The paper analyzes the long description of Malebolge at the opening of Inferno XVIII, which is not only a discontinuity in the structure of the first Reign, but as well a sort of inner proem to the second part of the cantica. This new proem is characterized not only by a classic dimension but as well by the strong emergence of the narrans, which will often surface at the beginning of cantos in the second part of Hell. More specifically, the paper studies the classic element of the locus est, implying that Thebais II and Aeneis VII may have played a pivotal role in the structure and purpose of Dante’s use (for example for the relationship with openings to the afterworld). Furthermore, specific attention is paid to Geryon as link between Inferno XVI and XVIII and as a challenge to the reader’s imagination and Dante’s claim of his own creativity in relationship to flights in literature. Eventually, the paper shows how the classic topos of Locus est has been crossed with comic elements, and how the simile of the castle evokes castles belonging to the world of literature and, at the same time, helps to structure a constant and symbolic metaphor of the Comedia

Nel saggio si analizza lo scarto segnato nella struttura dell’Inferno dalla lunga descrizione dell’ambiente delle Malebolge che apre il canto XVIII e che costituisce una sorta di proemio interno alla prima cantica: un proemio segnato dalla forte matrice epica e insieme dal prorompere della voce del narrans, che avvia una tipologia di incipit che poi sarà frequente nella seconda parte della cantica. Si analizza in particolare la formula classica del locus est, suggerendo che l’uso nel secondo libro della Tebaide e nel settimo dell’Eneide possa avere giocato un ruolo determinante nella strutturazione e funzione della formula dantesca (si veda la connessione a luoghi che costituiscono un varco verso l’Aldilà). Si osserva inoltre il ruolo determinante della figura di Gerione come elemento di collegamento tra XVI, XVII e XVIII e come caso di sfida all’immaginazione del lettore e rivendicazione da parte di Dante del proprio ruolo creatore anche in rapporto ai modelli di volo poetico. Insieme, viene studiato tanto come il modello classico del Locus est venga ibridato con forme comiche, quanto come la particolare costruzione della similitudine del castello rimandi a castelli dell’immaginario letterario e insieme contribuisca ad articolare una costante metaforica estesa a tutta la Commedia.

Tra un volo e un castello (If XVII-XVIII) : l'imaginativa dantesca nel cuore dell'Inferno / G. Barucci. - In: CAMPI IMMAGINABILI. - ISSN 1724-966X. - 56-57:1-2(2017), pp. 17-36.

Tra un volo e un castello (If XVII-XVIII) : l'imaginativa dantesca nel cuore dell'Inferno

G. Barucci
Primo
2017

Abstract

The paper analyzes the long description of Malebolge at the opening of Inferno XVIII, which is not only a discontinuity in the structure of the first Reign, but as well a sort of inner proem to the second part of the cantica. This new proem is characterized not only by a classic dimension but as well by the strong emergence of the narrans, which will often surface at the beginning of cantos in the second part of Hell. More specifically, the paper studies the classic element of the locus est, implying that Thebais II and Aeneis VII may have played a pivotal role in the structure and purpose of Dante’s use (for example for the relationship with openings to the afterworld). Furthermore, specific attention is paid to Geryon as link between Inferno XVI and XVIII and as a challenge to the reader’s imagination and Dante’s claim of his own creativity in relationship to flights in literature. Eventually, the paper shows how the classic topos of Locus est has been crossed with comic elements, and how the simile of the castle evokes castles belonging to the world of literature and, at the same time, helps to structure a constant and symbolic metaphor of the Comedia
Nel saggio si analizza lo scarto segnato nella struttura dell’Inferno dalla lunga descrizione dell’ambiente delle Malebolge che apre il canto XVIII e che costituisce una sorta di proemio interno alla prima cantica: un proemio segnato dalla forte matrice epica e insieme dal prorompere della voce del narrans, che avvia una tipologia di incipit che poi sarà frequente nella seconda parte della cantica. Si analizza in particolare la formula classica del locus est, suggerendo che l’uso nel secondo libro della Tebaide e nel settimo dell’Eneide possa avere giocato un ruolo determinante nella strutturazione e funzione della formula dantesca (si veda la connessione a luoghi che costituiscono un varco verso l’Aldilà). Si osserva inoltre il ruolo determinante della figura di Gerione come elemento di collegamento tra XVI, XVII e XVIII e come caso di sfida all’immaginazione del lettore e rivendicazione da parte di Dante del proprio ruolo creatore anche in rapporto ai modelli di volo poetico. Insieme, viene studiato tanto come il modello classico del Locus est venga ibridato con forme comiche, quanto come la particolare costruzione della similitudine del castello rimandi a castelli dell’immaginario letterario e insieme contribuisca ad articolare una costante metaforica estesa a tutta la Commedia.
Dante; Inferno; Gerione; Malebolge; imaginativa; Locus est
Settore L-FIL-LET/10 - Letteratura Italiana
2017
http://www.store.rubbettinoeditore.it/riviste/campi-immaginabili/2017/campi-immaginabili-56-57.html
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