per sesso ed età, da destinare alle diverse analisi ed allestire nel tempo serie storiche di dati sperimentali. In questo senso è quanto mai auspicabile che il campionamento sia effettuato da personale qualificato, secondo protocolli standardizzati. Tale attività, per quanto riguarda specificatamente gli aspetti sanitari, assume una funzione assimilabile a quella di osservatori epidemiologici decentrati sul territorio. Sulla base di queste premesse si riportano alcune esperienze di monitoraggio sanitario effettuato in metapopolazioni di camoscio (Rupicapra r. rupicapra). In particolare si riferisce di un’indagine multidisciplinare sull’elmintofauna abomasale di camosci svolta nel C.A.C. VCO 2 (VB). Da 394 capi abbattuti nelle stagioni venatorie 2006 e 2007 sono state raccolti dati biometrici, parassitologici e metabolici. L’elmintofauna abomasale è risultata caratterizzata dalla presenza di specie tipiche sia degli ovicaprini che dei cervidi. Per 44 soggetti è stato possibile avere a disposizione il dataset completo, evidenziando una correlazione negativa tra cariche di Haemonchus contortus e valori di protidemia ed albuminemia. Rispetto alla classe d’età, l’attenzione è stata focalizzata sugli yearlings (n=141). Nel complesso è stato possibile acquisire da un lato dati di base inerenti lo stato di salute delle popolazioni di camoscio monitorate, dall’altro evidenziare il verificarsi di interazioni sia con specie domestiche che selvatiche, e quindi la necessità di un approccio gestionale non limitato alla singola specie.

Esperienze di monitoraggio sanitario in metapopolazioni di camoscio alpino (Rupicapra r. Rupicapra) / R. Viganò, L. Pellicioli, P. Sartorelli, A. Gaffuri, P. Lanfranchi. - In: HYSTRIX. - ISSN 0394-1914. - 2008:Suppl.(2008), pp. 32-32. ((Intervento presentato al 6. convegno Congresso italiano di teriologia : Ricerca e conservazione dei mammiferi : un approccio multidisciplinare tenutosi a Cles (TN) nel 2008.

Esperienze di monitoraggio sanitario in metapopolazioni di camoscio alpino (Rupicapra r. Rupicapra)

R. Viganò
Primo
;
P. Sartorelli;P. Lanfranchi
Ultimo
2008

Abstract

Il sostanziale aumento demografico delle popolazioni di ungulati selvatici sulle Alpi negli ultimi decenni, unitamente al cambio d’uso del territorio, ha comportato problematiche non solo di ordine gestionale ma anche sanitario. A questo proposito monitorare lo stato di salute e benessere delle popolazioni selvatiche rappresenta un aspetto irrinunciabile nell’ambito di un approccio multidisciplinare. L’attenzione non va limitata solo ad episodi epidemici conclamati, ma anche rivolta a quadri subclinici che comunque possono interferire negativamente sulla dinamica di popolazione. A tal fine una fattiva collaborazione tra i diversi soggetti coinvolti nella gestione faunistica è basilare per acquisire campioni biologici da un numero elevato di animali, diversi per sesso ed età, da destinare alle diverse analisi ed allestire nel tempo serie storiche di dati sperimentali. In questo senso è quanto mai auspicabile che il campionamento sia effettuato da personale qualificato, secondo protocolli standardizzati. Tale attività, per quanto riguarda specificatamente gli aspetti sanitari, assume una funzione assimilabile a quella di osservatori epidemiologici decentrati sul territorio. Sulla base di queste premesse si riportano alcune esperienze di monitoraggio sanitario effettuato in metapopolazioni di camoscio (Rupicapra r. rupicapra). In particolare si riferisce di un’indagine multidisciplinare sull’elmintofauna abomasale di camosci svolta nel C.A.C. VCO 2 (VB). Da 394 capi abbattuti nelle stagioni venatorie 2006 e 2007 sono state raccolti dati biometrici, parassitologici e metabolici. L’elmintofauna abomasale è risultata caratterizzata dalla presenza di specie tipiche sia degli ovicaprini che dei cervidi. Per 44 soggetti è stato possibile avere a disposizione il dataset completo, evidenziando una correlazione negativa tra cariche di Haemonchus contortus e valori di protidemia ed albuminemia. Rispetto alla classe d’età, l’attenzione è stata focalizzata sugli yearlings (n=141). Nel complesso è stato possibile acquisire da un lato dati di base inerenti lo stato di salute delle popolazioni di camoscio monitorate, dall’altro evidenziare il verificarsi di interazioni sia con specie domestiche che selvatiche, e quindi la necessità di un approccio gestionale non limitato alla singola specie.
Settore VET/06 - Parassitologia e Malattie Parassitarie degli Animali
2008
Società Italiana di Ecopatologia della Fauna
Associazione Teriologica Italiana
http://www.italian-journal-of-mammalogy.it/index.php
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