Il corpo si costruisce. Prende forma nel corso della nostra vita e delle nostre relazioni, lo modelliamo attivamente nelle scelte di ogni giorno, ce lo plasmano le istituzioni con le loro richieste, siano esse sottaciute o imperiose. Eppure il nostro corpo ci appare anche come un dato essenziale, qualcosa che non scegliamo e che ci precede, un dato che può essere del tutto “naturale” al quale possiamo ritornare come ad un livello zero dell’esperienza, un prima delle volontà e delle scelte umane. Questo corpo naturale ha però, a ben guardare, tante verità a volte in sottile contrasto tra loro. Proprio questa molteplicità testimonia del suo essere per così dire indicizzato alle relazioni di sapere e potere che lo costruiscono. Ecco allora che quando apriamo con una lieve apprensione un referto medico, i valori ci appaiono non tanto come dati inconfutabili quanto come indici un po’ misteriosi che un professionista interpreterà per noi indicandoci rimedi che spesso seguiremo solo in parte, mentre sarà il nostro sentire che ci dirà come stiamo, e il nostro apparire che ci restituirà l’immagine del nostro essere per gli altri. Il sapere medico, il sentire incorporato, la gestione delle impressioni sono altrettante verità sul nostro corpo che rimandano a dimensioni diverse del sociale: istituzioni, cultura, interazione. In questo volume andremo a considerare come il corpo viene ad essere plasmato dall’interazione, dalla cultura e dalle istituzioni. Non intendiamo con questo sostenere che non vi sia un dato corporeo materiale, ovvero situato nel tempo e nello spazio, quanto piuttosto mostrare che a quel dato noi abbiamo accesso solo attraverso il nostro essere sociali, e che su quel dato, inevitabilmente la società - interazione, cultura, istituzioni - lavora. Interazione, istituzioni e cultura intervengano direttamente, imperiosamente e allo stesso tempo tacitamente, sui corpi - ad esempio, chiedendo a soggetti diversi di mostrare emozioni in modo diverso a seconda della situazione, pretendendo dai soggetti l’adesione a ruoli differenti che richiedono differenti controlli corporei, o ancora rappresentando immagini dei corpi secondo codici differenziati e fortemente normativi. Così facendo, la società rende alcuni processi significativi ed altri invisibili, alcune esperienze foriere di differenza ed altre indistinguibili e date per scontate. Il dato materiale, per la specie umana, non è mai immediato o inerte. Esiste e si attiva nella misura in cui lo comprendiamo e lo sentiamo, e il nostro comprendere e sentire sono invischiati nella pratica inevitabilmente sociale del vivere umano. L’essere umano, come animale sociale e politico, è tale sin nell’intimo della propria esperienza corporea. La nostra capacità di prendere corpo e la socialità del corpo umano, sono quindi, in qualche modo coestensive. Anche quando ci troviamo da soli, a tu per tu con il nostro corpo, lo guardiamo con occhi che la cultura ha plasmato per noi e lo sentiamo attraverso codici emotivi che abbiamo appreso sin dai nostri primi giorni di vita. E il nostro corpo ci rimanda, coi sui gesti, il suo muoversi, le sue fattezze, il nostro percorso biografico segnato dalle istituzioni e dalle relazioni che ci hanno forgiato. Il volume analizza il modo in cui il processo di incorporamento si realizza nel quotidiano mettendo in luce, in particolare, la dimensione del genere.
Corpo, genere e società / R. Sassatelli, R. Ghigi. - Bologna : Il mulino, 2018. - ISBN 9788815275158. (Universale paperbacks Il mulino)
Corpo, genere e società
R. Sassatelli
;
2018
Abstract
Il corpo si costruisce. Prende forma nel corso della nostra vita e delle nostre relazioni, lo modelliamo attivamente nelle scelte di ogni giorno, ce lo plasmano le istituzioni con le loro richieste, siano esse sottaciute o imperiose. Eppure il nostro corpo ci appare anche come un dato essenziale, qualcosa che non scegliamo e che ci precede, un dato che può essere del tutto “naturale” al quale possiamo ritornare come ad un livello zero dell’esperienza, un prima delle volontà e delle scelte umane. Questo corpo naturale ha però, a ben guardare, tante verità a volte in sottile contrasto tra loro. Proprio questa molteplicità testimonia del suo essere per così dire indicizzato alle relazioni di sapere e potere che lo costruiscono. Ecco allora che quando apriamo con una lieve apprensione un referto medico, i valori ci appaiono non tanto come dati inconfutabili quanto come indici un po’ misteriosi che un professionista interpreterà per noi indicandoci rimedi che spesso seguiremo solo in parte, mentre sarà il nostro sentire che ci dirà come stiamo, e il nostro apparire che ci restituirà l’immagine del nostro essere per gli altri. Il sapere medico, il sentire incorporato, la gestione delle impressioni sono altrettante verità sul nostro corpo che rimandano a dimensioni diverse del sociale: istituzioni, cultura, interazione. In questo volume andremo a considerare come il corpo viene ad essere plasmato dall’interazione, dalla cultura e dalle istituzioni. Non intendiamo con questo sostenere che non vi sia un dato corporeo materiale, ovvero situato nel tempo e nello spazio, quanto piuttosto mostrare che a quel dato noi abbiamo accesso solo attraverso il nostro essere sociali, e che su quel dato, inevitabilmente la società - interazione, cultura, istituzioni - lavora. Interazione, istituzioni e cultura intervengano direttamente, imperiosamente e allo stesso tempo tacitamente, sui corpi - ad esempio, chiedendo a soggetti diversi di mostrare emozioni in modo diverso a seconda della situazione, pretendendo dai soggetti l’adesione a ruoli differenti che richiedono differenti controlli corporei, o ancora rappresentando immagini dei corpi secondo codici differenziati e fortemente normativi. Così facendo, la società rende alcuni processi significativi ed altri invisibili, alcune esperienze foriere di differenza ed altre indistinguibili e date per scontate. Il dato materiale, per la specie umana, non è mai immediato o inerte. Esiste e si attiva nella misura in cui lo comprendiamo e lo sentiamo, e il nostro comprendere e sentire sono invischiati nella pratica inevitabilmente sociale del vivere umano. L’essere umano, come animale sociale e politico, è tale sin nell’intimo della propria esperienza corporea. La nostra capacità di prendere corpo e la socialità del corpo umano, sono quindi, in qualche modo coestensive. Anche quando ci troviamo da soli, a tu per tu con il nostro corpo, lo guardiamo con occhi che la cultura ha plasmato per noi e lo sentiamo attraverso codici emotivi che abbiamo appreso sin dai nostri primi giorni di vita. E il nostro corpo ci rimanda, coi sui gesti, il suo muoversi, le sue fattezze, il nostro percorso biografico segnato dalle istituzioni e dalle relazioni che ci hanno forgiato. Il volume analizza il modo in cui il processo di incorporamento si realizza nel quotidiano mettendo in luce, in particolare, la dimensione del genere.File | Dimensione | Formato | |
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