Introduzione Negli adulti, le fratture da fragilità ossea sono le più gravi manifestazioni dell’osteoporosi e la loro frequenza aumenta in modo esponenziale con l’età. Osteoporosi e fratture da fragilità ossea, tuttavia, sono in aumento anche nei giovani, molto spesso come conseguenza di prolungate terapie con corticosteroidi o altri farmaci immunosoppressori somministrati in caso di malattie croniche (come la fibrosi cistica o l’insufficienza renale) o a seguito di trapianto d’organo. Conoscere l’epidemiologia delle fratture, in bambini e adolescenti malati, è cruciale per definire sia le conseguenze dell’osteoporosi in questa categoria di soggetti, sia per sviluppare strategie preventive. Attualmente non sono disponibili dati raccolti sistematicamente sull’incidenza di fratture da fragilità ossea in età giovanile, e in letteratura sono riportati solo sporadici studi condotti su un limitato numero di casi. Per questo è stato condotto uno studio pilota per valutare la possibilità di realizzare un “International Register of Fractures Fragilità in the Young (IRFFY)”. In questa nota sono illustrati i primi risultati ottenuti e i principali problemi incontrati nell’implementazione di un registro internazionale che ha coinvolto anche nazioni extra-europee. Soggetti e Metodi Lo studio pilota, condotto nel periodo 1.4.02-31.3.03, è stato condotto in 6 nazioni europee (Polonia, Olanda, Gran Bretagna, Germania, Repubblica Ceca, Italia) e in 3 Paesi extra-europei (USA, Argentina e Brasile), per un totale di 11 strutture ospedaliere. Il questionario usato per la raccolta dei dati è costituito da 2 parti: una compilata in occasione del ricovero del paziente per la frattura ed una compilata 6 mesi dopo. La prima parte del questionario raccoglie informazioni relative a peso alla nascita ed età gestazionale, stadio puberale, peso e statura al momento della frattura, patologia primaria (causa di fragilità ossea), contenuto di calcio nella dieta, terapia a cui è sottoposto il paziente, trauma che ha causato la frattura e tipo di intervento, valutazione della densità ossea. La seconda parte riguarda le conseguenze a medio termine della frattura. Risultati Nel periodo considerato si sono raccolti i dati relativi a 257 pazienti, per un totale di 291 fratture (63 delle quali multiple, soprattutto radio e ulna) così suddivise: 36 al femore, 24 alle vertebre, 72 agli arti inferiori e 143 agli arti superiori. La causa della frattura è imputabile, nel 41% dei casi ad una moderata attività fisica (camminare, correre, saltare, ballare, ...); nel 28% ad attività sportiva e nel restante 31% a traumi minimi (starnutire, sollevare un peso, …). La fragilità ossea è dovuta ad osteogenesi imperfetta nel 18% dei pazienti, a osteoporosi ideopatica nel 10% e a rachitismo nel 3%; nel restante 70% circa dei casi si tratta invece di osteoporosi secondaria. Uno dei problemi riscontrati nella raccolta dei dati riguarda la difficoltà di prevedere tutte le possibili modalità delle domande a risposta chiusa. Alla domanda “Patologia primaria”, che pure prevede 24 possibili risposte, si è registrato il 40% di risposte “altro”. Altri inconvenienti sono legati soprattutto alle diverse consuetudini dei Paesi coinvolti. Ad esempio nella scrittura delle date: il formato previsto è “gg/mm/aa”, tuttavia in alcuni questionari le date sono state indicate come “mm/gg/aa”, e non sempre è possibile individuare lo scambio tra mesi e giorni; ancora più rilevante l’interpretazione delle risposte alla domanda “età alla diagnosi della patologia primaria”; in alcuni casi, anziché l’età alla diagnosi (in aa/mm) è stata indicata la data della diagnosi. Il problema più serio è però rappresentato dall’elevato numero di dati mancanti che riguarda, con maggior frequenza, lo stadio puberale, la patologia primaria, lo z.score associato alla valutazione della densità ossea e la quantità di calcio introdotta con la dieta e le conseguenze della frattura. Discussione Lo studio pilota ha evidenziato come il problema delle fratture nei giovani sia molto sottostimato, sia nella popolazione generale sia in quella a rischio per le patologie di cui è affetta. Pertanto, si provvederà a continuare lo studio con la partecipazione di altre Nazioni e di altre strutture ospedaliere delle Nazioni già coinvolte, dopo aver rivisto il questionario e le regole di codifica delle variabili.

Presentazione di un registro internazionale delle fratture da fragilità ossea / V. Porcelli, L. Viviani, A. Bossi, M.L. Bianchi. ((Intervento presentato al 29. convegno Congresso Italiano di Epidemiologia. Epidemiologia: una disciplina, tante applicazioni tenutosi a Pisa nel 2005.

Presentazione di un registro internazionale delle fratture da fragilità ossea

L. Viviani
Secondo
;
A. Bossi
Penultimo
;
2005

Abstract

Introduzione Negli adulti, le fratture da fragilità ossea sono le più gravi manifestazioni dell’osteoporosi e la loro frequenza aumenta in modo esponenziale con l’età. Osteoporosi e fratture da fragilità ossea, tuttavia, sono in aumento anche nei giovani, molto spesso come conseguenza di prolungate terapie con corticosteroidi o altri farmaci immunosoppressori somministrati in caso di malattie croniche (come la fibrosi cistica o l’insufficienza renale) o a seguito di trapianto d’organo. Conoscere l’epidemiologia delle fratture, in bambini e adolescenti malati, è cruciale per definire sia le conseguenze dell’osteoporosi in questa categoria di soggetti, sia per sviluppare strategie preventive. Attualmente non sono disponibili dati raccolti sistematicamente sull’incidenza di fratture da fragilità ossea in età giovanile, e in letteratura sono riportati solo sporadici studi condotti su un limitato numero di casi. Per questo è stato condotto uno studio pilota per valutare la possibilità di realizzare un “International Register of Fractures Fragilità in the Young (IRFFY)”. In questa nota sono illustrati i primi risultati ottenuti e i principali problemi incontrati nell’implementazione di un registro internazionale che ha coinvolto anche nazioni extra-europee. Soggetti e Metodi Lo studio pilota, condotto nel periodo 1.4.02-31.3.03, è stato condotto in 6 nazioni europee (Polonia, Olanda, Gran Bretagna, Germania, Repubblica Ceca, Italia) e in 3 Paesi extra-europei (USA, Argentina e Brasile), per un totale di 11 strutture ospedaliere. Il questionario usato per la raccolta dei dati è costituito da 2 parti: una compilata in occasione del ricovero del paziente per la frattura ed una compilata 6 mesi dopo. La prima parte del questionario raccoglie informazioni relative a peso alla nascita ed età gestazionale, stadio puberale, peso e statura al momento della frattura, patologia primaria (causa di fragilità ossea), contenuto di calcio nella dieta, terapia a cui è sottoposto il paziente, trauma che ha causato la frattura e tipo di intervento, valutazione della densità ossea. La seconda parte riguarda le conseguenze a medio termine della frattura. Risultati Nel periodo considerato si sono raccolti i dati relativi a 257 pazienti, per un totale di 291 fratture (63 delle quali multiple, soprattutto radio e ulna) così suddivise: 36 al femore, 24 alle vertebre, 72 agli arti inferiori e 143 agli arti superiori. La causa della frattura è imputabile, nel 41% dei casi ad una moderata attività fisica (camminare, correre, saltare, ballare, ...); nel 28% ad attività sportiva e nel restante 31% a traumi minimi (starnutire, sollevare un peso, …). La fragilità ossea è dovuta ad osteogenesi imperfetta nel 18% dei pazienti, a osteoporosi ideopatica nel 10% e a rachitismo nel 3%; nel restante 70% circa dei casi si tratta invece di osteoporosi secondaria. Uno dei problemi riscontrati nella raccolta dei dati riguarda la difficoltà di prevedere tutte le possibili modalità delle domande a risposta chiusa. Alla domanda “Patologia primaria”, che pure prevede 24 possibili risposte, si è registrato il 40% di risposte “altro”. Altri inconvenienti sono legati soprattutto alle diverse consuetudini dei Paesi coinvolti. Ad esempio nella scrittura delle date: il formato previsto è “gg/mm/aa”, tuttavia in alcuni questionari le date sono state indicate come “mm/gg/aa”, e non sempre è possibile individuare lo scambio tra mesi e giorni; ancora più rilevante l’interpretazione delle risposte alla domanda “età alla diagnosi della patologia primaria”; in alcuni casi, anziché l’età alla diagnosi (in aa/mm) è stata indicata la data della diagnosi. Il problema più serio è però rappresentato dall’elevato numero di dati mancanti che riguarda, con maggior frequenza, lo stadio puberale, la patologia primaria, lo z.score associato alla valutazione della densità ossea e la quantità di calcio introdotta con la dieta e le conseguenze della frattura. Discussione Lo studio pilota ha evidenziato come il problema delle fratture nei giovani sia molto sottostimato, sia nella popolazione generale sia in quella a rischio per le patologie di cui è affetta. Pertanto, si provvederà a continuare lo studio con la partecipazione di altre Nazioni e di altre strutture ospedaliere delle Nazioni già coinvolte, dopo aver rivisto il questionario e le regole di codifica delle variabili.
set-2005
Settore MED/01 - Statistica Medica
Associazione Italiana di Epidemiologia
Presentazione di un registro internazionale delle fratture da fragilità ossea / V. Porcelli, L. Viviani, A. Bossi, M.L. Bianchi. ((Intervento presentato al 29. convegno Congresso Italiano di Epidemiologia. Epidemiologia: una disciplina, tante applicazioni tenutosi a Pisa nel 2005.
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