Per avere un quadro delle condizioni ambientali presenti nelle realtà agro-alimentari, sono state analizzate alcune aziende appartenenti al settore lattiero-caseario, principalmente caseifici, presenti sul territorio lombardo. Per caratterizzare gli ambienti produttivi sono stati presi in considerazione diversi fattori ambientali: rumore, illuminazione, temperatura ed umidità ambientale e carica batterica delle superfici. In questo ambito verranno trattati, però, solo i temi relativi al rumore e all’illuminazione e ciò che concerne la sicurezza dei lavoratori, in particolare il problema della movimentazione manuale dei carichi e dell’applicazione del D.P.R. 547/55. Dai rilievi effettuati è emerso che i locali di produzione, soprattutto delle piccole realtà, presentano elevati livelli di rumorosità. Ciò è causato dalla presenza di più impianti funzionanti contemporaneamente in un unico locale di lavorazione. Per esempio, il funzionamento della scrematrice e delle pompe per il trasferimento della panna in cisterna durante la caseificazione in caldaia, costringe gli addetti ad un’esposizione al rumore non dettata da specifiche esigenze di produzione. In questi casi una corretta dislocazione degli impianti permetterebbe una maggiore tutela della salute dei lavoratori. I locali sono illuminati da sorgenti artificiali, poiché il conferimento del latte e le lavorazioni avvengono di notte o nelle prime ore del mattino, quando la luminosità naturale è molto bassa. L’ampia distribuzione di punti luce, soprattutto in corrispondenza delle postazioni lavoro, consente comunque un buon livello di illuminazione ambientale. La presenza di temperature ed umidità elevate, associate a scarsa ventilazione, causano in molti stabilimenti fenomeni di condensa, che a loro volta determinano formazione di muffe. La presenza di quest’ultime costituisce un grosso fattore di rischio per l’igiene della produzione e per la salute dei lavoratori. Dall’analisi delle modalità di movimentazione manuale dei carichi è emerso che due lavorazioni pesanti ed ergonomicamente disagevoli sono la rottura della cagliata e il rivoltamento manuale delle forme. Queste operazioni sono molto gravose anche perché sono effettuate in locali dove temperatura ed umidità sono elevate. Infine è stata valutata la scelta dei materiali per le finiture (pavimenti, pareti, porte, serramenti) in funzione dei requisiti igienici e di sicurezza cui i locali di lavorazione devono ottemperare in base alla legislazione vigente (D.L.vi 155/97 e 626/94).
Le condizioni ambientali in caseifici lombardi: conseguenze su igiene della produzione e qualità degli ambienti di lavoro in un caseificio artigianale / L. Dioguardi, F. Sangiorgi, G. Cortellessa - In: La sicurezza delle macchine agricole e degli impianti agro-industriali. Aspetti normativi, tecnici, aergonomici e anti-infortunistici / [a cura di] V. Marzano. - Bari : Quadrifoglio, 2002. - pp. 343-350 (( convegno Convegno Nazionale “La sicurezza delle macchine agricole e degli impianti agro-industriali” tenutosi a Alghero nel 2002.
Le condizioni ambientali in caseifici lombardi: conseguenze su igiene della produzione e qualità degli ambienti di lavoro in un caseificio artigianale
L. DioguardiPrimo
;F. SangiorgiSecondo
;
2002
Abstract
Per avere un quadro delle condizioni ambientali presenti nelle realtà agro-alimentari, sono state analizzate alcune aziende appartenenti al settore lattiero-caseario, principalmente caseifici, presenti sul territorio lombardo. Per caratterizzare gli ambienti produttivi sono stati presi in considerazione diversi fattori ambientali: rumore, illuminazione, temperatura ed umidità ambientale e carica batterica delle superfici. In questo ambito verranno trattati, però, solo i temi relativi al rumore e all’illuminazione e ciò che concerne la sicurezza dei lavoratori, in particolare il problema della movimentazione manuale dei carichi e dell’applicazione del D.P.R. 547/55. Dai rilievi effettuati è emerso che i locali di produzione, soprattutto delle piccole realtà, presentano elevati livelli di rumorosità. Ciò è causato dalla presenza di più impianti funzionanti contemporaneamente in un unico locale di lavorazione. Per esempio, il funzionamento della scrematrice e delle pompe per il trasferimento della panna in cisterna durante la caseificazione in caldaia, costringe gli addetti ad un’esposizione al rumore non dettata da specifiche esigenze di produzione. In questi casi una corretta dislocazione degli impianti permetterebbe una maggiore tutela della salute dei lavoratori. I locali sono illuminati da sorgenti artificiali, poiché il conferimento del latte e le lavorazioni avvengono di notte o nelle prime ore del mattino, quando la luminosità naturale è molto bassa. L’ampia distribuzione di punti luce, soprattutto in corrispondenza delle postazioni lavoro, consente comunque un buon livello di illuminazione ambientale. La presenza di temperature ed umidità elevate, associate a scarsa ventilazione, causano in molti stabilimenti fenomeni di condensa, che a loro volta determinano formazione di muffe. La presenza di quest’ultime costituisce un grosso fattore di rischio per l’igiene della produzione e per la salute dei lavoratori. Dall’analisi delle modalità di movimentazione manuale dei carichi è emerso che due lavorazioni pesanti ed ergonomicamente disagevoli sono la rottura della cagliata e il rivoltamento manuale delle forme. Queste operazioni sono molto gravose anche perché sono effettuate in locali dove temperatura ed umidità sono elevate. Infine è stata valutata la scelta dei materiali per le finiture (pavimenti, pareti, porte, serramenti) in funzione dei requisiti igienici e di sicurezza cui i locali di lavorazione devono ottemperare in base alla legislazione vigente (D.L.vi 155/97 e 626/94).File | Dimensione | Formato | |
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