Ovidio nel VI libro dei Fasti tratta il ciclo festivo dei Vestalia, il poeta, dopo aver invocato la dea, ne descrive il santuario, l’unico tempio arcaico a pianta circolare. Le pareti circolari del sacello costruito da Numa secondo Ovidio rappresenterebbero l’Universo, il fuoco di Vesta, invece, sarebbe la Terra sospesa nel centro del Cosmo. La trattazione ovidiana del tempio ricalca quella fornita da Verrio Flacco (in Fest. p. 347 L.), e presente anche in Dionigi di Alicarnasso (II 66,3) e Plutarco (Numa 11). Ovidio, a differenza degli autori succitati, fa seguire la trattazione dell’ Aedes Vestae da una dimostrazione didascalica dell’immobilità e della sfericità della Terra. Il poeta contamina l’elegia eziologica con la poesia scientifica didascalica di argomento cosmologico. La dimostrazione si conclude con un exemplum: il sacello di Vesta modello dell’Universo viene messo in confronto da Ovidio alla sfera di Archimede, portata a Roma da Marcello, ed esposta nel tempio di Virtus. L’intervento proposto mira, da un lato a ricostruire il retroterra filosofico dell’excursus ovidiano, dall’altro intende analizzare la struttura didascalica dell’argomentazione scientifica.

Il tempio di Vesta: un cosmo in miniatura al centro di Roma (Ovid. Fast. VI 265 sgg.) / M. Rossetti. ((Intervento presentato al convegno Cantieri d'autunno, seminari dedicati all'antico dell'Università degli studi di Pavia tenutosi a Pavia nel 2015.

Il tempio di Vesta: un cosmo in miniatura al centro di Roma (Ovid. Fast. VI 265 sgg.)

M. Rossetti
2015

Abstract

Ovidio nel VI libro dei Fasti tratta il ciclo festivo dei Vestalia, il poeta, dopo aver invocato la dea, ne descrive il santuario, l’unico tempio arcaico a pianta circolare. Le pareti circolari del sacello costruito da Numa secondo Ovidio rappresenterebbero l’Universo, il fuoco di Vesta, invece, sarebbe la Terra sospesa nel centro del Cosmo. La trattazione ovidiana del tempio ricalca quella fornita da Verrio Flacco (in Fest. p. 347 L.), e presente anche in Dionigi di Alicarnasso (II 66,3) e Plutarco (Numa 11). Ovidio, a differenza degli autori succitati, fa seguire la trattazione dell’ Aedes Vestae da una dimostrazione didascalica dell’immobilità e della sfericità della Terra. Il poeta contamina l’elegia eziologica con la poesia scientifica didascalica di argomento cosmologico. La dimostrazione si conclude con un exemplum: il sacello di Vesta modello dell’Universo viene messo in confronto da Ovidio alla sfera di Archimede, portata a Roma da Marcello, ed esposta nel tempio di Virtus. L’intervento proposto mira, da un lato a ricostruire il retroterra filosofico dell’excursus ovidiano, dall’altro intende analizzare la struttura didascalica dell’argomentazione scientifica.
14-ott-2015
Settore L-FIL-LET/04 - Lingua e Letteratura Latina
Settore L-FIL-LET/05 - Filologia Classica
Il tempio di Vesta: un cosmo in miniatura al centro di Roma (Ovid. Fast. VI 265 sgg.) / M. Rossetti. ((Intervento presentato al convegno Cantieri d'autunno, seminari dedicati all'antico dell'Università degli studi di Pavia tenutosi a Pavia nel 2015.
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