Oriented by the neoclassical models and by the new scientific and philosophical European thought, Jovellanos’ and Meléndez Valdés’ poetry offers a compendium of Enlightenment ideals, manifesting at the same time a Preromantic sensibility. Jovellanos combines reason and feeling in the name of “good taste”; when he expresses the emotions of the lyrical “I”, he still repose on analogical correspondences cultivated in the Golden Age literature. Accepting the invitation to inspire himself in Nature for deciphering the great Book of the World, Meléndez Valdés amplifies the range of poetic forms and broadens their thematic scope. In his copious production, we can distinguish three main groups: the “song” for a stylized nature, the deist “hymn” for the wonders of the universe and the “weeping” for human suffering. In the latter kind of poems, appears a solitary self who anticipates the romantic archetypes of alienation. Although Meléndez is not really the inventor of the phrase “fastidio universal”, however he is able to describe the existential pain with expressive terms that will have a great influence on subsequent generations.

Orientata sia dai modelli canonici del neoclassicismo, sia dai nuovi fermenti scientifici e filosofici europei, la produzione poetica di Jovellanos e Meléndez Valdés offre un compendio di valori illuministi e lascia intravvedere il sorgere di una sensibilità preromantica. Jovellanos coniuga ragione e sentimento in nome del “buen gusto” e, quando esprime lo stato d’animo dell’io lirico, coltiva ancora la funzione analogica diffusa nei Secoli d’Oro. Meléndez Valdés, accogliendo l’invito a ispirarsi alla natura per decifrare il grande libro del mondo, amplia la gamma di forme poetiche e ne arricchisce la portata tematica. Nella sua copiosa produzione, distinguiamo tre modalità principali: il “canto” di fronte a una natura stilizzata, l’“inno” deista rivolto alle meraviglie dell’Universo e il “pianto” per la sofferenza umana. In questi ultimi componimenti, appare un soggetto solitario e alienato, che prelude a un tipo di “io” romantico e si fa portavoce di un sentimento di angoscia profonda. Sebbene dimostriamo che Meléndez non è propriamente l’inventore della locuzione «fastidio universal», egli riesce, tuttavia, a poetizzare il malessere esistenziale in forme espressive che si tramanderanno alle generazioni seguenti.

Jovellanos e Meléndez Valdés nel crocevia poetico del Settecento / M. Rosso (BIBLIOTECA DI STUDI ISPANICI). - In: "Y si a mudarme a dar un paso pruebo" : discontinuità, intermittenze e durate nella poesia spagnola della modernità / [a cura di] A. Gargano, G. Schiano. - Pisa : ETS, 2015 Apr. - ISBN 9788846742087. - pp. 71-101

Jovellanos e Meléndez Valdés nel crocevia poetico del Settecento

M. Rosso
Primo
2015

Abstract

Oriented by the neoclassical models and by the new scientific and philosophical European thought, Jovellanos’ and Meléndez Valdés’ poetry offers a compendium of Enlightenment ideals, manifesting at the same time a Preromantic sensibility. Jovellanos combines reason and feeling in the name of “good taste”; when he expresses the emotions of the lyrical “I”, he still repose on analogical correspondences cultivated in the Golden Age literature. Accepting the invitation to inspire himself in Nature for deciphering the great Book of the World, Meléndez Valdés amplifies the range of poetic forms and broadens their thematic scope. In his copious production, we can distinguish three main groups: the “song” for a stylized nature, the deist “hymn” for the wonders of the universe and the “weeping” for human suffering. In the latter kind of poems, appears a solitary self who anticipates the romantic archetypes of alienation. Although Meléndez is not really the inventor of the phrase “fastidio universal”, however he is able to describe the existential pain with expressive terms that will have a great influence on subsequent generations.
Orientata sia dai modelli canonici del neoclassicismo, sia dai nuovi fermenti scientifici e filosofici europei, la produzione poetica di Jovellanos e Meléndez Valdés offre un compendio di valori illuministi e lascia intravvedere il sorgere di una sensibilità preromantica. Jovellanos coniuga ragione e sentimento in nome del “buen gusto” e, quando esprime lo stato d’animo dell’io lirico, coltiva ancora la funzione analogica diffusa nei Secoli d’Oro. Meléndez Valdés, accogliendo l’invito a ispirarsi alla natura per decifrare il grande libro del mondo, amplia la gamma di forme poetiche e ne arricchisce la portata tematica. Nella sua copiosa produzione, distinguiamo tre modalità principali: il “canto” di fronte a una natura stilizzata, l’“inno” deista rivolto alle meraviglie dell’Universo e il “pianto” per la sofferenza umana. In questi ultimi componimenti, appare un soggetto solitario e alienato, che prelude a un tipo di “io” romantico e si fa portavoce di un sentimento di angoscia profonda. Sebbene dimostriamo che Meléndez non è propriamente l’inventore della locuzione «fastidio universal», egli riesce, tuttavia, a poetizzare il malessere esistenziale in forme espressive che si tramanderanno alle generazioni seguenti.
Orientada tanto por los modelos canónicos del neoclasicismo como por las nuevas corrientes filosóficas y científicas europeas, la obra poética de Jovellanos y Meléndez Valdés ofrece un compendio de los valores de la Ilustración y manifiesta los síntomas de una sensibilidad “prerromántica”. Jovellanos conjuga razón y sentimiento en nombre del “buen gusto” y, cuando expresa las emociones del yo lírico, sigue aplicando la función analógica, según las pautas de los grandes maestros de los Siglos de Oro. Meléndez Valdés, al aceptar la invitación a inspirarse en la naturaleza para descifrar el gran libro del mundo, amplifica la gama de formas poéticas y su alcance temático. En su copiosa producción, distinguimos tres modalidades principales: el “canto” frente a una naturaleza estilizada, el “himno” deísta dirigido a las maravillas del Universo y el “llanto” por el sufrimiento humano. En estas últimas composiciones, aparece un sujeto solitario y alienado, sumido en una profunda angustia, que anticipa un arquetipo romántico. Aunque no podemos propiamente considerar a Meléndez como el inventor de la locución «fastidio universal», sin embargo, hay que reconocerle la capacidad de poetizar el malestar existencial con nuevos giros expresivos, que influenciarán a las siguientes generaciones.
Jovellanos; Meléndez Valdés; Spanish Poetry; Eighteenth Century; Lyrical “I”; Book of the World; fastidio universal
Settore L-LIN/05 - Letteratura Spagnola
apr-2015
Book Part (author)
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Rosso_Jovellanos-Meléndez_ETS-2015_3_Parte1.pdf

Open Access dal 17/06/2016

Tipologia: Publisher's version/PDF
Dimensione 8.94 MB
Formato Adobe PDF
8.94 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
Rosso_Jovellanos-Meléndez_ETS-2015_3_Parte2.pdf

Open Access dal 17/06/2016

Tipologia: Publisher's version/PDF
Dimensione 9.13 MB
Formato Adobe PDF
9.13 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/280731
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact