Nell'ambito di iniziative mirate a rivitalizzare l'economia delle aree montane ad invertire l'attuale tendenza demografica negativa, si rendono necessari interventi innovativi in grado di offrire possibilità di sviluppo nel lungo periodo e che tengano conto dei diversi aspetti, economici, produttivi, sociali, che caratterizzano tali zone. Nel comparto agricolo appare di crescente interesse la produzione di piante officinali, intendendo con questo termine tutti quei vegetali o loro parti (foglie, rizomi, cortecce, sommità fiorite, scorze, ecc.) che trovano impiego come tali o sotto forma di derivati nei settori alimentare, farmaceutico e cosmetico. Recenti analisi di mercato indicano che i settori erboristico-salutistico, alimentare-liquoristico, cosmetico sono in espansione in tutta Europa e che ad essi è associata la forte tendenza all’utilizzo di diversi prodotti e derivati vegetali e la crescente ricerca di prodotti di qualità elevata che, in quest’ambito, può essere garantita solo da produzioni vegetali che rispondano ad elevati standard qualitativi. Per queste ragioni, nonostante la concorrenzialità delle importazioni da paesi dell’Est Europa, del Medio Oriente e del Nord Africa, viene ad essere rivalutata l’importanza di una produzione nazionale di piante officinali, soprattutto se realizzata in aree come quelle montane che, per condizioni pedoclimatiche e collocazione, potrebbero garantire produzioni d’elevata qualità (contenuto in principi attivi, assenza di pesticidi e di metalli pesanti) e ad alto valore aggiunto. Inoltre la coltivazione di piante officinali in ambiente montano non solo avrebbe significato produttivo, ma potrebbe rappresentare un’offerta integrata prodotti/territorio a forte connotato naturalistico e quindi sostenere un certo flusso turistico. Non da ultimo, va considerata la possibilità di contribuire concretamente alla conservazione di specie rare e a rischio d’estinzione, preservandole dalla raccolta delle popolazioni spontanee (come per le specie d’alta quota Artemisia umbelliformis, A. genipi e Gentiana lutea). Da questi presupposti, nel triennio 1999-2001 in Vallecamonica è stato sviluppato uno studio condotto dal Dipartimento di Produzione Vegetale della Facoltà di Agraria di Milano in collaborazione con il Corso di Laurea in “Valorizzazione e Tutela dell’Ambiente e del Territorio Montano” decentrato presso la sede di Edolo, su incarico del Servizio Agricoltura della Comunità Montana di Valle Camonica, che ha consentito l’acquisizione di numerosi dati sulla flora officinale spontanea della Valle Camonica e sul comportamento di alcune di queste specie cresciute in campi sperimentali, posti a differenti altitudini, fornendo numerose indicazioni sul comportamento produttivo delle specie coltivate nei diversi ambienti e, più in generale, è emerso come le cultivar (varietà selezionate per la coltivazione) presentino una maggior stabilità produttiva in termini di composizione dei principi attivi caratterizzanti, ovvero che l’influenza dell’ambiente nel determinare la composizione dell’estratto è più marcata per gli ecotipi. E’ infatti noto come la produttività delle piante officinali dipenda dalla qualità e dalla quantità dei principi attivi in esse contenuti, molecole che svolgono un ruolo importante nel rapporto tra pianta e ambiente e sono sintetizzate ed accumulate in diversi organi della pianta, durante fasi metaboliche che corrispondono generalmente a specifiche fasi di sviluppo, condizionate dall’ambiente in cui la pianta è coltivata. E’ stato messo in risalto come differenti produttività di principi attivi siano associate ad ecotipi o chemiotipi differenti, ma anche come le condizioni ambientali possano influire, fino a rivestire la parte predominante, nel controllo della sintesi e dell’accumulo di queste sostanze. E’ quindi indubbio come, in questo quadro, diventi importante lo studio delle condizioni che potrebbero fare esprimere con maggiore efficienza le potenzialità produttive delle specie d’interesse, indagando la regolazione dei processi biosintetici coinvolti. Pertanto a conclusione dello studio vocazionale ‘99/’01, anche a seguito delle numerose manifestazioni d’interesse da parte di piccole realtà aziendali locali, perlopiù gestite da giovani interessati a sperimentare la coltivazione e la trasformazione delle piante officinali, dalla sinergia tra la Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia, il Servizio Agricoltura della Comunità Montana di Valle Camonica e la Facoltà di Agraria di Milano nel 2002 ha preso avvio un nuovo progetto che mira a trasferire le conoscenze acquisite in colture di maggiori dimensioni, oltre a proseguire le indagini riguardanti la produzione di principi attivi in piante officinali allevate in differenti condizioni in ambiente montano. A tal fine sono stati allestiti 6 campi sperimentali delle dimensioni di 1000 m2 l’uno, collocati in aree modello il più possibile rappresentative delle diverse condizioni pedologiche e climatiche della Valle Camonica: Pellalepre (Darfo Boario Terme) 240 m s.l.m., Malegno 400 m, Sonico 650 m, Borno 1000 m, Monno 1100 m, Saviore dell’Adamello 1250 m. Dopo aver valutato le principali caratteristiche chimico fisiche dei suoli, si è provveduto a tracciare le parcelle per effettuare le prove d’impianto, di concimazione e delle diverse metodologie di controllo delle malerbe. Le specie oggetto di indagine sono: Artemisia absinthium, Achillea millefolium, Melissa officinalis, Malva sylvestris. Lo studio in corso prevede la determinazione delle risposte produttive sia in termini quantitativi che qualitativi, delle diverse specie nelle condizioni di crescita indagate. A tal fine, sono stati misurati parametri di crescita e sviluppo quali l’altezza, l’epoca di fioritura, il peso fresco e secco, il contenuto dei principi attivi caratterizzanti le varie specie. Tali dati sono stati elaborati statisticamente al fine di individuare differenze significative riconducibili alle differenti condizioni di crescita. Sono in corso indagini anche in ambiente controllato per lo studio della relazione tra nutrizione minerale e produzione di principi attivi. Obiettivi del progetto triennale sono, oltre alla verifica della sostenibilità economica della filiera produttiva delle erbe officinali in ambiente montano, l’individuazione di fattori che influenzano significativamente la produzione e l’accumulo di principi attivi nelle specie officinali indagate e quindi la qualità delle produzioni ottenute.

