The Body is the Screen. Merleau-Ponty’s Philosophy of the Visual Merleau-Ponty’s later thought is primarily concerned with a new conception of visibility, of what the philosopher calls a “generality of the Sensible”, originating both the “reversibility” of the body, its capacity to be both sentient and sensible, and an intentionality of the visible itself. What is at stake in thinking of the seer as being enveloped in the visible, as being of it, within the visible, is an “ontological rehabilitation of the sensible”, which is particularly rich and brings along consequences for an understanding of our contemporary scopic regime, and especially of the ontological status of images and screens in our visual experience. Merleau-Ponty thinks of the visible world not simply as an object, but as the pivot for a new conception of rationality and Being, one that seeks to rearticulate the ontological relationship between the self and the world beyond all forms of dualism. Accordingly, the visible is taken into account in its historicity, as long as it is phenomenal and situated in its appearance, but also as it always implies a constitutive invisibility or a certain latency and virtuality. Vision is conceived as a historical and processual phenomenon, including anthropological and epistemic mutations being afoot in our contact with the visible world, inscribed in human forms of expression and particularly artistic creation, which is one of the cores of Merleau-Ponty’s philosophical work. It is then with regard to such aspects that it is possible to refer to a philosophy of the “visual” in Merleau-Ponty, which I will try to characterize, by focusing on some fundamental pivotal points, such as image, medium, technique, work of art, haptic. I will make special reference to the reflection on cinema and the notion of “screen”, in the attempt of both retracing the elaboration of such issues, in relation to sources and different phases of Merleau-Ponty’s philosophy, and appreciating the interest that his thought has generated in other scientific fields related to visual.

Il corpo è lo schermo. La filosofia del visuale di Merleau-Ponty Per Merleau-Ponty, l’esigenza di ripensare la razionalità contemporanea al di là del dualismo di soggetto-oggetto implica e si intreccia con la questione dello sguardo, inteso non come punto in cui si origina una visione del mondo, ma come evento nel quale il soggetto e il mondo si generano in un movimento reciproco di co-naissance. Il visibile, e, più specificamente, quel tipo particolare di visibile che è l’immagine, è pensato come uno snodo decisivo, come punto in cui ne va della razionalità e dell’Essere, ed è compreso nella sua storicità propria, in virtù della sua apparizione fenomenica e situata, ma anche in quanto esso costitutivamente implica un risvolto di invisibile o orizzonte di latenza. Il vedere è così situato da Merleau-Ponty in quel corpo i cui occhi vedono ed il rapporto tra corpo e immagine è compreso nella sua trama storica e processuale, che si allarga fino ad includere le mutazioni antropologiche ed epistemiche che possiamo ritrovare all’opera nel nostro rapporto percettivo con il mondo e che in particolar modo si trovano inscritte nel fenomeno dell’espressione artistica. Considerando il soggetto come vedente che non si trova semplicemente nel visibile ma, che ne è, il filosofo viene così a delineare una reversibilità della visione ed una co-implicazione di senso e sensibile, le cui conseguenze teoriche toccano in modo pregnante la nostra comprensione dell’universo visuale e del regime scopico contemporaneo, trovandosi in una significativa convergenza con le istanze proprie della svolta iconica che ha investito gli studi sull’immagine, tanto in ambito anglosassone quanto nel contesto europeo. A partire da alcuni nodi decisivi – tra cui immagine, medium, tecnica, opera d’arte, aptico – ed in particolare attraverso il riferimento al cinema e alla nozione di “schermo”, il presente lavoro si propone di caratterizzare il pensiero merleau-pontiano del visuale, da un lato, nel tentativo di ricostruirne la traiettoria rispetto alle fonti ed alle diverse fasi della sua riflessione filosofica, dall’altro, con l’intento di individuare l’impatto generato dal pensiero di Merleau-Ponty in altri campi disciplinari, al fine di metterne così in rilievo l’interesse per una riflessione che si rivolga all’immagine ed al visuale oggi.

