Martino Bovolino, nato a Mesocco in Val Mesolcina, fu una figura di spicco all’interno della propria comunità.. La morte del Magno nel 1518 spinse Bovolino a scrivere la Misochea Magni Trivultii (Milano, de Ponte, 1519), opera oscillante tra l’encomio di Gian Giacomo e lo speculum principis per Gian Francesco, suo nipote e unico erede. La Misochea è composta da tredici capitula in distici elegiaci, preceduti da una lettera di dedica a Gian Francesco, e si conclude con una corona di otto sonetti in italiano. Il contributo intende presentare i sonetti (cc. C 1r-4v), soffermandosi sulla loro specificità contenutistica e stilistica: Bovolino celebra Gian Giacomo paragonandolo a famosi personaggi biblici (es. I e II), sino ad accostarlo iperbolicamente alla Vergine (VIII); lo contrappone a celebri generali della storia antica (IV), ne ricorda le sventure patite come prova di coraggio e forza d’animo (VII) e, nello stesso tempo, lo scagiona da alcune imprudenze commesse durante il governo sulla Mesolcina (I). La corona, costruita da componimenti dall’eterogenea forma e matrice, mira in ultima istanza a dimostrare al giovane Gian Francesco di incarnare il «vero herede / de l’avita virtude» (VI, 7-8), spronandolo a seguire le orme del nonno.

La Misochea di Martino Bovolino : encomio di Gian Giacomo Trivulzio e speculum principis per Gian Francesco / M. Bosisio - In: I cantieri dell’italianistica : ricerca, didattica e organizzazione agli inizi del XXI secolo : atti del XVII congresso dell'ADI – Associazione degli Italianisti / [a cura di] B. Alfonzetti; G. Baldassarri; F. Tomasi. - Prima edizione. - Roma : Adi, 2014. - ISBN 9788890790546. - pp. 1-10 (( Intervento presentato al 17. convegno I cantieri dell'Italianistica : ricerca, didattica e organizzazione agli inizi del XXI secolo : congresso dell'ADI – Associazione degli Italianisti tenutosi a Università La Sapienza (Roma) nel 2013.

La Misochea di Martino Bovolino : encomio di Gian Giacomo Trivulzio e speculum principis per Gian Francesco

M. Bosisio
2014

Abstract

Martino Bovolino, nato a Mesocco in Val Mesolcina, fu una figura di spicco all’interno della propria comunità.. La morte del Magno nel 1518 spinse Bovolino a scrivere la Misochea Magni Trivultii (Milano, de Ponte, 1519), opera oscillante tra l’encomio di Gian Giacomo e lo speculum principis per Gian Francesco, suo nipote e unico erede. La Misochea è composta da tredici capitula in distici elegiaci, preceduti da una lettera di dedica a Gian Francesco, e si conclude con una corona di otto sonetti in italiano. Il contributo intende presentare i sonetti (cc. C 1r-4v), soffermandosi sulla loro specificità contenutistica e stilistica: Bovolino celebra Gian Giacomo paragonandolo a famosi personaggi biblici (es. I e II), sino ad accostarlo iperbolicamente alla Vergine (VIII); lo contrappone a celebri generali della storia antica (IV), ne ricorda le sventure patite come prova di coraggio e forza d’animo (VII) e, nello stesso tempo, lo scagiona da alcune imprudenze commesse durante il governo sulla Mesolcina (I). La corona, costruita da componimenti dall’eterogenea forma e matrice, mira in ultima istanza a dimostrare al giovane Gian Francesco di incarnare il «vero herede / de l’avita virtude» (VI, 7-8), spronandolo a seguire le orme del nonno.
Martino Bovolino; Misochea; Gian Giacomo Trivulzio
Settore L-FIL-LET/10 - Letteratura Italiana
2014
Associazione degli italianisti (ADI)
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