Il Ms. Parigino Italiano 1543 della Bibliothèque Nationale de France, che costituisce una corposa silloge tardo-quattrocentesca di poeti cortigiani – spiccano tra gli altri Bellincioni, Boiardo, Galeotto del Carretto, Serafino Aquilano, Tebaldeo, Taccone e Sannazaro – contiene un’egloga inedita (cc. 232r-234r) di Gualtiero Sanvitale, scrittore attivo a Mantova e Ferrara a cavallo tra i due secoli e apprezzato da Isabella d’Este per l’abilità bucolica. Tale testo in terzine sdrucciole era progettato per la scena – lo dimostrano i riferimenti al pubblico presente (vv. 48 e 161) – e per accompagnare i festeggiamenti di un matrimonio, che si ipotizza, sulla base degli elementi testuali, intertestuali e storici in nostro possesso, e di cui si darà conto, tra Anna Sforza e Alfonso d’Este (1491). Infatti, nel corso della trama, il pastore Melibeo cerca di dare in sposa a Eugenio una «silvana» (v. 5) bellissima e ricca, ma quest’ultimo pretende di sentire prima il parere di Ludovico il Moro, il quale, dopo essere intervenuto ex abrupto, promette, invece, al personaggio la mano di Thyrentia, appartenente alla corte milanese. L’intervento intende descrivere e commentare la composizione poetica inserendola all’interno del folto corpus bucolico del XV secolo, individuandone le caratteristiche topiche (es. amore e solidarietà tra pastori, carattere allusivo delle figure storiche) e gli elementi di dissonanza dalla tradizione (es. finale felice con le nozze tra i pastori ed elogio della vita cittadina). Simili scelte vanno ricercate nelle finalità eminentemente performative e celebrative, che portano a raffigurare il Moro – sulla scorta del modello dei Pastoralia di Boiardo in favore degli Este, e della propaganda letteraria sforzesca – come deus ex machina munifico e arbiter verso il destino dei propri sudditi.
Un’egloga rappresentativa inedita di Gualtiero Sanvitale : Mosso da grande amor verso te movomi / M. Bosisio. ((Intervento presentato al 16. convegno Congresso ADI : la letteratura degli Italiani : gli scrittori e la scena tenutosi a Sassari-Alghero nel 2012.
Un’egloga rappresentativa inedita di Gualtiero Sanvitale : Mosso da grande amor verso te movomi
M. BosisioPrimo
2012
Abstract
Il Ms. Parigino Italiano 1543 della Bibliothèque Nationale de France, che costituisce una corposa silloge tardo-quattrocentesca di poeti cortigiani – spiccano tra gli altri Bellincioni, Boiardo, Galeotto del Carretto, Serafino Aquilano, Tebaldeo, Taccone e Sannazaro – contiene un’egloga inedita (cc. 232r-234r) di Gualtiero Sanvitale, scrittore attivo a Mantova e Ferrara a cavallo tra i due secoli e apprezzato da Isabella d’Este per l’abilità bucolica. Tale testo in terzine sdrucciole era progettato per la scena – lo dimostrano i riferimenti al pubblico presente (vv. 48 e 161) – e per accompagnare i festeggiamenti di un matrimonio, che si ipotizza, sulla base degli elementi testuali, intertestuali e storici in nostro possesso, e di cui si darà conto, tra Anna Sforza e Alfonso d’Este (1491). Infatti, nel corso della trama, il pastore Melibeo cerca di dare in sposa a Eugenio una «silvana» (v. 5) bellissima e ricca, ma quest’ultimo pretende di sentire prima il parere di Ludovico il Moro, il quale, dopo essere intervenuto ex abrupto, promette, invece, al personaggio la mano di Thyrentia, appartenente alla corte milanese. L’intervento intende descrivere e commentare la composizione poetica inserendola all’interno del folto corpus bucolico del XV secolo, individuandone le caratteristiche topiche (es. amore e solidarietà tra pastori, carattere allusivo delle figure storiche) e gli elementi di dissonanza dalla tradizione (es. finale felice con le nozze tra i pastori ed elogio della vita cittadina). Simili scelte vanno ricercate nelle finalità eminentemente performative e celebrative, che portano a raffigurare il Moro – sulla scorta del modello dei Pastoralia di Boiardo in favore degli Este, e della propaganda letteraria sforzesca – come deus ex machina munifico e arbiter verso il destino dei propri sudditi.File | Dimensione | Formato | |
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