LE CORPS C'EST L'ÉCRAN. LA PHILOSOPHIE DU VISUEL DE MERLEAU-PONTY / A.c. Dalmasso ; directeur du these: M. Carbone ; co-directeur: A. Pinotti. DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA, 2015 Dec 01. 26. ciclo, Anno Accademico 2013. [10.13130/dalmasso-anna-caterina_phd2015-12-01].

LE CORPS C'EST L'ÉCRAN. LA PHILOSOPHIE DU VISUEL DE MERLEAU-PONTY

A.C. Dalmasso
2015

Abstract

The Body is the Screen. Merleau-Ponty’s Philosophy of the Visual Merleau-Ponty’s later thought is primarily concerned with a new conception of visibility, of what the philosopher calls a “generality of the Sensible”, originating both the “reversibility” of the body, its capacity to be both sentient and sensible, and an intentionality of the visible itself. What is at stake in thinking of the seer as being enveloped in the visible, as being of it, within the visible, is an “ontological rehabilitation of the sensible”, which is particularly rich and brings along consequences for an understanding of our contemporary scopic regime, and especially of the ontological status of images and screens in our visual experience. Merleau-Ponty thinks of the visible world not simply as an object, but as the pivot for a new conception of rationality and Being, one that seeks to rearticulate the ontological relationship between the self and the world beyond all forms of dualism. Accordingly, the visible is taken into account in its historicity, as long as it is phenomenal and situated in its appearance, but also as it always implies a constitutive invisibility or a certain latency and virtuality. Vision is conceived as a historical and processual phenomenon, including anthropological and epistemic mutations being afoot in our contact with the visible world, inscribed in human forms of expression and particularly artistic creation, which is one of the cores of Merleau-Ponty’s philosophical work. It is then with regard to such aspects that it is possible to refer to a philosophy of the “visual” in Merleau-Ponty, which I will try to characterize, by focusing on some fundamental pivotal points, such as image, medium, technique, work of art, haptic. I will make special reference to the reflection on cinema and the notion of “screen”, in the attempt of both retracing the elaboration of such issues, in relation to sources and different phases of Merleau-Ponty’s philosophy, and appreciating the interest that his thought has generated in other scientific fields related to visual.
1-dic-2015
Il corpo è lo schermo. La filosofia del visuale di Merleau-Ponty Per Merleau-Ponty, l’esigenza di ripensare la razionalità contemporanea al di là del dualismo di soggetto-oggetto implica e si intreccia con la questione dello sguardo, inteso non come punto in cui si origina una visione del mondo, ma come evento nel quale il soggetto e il mondo si generano in un movimento reciproco di co-naissance. Il visibile, e, più specificamente, quel tipo particolare di visibile che è l’immagine, è pensato come uno snodo decisivo, come punto in cui ne va della razionalità e dell’Essere, ed è compreso nella sua storicità propria, in virtù della sua apparizione fenomenica e situata, ma anche in quanto esso costitutivamente implica un risvolto di invisibile o orizzonte di latenza. Il vedere è così situato da Merleau-Ponty in quel corpo i cui occhi vedono ed il rapporto tra corpo e immagine è compreso nella sua trama storica e processuale, che si allarga fino ad includere le mutazioni antropologiche ed epistemiche che possiamo ritrovare all’opera nel nostro rapporto percettivo con il mondo e che in particolar modo si trovano inscritte nel fenomeno dell’espressione artistica. Considerando il soggetto come vedente che non si trova semplicemente nel visibile ma, che ne è, il filosofo viene così a delineare una reversibilità della visione ed una co-implicazione di senso e sensibile, le cui conseguenze teoriche toccano in modo pregnante la nostra comprensione