Si analizza l’influsso, concettuale e formale, di “Annales” e “Historiae” di Tacito sulla “Storia d’Italia” di Guicciardini. Tali elementi sono riconosciuti soprattutto nel proemio, nella costruzione del personaggio (in particolare il ruolo della descrizione della morte e del ritratto post mortem, nonché il ritratto paradossale, ossia quei personaggi in cui si sovrappongono elementi di capacità politica e dissolutezza morale), nella tecnica del ritratto parallelo tra Leone X e Clemente VII (esemplato su quello tra Vespasiano e Licinio Muciano), nella tecnica dell’insinuazione, volta a comunicare tratti negativi di un personaggio contestandone all’apparenza la credibilità; nelle orazioni (in particolare la loro distribuzione e funzione, nonché l’uso di forme dirette o indirette, analizzando inoltre i parallelismi tra il discorso del Catilina sallustiano e quello di Gastone di Foix) e infine in alcuni episodi particolari, soprattutto nella descrizione del Sacco di Roma e di quello di Brescia (visti in rapporto sia con la descrizione tacitiana del saccheggio di Cremona sia con quelle di Giovio e di altri testi contemporanei sul Sacco di Roma).
I segni e la storia : modelli tacitiani nella Storia d’Italia del Guicciardini / G. Barucci. - Milano : LED, 2004. - ISBN 9788879162593.
I segni e la storia : modelli tacitiani nella Storia d’Italia del Guicciardini
G. BarucciPrimo
2004
Abstract
Si analizza l’influsso, concettuale e formale, di “Annales” e “Historiae” di Tacito sulla “Storia d’Italia” di Guicciardini. Tali elementi sono riconosciuti soprattutto nel proemio, nella costruzione del personaggio (in particolare il ruolo della descrizione della morte e del ritratto post mortem, nonché il ritratto paradossale, ossia quei personaggi in cui si sovrappongono elementi di capacità politica e dissolutezza morale), nella tecnica del ritratto parallelo tra Leone X e Clemente VII (esemplato su quello tra Vespasiano e Licinio Muciano), nella tecnica dell’insinuazione, volta a comunicare tratti negativi di un personaggio contestandone all’apparenza la credibilità; nelle orazioni (in particolare la loro distribuzione e funzione, nonché l’uso di forme dirette o indirette, analizzando inoltre i parallelismi tra il discorso del Catilina sallustiano e quello di Gastone di Foix) e infine in alcuni episodi particolari, soprattutto nella descrizione del Sacco di Roma e di quello di Brescia (visti in rapporto sia con la descrizione tacitiana del saccheggio di Cremona sia con quelle di Giovio e di altri testi contemporanei sul Sacco di Roma).Pubblicazioni consigliate
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