La discarica mineraria del Coren del Cucì è, insieme ad alcune gallerie, quanto rimane a testimonianza dell’antica attività mineraria che si svolse in passato nei pressi dell’abitato di Gromo. Essa è costituita da un accumulo di frammenti di roccia eterometrici più o meno mineralizzati (waste rocks) e dai loro prodotti di lavorazione (tailings) che occupano una superficie di circa 40.000 m2 e hanno un volume stimato di 20.000 m3. La coltivazione del giacimento era volta all’estrazione di metalli pesanti quali Fe, Cu, Pb, Zn e Ag da una mineralizzazione costituita prevalentemente da pirite, calcopirite, tetraedrite, arsenopirite, blenda e galena, ospitata in una breccia di basamento silicizzata posta al contatto fra Basamento Cristallino e Formazione di Collio. Per quanto in concentrazioni molto inferiori a quelle della mineralizzazione vera e propria, la presenza diffusa di metalli al di sopra delle concentrazioni di soglia di contaminazione (CSC) fissate dal D.Lgs. 152/2006 crea una situazione di potenziale rischio ambientale che deve essere valutata. Per la caratterizzazione del sito, in una prima fase, sono state raccolte informazioni riguardanti gli aspetti giacimentologici, geomorfologici, geologici e idrogeologici. Successivamente è stato svolto un campionamento ragionato (EPA, 2002) di oltre 60 campioni di terreno distribuiti sia all’interno che all’esterno del corpo di discarica mineraria seguendo la metodologia FOREGS (Salminen et al., 1998). La concentrazione dei metalli nei campioni di terreno è stata determinata mediante analisi ICP-AES, e la loro dispersione nello spazio è stata ricavata dalla georeferenziazione dei dati e dall’elaborazione geostatistica degli stessi, dai quali si evince come: - Pb (massima concentrazione: 9444 ppm) e Zn (19889 ppm) siano concentrati ubiquitariamente sia all’interno che all’esterno del corpo di discarica con dei massimi di concentrazione in corrispondenza di imbocchi di miniera; - Ag (72 ppm), Co (424 ppm), Cu (2861 ppm) e Ni (255 ppm) presentino concentrazioni più elevate in corrispondenza del corpo di discarica mineraria rispetto ai terreni circostanti. Dal confronto con le CSC del D.Lgs. 152/2006 è possibile osservare come: - Ni superi solo in aree ristrette il limite previsto per i terreni ad uso residenziale; - Cd, Co, Pb e Zn superino diffusamente i limiti per i terreni ad uso residenziale e in due aree ristrette quelli per i terreni ad uso commerciale ed industriale; - Cu superi in una vasta area il limite per i terreni ad uso commerciale ed industriale. Inoltre, è stata osservata una stretta relazione tra i depositi di discarica mineraria e Calluna Vulgaris (De Capitani et al., 2003), unica specie che cresce su questo terreno. A tal proposito alcuni arbusti sono stati campionati ed analizzati per determinare il loro coefficiente di assorbimento per i diversi metalli: i risultati hanno confermato che Calluna Vulgaris è capace di crescere su substrati acidi e poveri di macronutrienti nei quali siano presenti anche alte concentrazioni di elementi tossici, senza però bioaccumularli. L’acquisizione completa e ordinata dei dati sovraelencati porta ad individuare i punti sorgente dei metalli pesanti e i loro possibili percorsi di trasporto, i possibili recettori della contaminazione, il rischio ambientale correlato al sito e le migliori metodologie di ripristino ambientale.

Caratterizzazione geochimica e biogeochimica della discarica mineraria del Coren del Cucì di Gromo (Alta Val Seriana, BG) / D. Servida, L. De Capitani, G. Grieco. ((Intervento presentato al 85. convegno Congresso della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia tenutosi a Fluminimaggiore nel 2006.

