La nutrice del Re Torrismondo (1587), rappresentata secondo il principio del “verisimile”, è messa in scena da Tasso in modo innovativo rispetto al passato, poiché partecipa attivamente ai meccanismi dell’intreccio diegetico. Il contributo analizza il personaggio lungo tutta la tragedia e si sofferma soprattutto sul monologo, collocato nel primo atto (vv. 203–233): se il dialogo con la padrona Alvida si era svolto all’insegna dell’ottimismo e di rassicurazioni amorevoli (primo atto: vv. 1–15, 125–138 e 175–190), nel monologo la nutrice svela, invece, i propri dubbi intorno alla vicenda, che si intensificheranno, non senza ambiguità, negli atti successivi (terzo atto: vv. 1753–1767, 1897–1912; quinto atto: vv. 2824–2845, 2866–2869, 2900–2904). Sono infine proposti alcuni confronti tra la nutrice e altre figure, che mettono in luce un personaggio inquieto, contraddittorio (“mezzano” e “raviluppato”, secondo le categorie aristoteliche) e responsabile, non meno dei protagonisti, della catastrofe finale.
"Ma temo del contrario" : la nutrice del Re Torrismondo come personaggio “mezzano”, “raviluppato” e “verisimile” / M. Bosisio. - In: FORUM ITALICUM. - ISSN 0014-5858. - 48:3(2014), pp. 342-362. [10.1177/0014585814540423]
"Ma temo del contrario" : la nutrice del Re Torrismondo come personaggio “mezzano”, “raviluppato” e “verisimile”
M. BosisioPrimo
2014
Abstract
La nutrice del Re Torrismondo (1587), rappresentata secondo il principio del “verisimile”, è messa in scena da Tasso in modo innovativo rispetto al passato, poiché partecipa attivamente ai meccanismi dell’intreccio diegetico. Il contributo analizza il personaggio lungo tutta la tragedia e si sofferma soprattutto sul monologo, collocato nel primo atto (vv. 203–233): se il dialogo con la padrona Alvida si era svolto all’insegna dell’ottimismo e di rassicurazioni amorevoli (primo atto: vv. 1–15, 125–138 e 175–190), nel monologo la nutrice svela, invece, i propri dubbi intorno alla vicenda, che si intensificheranno, non senza ambiguità, negli atti successivi (terzo atto: vv. 1753–1767, 1897–1912; quinto atto: vv. 2824–2845, 2866–2869, 2900–2904). Sono infine proposti alcuni confronti tra la nutrice e altre figure, che mettono in luce un personaggio inquieto, contraddittorio (“mezzano” e “raviluppato”, secondo le categorie aristoteliche) e responsabile, non meno dei protagonisti, della catastrofe finale.Pubblicazioni consigliate
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