La produzione di principi attivi in specie officinali allevate in ambiente montano / A. Giorgi, M. Domeneghini, M. Cocucci - In: 3° Convegno – Ricerca zoologica e botanica in Alto Adige- Museo Scienze Naturali Alto Adige / Museo Scienze Naturali Alto Adige. - [s.l] : Museo Scienze Naturali Alto Adige, 2004 Sep 09. - pp. 21-22 (( Intervento presentato al 3°. convegno Ricerca zoologica e botanica in Alto Adige tenutosi a Bolzano nel 2004.

La produzione di principi attivi in specie officinali allevate in ambiente montano

A. Giorgi
Primo
;
M. Domeneghini;M. Cocucci
Ultimo
2004

Abstract

Nell'ambito di iniziative mirate a rivitalizzare l'economia delle aree montane ad invertire l'attuale tendenza demografica negativa, si rendono necessari interventi innovativi in grado di offrire possibilità di sviluppo nel lungo periodo e che tengano conto dei diversi aspetti, economici, produttivi, sociali, che caratterizzano tali zone. Nel comparto agricolo appare di crescente interesse la produzione di piante officinali, intendendo con questo termine tutti quei vegetali o loro parti (foglie, rizomi, cortecce, sommità fiorite, scorze, ecc.) che trovano impiego come tali o sotto forma di derivati nei settori alimentare, farmaceutico e cosmetico. Recenti analisi di mercato indicano che i settori erboristico-salutistico, alimentare-liquoristico, cosmetico sono in espansione in tutta Europa e che ad essi è associata la forte tendenza all’utilizzo di diversi prodotti e derivati vegetali e la crescente ricerca di prodotti di qualità elevata che, in quest’ambito, può essere garantita solo da produzioni vegetali che rispondano ad elevati standard qualitativi. Per queste ragioni, nonostante la concorrenzialità delle importazioni da paesi dell’Est Europa, del Medio Oriente e del Nord Africa, viene ad essere rivalutata l’importanza di una produzione nazionale di piante officinali, soprattutto se realizzata in aree come quelle montane che, per condizioni pedoclimatiche e collocazione, potrebbero garantire produzioni d’elevata qualità (contenuto in principi attivi, assenza di pesticidi e di metalli pesanti) e ad alto valore aggiunto. Inoltre la coltivazione di piante officinali in ambiente montano non solo avrebbe significato produttivo, ma potrebbe rappresentare un’offerta integrata prodotti/territorio a forte connotato naturalistico e quindi sostenere un certo flusso turistico. Non da ultimo, va considerata la possibilità di contribuire concretamente alla conservazione di specie rare e a rischio d’estinzione, preservandole dalla raccolta delle popolazioni spontanee (come per le specie d’alta quota Artemisia umbelliformis, A. genipi e Gentiana lutea). Da questi presupposti, nel triennio 1999-2001 in Vallecamonica è stato sviluppato uno studio condotto dal Dipartimento di Produzione Vegetale della Facoltà di Agraria di Milano in collaborazione con il Corso di Laurea in “Valorizzazione e Tutela dell’Ambiente e del Territorio Montano” decentrato presso la sede di Edolo, su incarico del Servizio Agricoltura della Comunità Montana di Valle Camonica, che ha consentito l’acquisizione di numerosi dati sulla flora officinale spontanea della Valle Camonica e sul comportamento di alcune di queste specie cresciute in campi sperimentali, posti a differenti altitudini, fornendo numerose indicazioni sul comportamento produttivo delle specie coltivate nei diversi ambienti e, più in generale, è emerso come le cultivar (varietà selezionate per la coltivazione) presentino una maggior stabilità produttiva in termini di composizione dei principi attivi caratterizzanti, ovvero che l’influenza dell’ambiente nel determinare la composizione dell’estratto è più marcata per gli ecotipi. E’ infatti noto come la produttività delle piante officinali dipenda dalla qualità e dalla quantità dei principi attivi in esse contenuti, molecole che svolgono un ruolo importante nel rapporto tra pianta e ambiente e sono sintetizzate ed accumulate in diversi organi della pianta, durante fasi metaboliche che corrispondono generalmente a specifiche fasi di sviluppo, condizionate dall’ambiente in cui la pianta è coltivata. E’ stato messo in risalto come differenti produttività di principi attivi siano associate ad ecotipi o chemiotipi differenti, ma anche come le condizioni ambientali possano influire, fino a rivestire la parte predominante, nel controllo della sintesi e dell’accumulo di queste sostanze. E’ quindi indubbio come, in questo quadro, diventi importante lo studio delle condizioni che potrebbero fare esprimere con maggiore efficienza le potenzialità produttive delle specie d’interesse, indagando la regolazione dei processi biosintetici coinvolti. Pertanto a conclusione dello studio vocazionale ‘99/’01, anche a seguito delle numerose manifestazioni d’interesse da parte di piccole realtà aziendali locali, perlopiù gestite da giovani interessati a sperimentare la coltivazione e la trasformazione delle piante officinali, dalla sinergia tra la Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia, il Servizio Agricoltura della Comunità Montana di Valle Camonica e la Facoltà di Agraria di Milano nel 2002 ha preso avvio un nuovo progetto che mira a trasferire le conoscenze acquisite in colture di maggiori dimensioni, oltre a proseguire le indagini riguardanti la produzione di principi attivi in piante officinali allevate in differenti condizioni in ambiente montano. A tal fine sono stati allestiti 6 campi sperimentali delle dimensioni di 1000 m2 l’uno, collocati in aree modello il più possibile rappresentative delle diverse condizioni pedologiche e climatiche della Valle Camonica: Pellalepre (Darfo Boario Terme) 240 m s.l.m., Malegno 400 m, Sonico 650 m, Borno 1000 m, Monno 1100 m, Saviore dell’Adamello 1250 m. Dopo aver valutato le principali caratteristiche chimico fisiche dei suoli, si è provveduto a tracciare le parcelle per effettuare le prove d’impianto, di concimazione e delle diverse metodologie di controllo delle malerbe. Le specie oggetto di indagine sono: Artemisia absinthium, Achillea millefolium, Melissa officinalis, Malva sylvestris. Lo studio in corso prevede la determinazione delle risposte produttive sia in termini quantitativi che qualitativi, delle diverse specie nelle condizioni di crescita indagate. A tal fine, sono stati misurati parametri di crescita e sviluppo quali l’altezza, l’epoca di fioritura, il peso fresco e secco, il contenuto dei principi attivi caratterizzanti le varie specie. Tali dati sono stati elaborati statisticamente al fine di individuare differenze significative riconducibili alle differenti condizioni di crescita. Sono in corso indagini anche in ambiente controllato per lo studio della relazione tra nutrizione minerale e produzione di principi attivi. Obiettivi del progetto triennale sono, oltre alla verifica della sostenibilità economica della filiera produttiva delle erbe officinali in ambiente montano, l’individuazione di fattori che influenzano significativamente la produzione e l’accumulo di principi attivi nelle specie officinali indagate e quindi la qualità delle produzioni ottenute.
Settore AGR/13 - Chimica Agraria
9-set-2004
Museo Scienze Naturali Alto Adige
Book Part (author)
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/19952
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact