The Ghiardo site consists of lithic artefacts found in situ at the top of a paleosol buried by a weathered loess cover. Recent palaeoenvironmental research and TL and OSL dating suggest a sufficiently time-constrained period for human frequentation of the area, which occurred in a steppe environment during the last glacial phase (MIS4). From the functional point of view, the site shows the overlap of several lithic workshops, where raw materials imported from nearby areas were processed; in one case a fireplace is preserved within the limits of a workshop. The chaînes opératoire belong to the Levallois tradition. Evidence for different activities is relatively scarce; few retouched tools (mostly scrapers) were found. Worthy of note are the finds of blocks of raw material, imported to the site but not processed; these could be connected with residential structures. The stratigraphic context and radiometric dating available up to now enable the attribution of the lithic assemblage to a Mousterian culture with rare bifacial items; it therefore belongs to an advanced phase of the middle Palaeolithic. The investigation at Ghiardo offers interesting perspectives on the Palaeolithic frequentation of the area, and the possibility of correlating our findings with coeval archaeological sites distributed along the Apennine foothill belt of the Emilia Romagna and Marche regions and the northern fringe of the Po Plain.

Il sito consiste di manufatti in giacitura primaria alla superficie di un suolo sepolto da loess successivamente pedogenizzato. Nuove ricerche paleoambientali e datazioni TL ed OSL permettono di collocare con maggiore precisione la frequentazione antropica nell’ambiente steppico stabilitosi nell’area durante l’ultima glaciazione, nel MIS4. Dal punto di vista funzionale il sito è costituito dalla sovrapposizione di diverse officine litiche, in un caso associate ad un focolare, nelle quali venivano ridotti e trasformati in supporti le materie prime raccolte nelle vicinanze, ma non immediatamente in loco. Le catene operative individuate sono quasi esclusivamente di tipo Levallois. Relativamente limitate sono le testimonianze che permettono di identificare altri tipi di attività. Scarsi sono infatti gli strumenti ritoccati, in maggioranza raschiatoi. Di particolare interesse l’esistenza di concentrazioni di blocchi in pietra non trasformati e importati in loco, che potrebbero essere legati a strutture abitative. Il contesto stratigrafico e le datazioni radiometriche di cui oggi si dispone pongono l’industria litica, definibile come un Musteriano a rari elementi bifacciali, in una fase avanzata del Paleolitico medio ed offrono interessanti prospettive di correlazione con analoghi siti noti lungo il margine del Pedeappennino emilano-romagnolo e marchigiano ed al margine settentrionale della Pianura Padana.

Il sito Paleolitico di Cave del Ghiardo: industrie, cronologia, ambiente / M. Cremaschi, F. Negrino, P. Magnani, A. Zerboni, C. Nicosia, H. Rodnight, C. Spötl (STUDI DI PREISTORIA E PROTOSTORIA). - In: Preistoria e Protostoria dell’Emilia Romagna / [a cura di] M. Bernabò Brea. - [s.l] : Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, 2017. - ISBN 9788860450593. - pp. 49-58 (( Intervento presentato al 45. convegno Riunione scientifca dell'Istituto italiano di preistoria e protostoria tenutosi a Modena nel 2010.

Il sito Paleolitico di Cave del Ghiardo: industrie, cronologia, ambiente

M. Cremaschi;A. Zerboni;
2017

Abstract

The Ghiardo site consists of lithic artefacts found in situ at the top of a paleosol buried by a weathered loess cover. Recent palaeoenvironmental research and TL and OSL dating suggest a sufficiently time-constrained period for human frequentation of the area, which occurred in a steppe environment during the last glacial phase (MIS4). From the functional point of view, the site shows the overlap of several lithic workshops, where raw materials imported from nearby areas were processed; in one case a fireplace is preserved within the limits of a workshop. The chaînes opératoire belong to the Levallois tradition. Evidence for different activities is relatively scarce; few retouched tools (mostly scrapers) were found. Worthy of note are the finds of blocks of raw material, imported to the site but not processed; these could be connected with residential structures. The stratigraphic context and radiometric dating available up to now enable the attribution of the lithic assemblage to a Mousterian culture with rare bifacial items; it therefore belongs to an advanced phase of the middle Palaeolithic. The investigation at Ghiardo offers interesting perspectives on the Palaeolithic frequentation of the area, and the possibility of correlating our findings with coeval archaeological sites distributed along the Apennine foothill belt of the Emilia Romagna and Marche regions and the northern fringe of the Po Plain.
Il sito consiste di manufatti in giacitura primaria alla superficie di un suolo sepolto da loess successivamente pedogenizzato. Nuove ricerche paleoambientali e datazioni TL ed OSL permettono di collocare con maggiore precisione la frequentazione antropica nell’ambiente steppico stabilitosi nell’area durante l’ultima glaciazione, nel MIS4. Dal punto di vista funzionale il sito è costituito dalla sovrapposizione di diverse officine litiche, in un caso associate ad un focolare, nelle quali venivano ridotti e trasformati in supporti le materie prime raccolte nelle vicinanze, ma non immediatamente in loco. Le catene operative individuate sono quasi esclusivamente di tipo Levallois. Relativamente limitate sono le testimonianze che permettono di identificare altri tipi di attività. Scarsi sono infatti gli strumenti ritoccati, in maggioranza raschiatoi. Di particolare interesse l’esistenza di concentrazioni di blocchi in pietra non trasformati e importati in loco, che potrebbero essere legati a strutture abitative. Il contesto stratigrafico e le datazioni radiometriche di cui oggi si dispone pongono l’industria litica, definibile come un Musteriano a rari elementi bifacciali, in una fase avanzata del Paleolitico medio ed offrono interessanti prospettive di correlazione con analoghi siti noti lungo il margine del Pedeappennino emilano-romagnolo e marchigiano ed al margine settentrionale della Pianura Padana.
Le site correspond à des épandages d’objets de pierre taillée découverts en position primaire à la surface d›un sol recouvert par une couche de loess altérée par la pédogenèse. De récentes datations TL et OSL ont permis d’attribuer la fréquentation paléolithique au stade isotopique MIS4, dans un environnement steppique remontant à la dernière glaciation. D’un point de vue fonctionnel, le site correspond à la superposition de plusieurs ateliers de tailles, associé dans un cas à un foyer, au sein desquels les matières premières, collectées à proximité du site, étaient débitées et transformées en supports. Les chaînes opératoires identifiées appartiennent presque exclusivement à la méthode Levallois. Les témoins archéologiques permettant d’identifier d’autres types d’activités sont en revanche relativement rares. Les outils retouchés, correspondant en majorité à des racloirs, sont en fait peu nombreux. Des concentrations de blocs de pierre importés pouvant être liées à des structures d’habitats présentent également un intérêt particulier. Le contexte stratigraphique et les datations placent l'industrie lithique, un Moustérien associé à de rares bifaces, dans un stade avancé du Paléolithique moyen et permettent de la corréler à d’autres sites paléolithiques similaires connus le long des marges de la vallée du Pô.
Settore GEO/04 - Geografia Fisica e Geomorfologia
Settore L-ANT/01 - Preistoria e Protostoria
2017
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/481126
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