La canzone petrarchesca “Italia mia” costituisce un vero e proprio testo-archetipo, il cui linguaggio va considerato un vero e proprio “verbo”, così scrive Gabriele Baldassarri “dotato di una pregnanza e una densità quasi scritturali”; immagini e lessemi di questo componimento “si sono letteralmente impressi nella memoria collettiva della letteratura italiana, costituendo una sorta di formulario della retorica politica , che si è conservato e trasmesso attraverso i secoli”. Ma è nella lirica del Quattrocento che limpida e chiara se ne riscontra l’eredità in autori come Giusto de’ Conti, Angelo Galli, Francesco Altobianco, Giovanni Gherardi, Malatesta Malatesti, Marco Piacentini.
Prima della citazione del “Principe” : Fortuna del Petrarca politico nella lirica quattrocentesca / G. Baldassari. - In: RASSEGNA EUROPEA DI LETTERATURA ITALIANA. - ISSN 1122-5580. - 35(2010), pp. 67-100.
Prima della citazione del “Principe” : Fortuna del Petrarca politico nella lirica quattrocentesca
G. Baldassari
2010
Abstract
La canzone petrarchesca “Italia mia” costituisce un vero e proprio testo-archetipo, il cui linguaggio va considerato un vero e proprio “verbo”, così scrive Gabriele Baldassarri “dotato di una pregnanza e una densità quasi scritturali”; immagini e lessemi di questo componimento “si sono letteralmente impressi nella memoria collettiva della letteratura italiana, costituendo una sorta di formulario della retorica politica , che si è conservato e trasmesso attraverso i secoli”. Ma è nella lirica del Quattrocento che limpida e chiara se ne riscontra l’eredità in autori come Giusto de’ Conti, Angelo Galli, Francesco Altobianco, Giovanni Gherardi, Malatesta Malatesti, Marco Piacentini.Pubblicazioni consigliate
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