Caratterizzazione geochimica e biogeochimica della discarica mineraria del Coren del Cucì di Gromo (Alta Val Seriana, BG)

D. Servida
Primo
;
L. De Capitani
Secondo
;
G. Grieco
Ultimo
2006

Abstract

La discarica mineraria del Coren del Cucì è, insieme ad alcune gallerie, quanto rimane a testimonianza dell’antica attività mineraria che si svolse in passato nei pressi dell’abitato di Gromo. Essa è costituita da un accumulo di frammenti di roccia eterometrici più o meno mineralizzati (waste rocks) e dai loro prodotti di lavorazione (tailings) che occupano una superficie di circa 40.000 m2 e hanno un volume stimato di 20.000 m3. La coltivazione del giacimento era volta all’estrazione di metalli pesanti quali Fe, Cu, Pb, Zn e Ag da una mineralizzazione costituita prevalentemente da pirite, calcopirite, tetraedrite, arsenopirite, blenda e galena, ospitata in una breccia di basamento silicizzata posta al contatto fra Basamento Cristallino e Formazione di Collio. Per quanto in concentrazioni molto inferiori a quelle della mineralizzazione vera e propria, la presenza diffusa di metalli al di sopra delle concentrazioni di soglia di contaminazione (CSC) fissate dal D.Lgs. 152/2006 crea una situazione di potenziale rischio ambientale che deve essere valutata. Per la caratterizzazione del sito, in una prima fase, sono state raccolte informazioni riguardanti gli aspetti giacimentologici, geomorfologici, geologici e idrogeologici. Successivamente è stato svolto un campionamento ragionato (EPA, 2002) di oltre 60 campioni di terreno distribuiti sia all’interno che all’esterno del corpo di discarica mineraria seguendo la metodologia FOREGS (Salminen et al., 1998). La concentrazione dei metalli nei campioni di terreno è stata determinata mediante analisi ICP-AES, e la loro dispersione nello spazio è stata ricavata dalla georeferenziazione dei dati e dall’elaborazione geostatistica degli stessi, dai quali si evince come: - Pb (massima concentrazione: 9444 ppm) e Zn (19889 ppm) siano concentrati ubiquitariamente sia all’interno che all’esterno del corpo di discarica con dei massimi di concentrazione in corrispondenza di imbocchi di miniera; - Ag (72 ppm), Co (424 ppm), Cu (2861 ppm) e Ni (255 ppm) presentino concentrazioni più elevate in corrispondenza del corpo di discarica mineraria rispetto ai terreni circostanti. Dal confronto con le CSC del D.Lgs. 152/2006 è possibile osservare come: - Ni superi solo in aree ristrette il limite previsto per i terreni ad uso residenziale; - Cd, Co, Pb e Zn superino diffusamente i limiti per i terreni ad uso residenziale e in due aree ristrette quelli per i terreni ad uso commerciale ed industriale; - Cu superi in una vasta area il limite per i terreni ad uso commerciale ed industriale. Inoltre, è stata osservata una stretta relazione tra i depositi di discarica mineraria e Calluna Vulgaris (De Capitani et al., 2003), unica specie che cresce su questo terreno. A tal proposito alcuni arbusti sono stati campionati ed analizzati per determinare il loro coefficiente di assorbimento per i diversi metalli: i risultati hanno confermato che Calluna Vulgaris è capace di crescere su substrati acidi e poveri di macronutrienti nei quali siano presenti anche alte concentrazioni di elementi tossici, senza però bioaccumularli. L’acquisizione completa e ordinata dei dati sovraelencati porta ad individuare i punti sorgente dei metalli pesanti e i loro possibili percorsi di trasporto, i possibili recettori della contaminazione, il rischio ambientale correlato al sito e le migliori metodologie di ripristino ambientale.
2006
Settore GEO/09 - Georisorse Miner.Appl.Mineral.-Petrogr.per l'amb.e i Beni Cul
Settore GEO/08 - Geochimica e Vulcanologia
Società Italiana di Mineralogia e Petrologia
Caratterizzazione geochimica e biogeochimica della discarica mineraria del Coren del Cucì di Gromo (Alta Val Seriana, BG) / D. Servida, L. De Capitani, G. Grieco. ((Intervento presentato al 85. convegno Congresso della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia tenutosi a Fluminimaggiore nel 2006.
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