dell’universo visuale e del regime scopico contemporaneo, trovandosi in una significativa convergenza con le istanze proprie della svolta iconica che ha investito gli studi sull’immagine, tanto in ambito anglosassone quanto nel contesto europeo. A partire da alcuni nodi decisivi – tra cui immagine, medium, tecnica, opera d’arte, aptico – ed in particolare attraverso il riferimento al cinema e alla nozione di “schermo”, il presente lavoro si propone di caratterizzare il pensiero merleau-pontiano del visuale, da un lato, nel tentativo di ricostruirne la traiettoria rispetto alle fonti ed alle diverse fasi della sua riflessione filosofica, dall’altro, con l’intento di individuare l’impatto generato dal pensiero di Merleau-Ponty in altri campi disciplinari, al fine di metterne così in rilievo l’interesse per una riflessione che si rivolga all’immagine ed al visuale oggi.
Le corps c’est l’écran. La philosophie du visuel de Merleau-Ponty Pour Merleau-Ponty, l’exigence de repenser la rationalité contemporaine au-delà du dualisme de sujet et objet implique et s’entrelace avec la question du regard, conçu non pas en tant que point d’où se produit une vision du monde, mais comme événement dans lequel le sujet et le monde naissent l’un à l’autre dans un seul mouvement de co-naissance. Le visible alors, et notamment ce type particulier de visible qu’est l’image, est compris comme le point où il en va de la rationalité et de l’Être, en même temps qu’il est pensé dans sa dimension historique, en vertu de son apparition phénoménale et située, mais aussi en tant qu’il implique un revers d’invisibilité ou horizon de latence. Ainsi, le voir est réintégré dans ce corps, dont les yeux voient, et le rapport entre corps et image est compris dans sa trame historique et processuelle, incluant les mutations anthropologiques et épistémiques qui sont à l’œuvre dans notre rapport au monde visible, Merleau-Ponty lui-même n’hésitant pas à faire appel aux médias et aux arts visuels pour poursuivre la formulation d’un tel rapport sur le plan philosophique. En comprenant le sujet comme un voyant qui n’est pas simplement dans le visible, mais en est, le philosophe en vient à formuler une réversibilité de la vision et une co-implication de sens et sensible, riches de conséquences pour une compréhension du régime scopique contemporain, et convergeant avec les instances propres du tournant iconique ou pictural ayant investi la pensée de l’image, tant dans le domaine anglo-saxon que dans le contexte européen. C’est donc à partir de ces éléments qu’il est possible de formuler une pensée du visuel de Merleau-Ponty, qu’on cherchera à caractériser par le biais de certains noyaux décisifs – image, œuvre, médium, technique, haptique – et notamment à travers la référence au cinéma et à la notion d’écran, tantôt dans la tentative d’en reconstruire le développement, par rapport aux sources et aux différentes phases de la réflexion merleau-pontienne, tantôt dans la tentative d’en cerner l’impact généré au sein d’autres champs scientifiques, ainsi que d’en mettre en lumière l’intérêt pour toute pensée qui se propose d’interroger l’image et le visuel aujourd’hui.
Settore M-FIL/01 - Filosofia Teoretica
Settore M-FIL/04 - Estetica
Settore L-ART/06 - Cinema, Fotografia e Televisione
Merleau-Ponty; estetica; fenomenologia; schermo; immagine; corpo; medium; tecnica; aptico; cinema; reversibilità; Vivian Sobchack; Mark B.N. Hansen; Simondon
PINOTTI, ANDREA
Doctoral Thesis
LE CORPS C'EST L'ÉCRAN. LA PHILOSOPHIE DU VISUEL DE MERLEAU-PONTY / A.c. Dalmasso ; directeur du these: M. Carbone ; co-directeur: A. Pinotti. DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA, 2015 Dec 01. 26. ciclo, Anno Accademico 2013. [10.13130/dalmasso-anna-caterina_phd2015-12-01].
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Descrizione: Le corps c'est l'écran. La philosophie du visuel de Merleau-Ponty
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