Sulla scia del pensiero di Walter Benjamin - lettore di Freud e di Proust, fine conoscitore e ammiratore di Hoffmann - l’autrice analizza alcuni aspetti dell’opera dello scrittore di Königsberg reperendo nella riproposizione ossedente di esperienze sinestetiche il luogo di un’ispirazione poetica fuori-soggetto: si delineano così dei vissuti in cui l’Io ancora non c’era per predicarsi e dire il mondo. L’elemento in comune con Benjamin e Proust è da rinvenirsi nello spazio-soglia in cui la diade madre-figlio scolpisce figure di verità e giustizia. Ciò determina quella particolare presa in carico della Soggettivazione, dove il “sarò stato questo” dell’ispirazione poetica scrive il mondo nel segno del desiderio. Da Berliner Kindheit al saggio sul Narratore si delinea un percorso che - sulla scia del proustiano “Noms de pays: le nom” - riconosce nel dialogo incessante di Hoffmann con le figure femminili - quale fonte di ispirazione musicale e enigma assoluto - il nome dell’amata come possibilità di riunione con il proprio passato, quel “non-mai-vissuto” / “già-da-sempre-qui” che, nel pensiero di Benjamin, così come per Hoffmann e per Proust, si salva e si redime nel e con l’atto del narrare.

E. T. A. Hoffmann e l'arcano del passato non veduto. Considerazioni intorno a Proust, Benjamin e Hoffmann / R. Maletta. - In: STUDIA THEODISCA. - ISSN 1593-2478. - III:(1996), pp. 143-162.

E. T. A. Hoffmann e l'arcano del passato non veduto. Considerazioni intorno a Proust, Benjamin e Hoffmann

R. Maletta
Primo
1996

Abstract

Sulla scia del pensiero di Walter Benjamin - lettore di Freud e di Proust, fine conoscitore e ammiratore di Hoffmann - l’autrice analizza alcuni aspetti dell’opera dello scrittore di Königsberg reperendo nella riproposizione ossedente di esperienze sinestetiche il luogo di un’ispirazione poetica fuori-soggetto: si delineano così dei vissuti in cui l’Io ancora non c’era per predicarsi e dire il mondo. L’elemento in comune con Benjamin e Proust è da rinvenirsi nello spazio-soglia in cui la diade madre-figlio scolpisce figure di verità e giustizia. Ciò determina quella particolare presa in carico della Soggettivazione, dove il “sarò stato questo” dell’ispirazione poetica scrive il mondo nel segno del desiderio. Da Berliner Kindheit al saggio sul Narratore si delinea un percorso che - sulla scia del proustiano “Noms de pays: le nom” - riconosce nel dialogo incessante di Hoffmann con le figure femminili - quale fonte di ispirazione musicale e enigma assoluto - il nome dell’amata come possibilità di riunione con il proprio passato, quel “non-mai-vissuto” / “già-da-sempre-qui” che, nel pensiero di Benjamin, così come per Hoffmann e per Proust, si salva e si redime nel e con l’atto del narrare.
arte del narrare – interrogare le origini – tzaddiqim - psicoanalisi freudiana e memoria immemoriale – nomi dell’amata e nominazione del mondo
Settore L-LIN/13 - Letteratura Tedesca
Settore M-FIL/04 - Estetica
Settore M-PSI/07 - Psicologia Dinamica
1996
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