Il volume getta nuova luce sui rapporti che si intrecciarono tra i maggiori protagonisti della cultura laurenziana, per mettere in evidenza aspetti che, se ampliano i motivi di intesa filosofica tra Pico e Poliziano, estendono e radicalizzano il conflitto di entrambi con Ficino. Gli aspetti in questione concernono in particolare l'interpretazione della Nuova Accademia, la cui continuità con la lezione di Platone, negata da Ficino, viene valorizzata da Pico e Poliziano specialmente per la sua metodologia critica funzionale alla ricerca del vero. vista non solo nella sua specificità, ma anche come significativa di un dissidio più profondo, incentrato sul tema della natura umana, che riproduceva tensioni teoretiche già presenti nel neoplatonismo antico. Mentre Ficino, teorizzando la perenne contemplazione in Dio della verità intelligibile quale prerogativa comune all'anima e all'ipostasi angelica, faceva valere una lettura di ascendenza plotiniana, Pico e Poliziano riprendevano dottrine introdotte da Giamblico e affermatesi in autori come Damascio, Prisciano di Lidia, Ierocle e Simplicio. È il patrimonio speculativo di questa tradizione che fa da supporto a una più netta distinzione ontologica tra le sostanze psichiche, e se da una parte assegna alla natura mediana dell'anima umana competenze più modeste, dall'altra individua l'essenza di questa stessa medietas nella capacità di autodeterminarsi secondo il libero volere, mutando e riplasmando continuamente la propria sostanza pur senza mai oltrepassare i propri limiti ontologici.

La scepsi, il sapere e l'anima : Dissonanze nella cerchia laurenziana / A. De Pace. - Milano : LED, 2002. - ISBN 88-7916-187-3.

La scepsi, il sapere e l'anima : Dissonanze nella cerchia laurenziana

A. De Pace
Primo
2002

Abstract

Il volume getta nuova luce sui rapporti che si intrecciarono tra i maggiori protagonisti della cultura laurenziana, per mettere in evidenza aspetti che, se ampliano i motivi di intesa filosofica tra Pico e Poliziano, estendono e radicalizzano il conflitto di entrambi con Ficino. Gli aspetti in questione concernono in particolare l'interpretazione della Nuova Accademia, la cui continuità con la lezione di Platone, negata da Ficino, viene valorizzata da Pico e Poliziano specialmente per la sua metodologia critica funzionale alla ricerca del vero. vista non solo nella sua specificità, ma anche come significativa di un dissidio più profondo, incentrato sul tema della natura umana, che riproduceva tensioni teoretiche già presenti nel neoplatonismo antico. Mentre Ficino, teorizzando la perenne contemplazione in Dio della verità intelligibile quale prerogativa comune all'anima e all'ipostasi angelica, faceva valere una lettura di ascendenza plotiniana, Pico e Poliziano riprendevano dottrine introdotte da Giamblico e affermatesi in autori come Damascio, Prisciano di Lidia, Ierocle e Simplicio. È il patrimonio speculativo di questa tradizione che fa da supporto a una più netta distinzione ontologica tra le sostanze psichiche, e se da una parte assegna alla natura mediana dell'anima umana competenze più modeste, dall'altra individua l'essenza di questa stessa medietas nella capacità di autodeterminarsi secondo il libero volere, mutando e riplasmando continuamente la propria sostanza pur senza mai oltrepassare i propri limiti ontologici.
2002
Scetticismo nel Rinascimento ; teorie dell'anima nel Rinascimento ; Giovanni Pico; Angelo Poliziano ; Marsilio Ficino ; tradizioni antiche nel Rinascimento
Settore M-FIL/06 - Storia della Filosofia
La scepsi, il sapere e l'anima : Dissonanze nella cerchia laurenziana / A. De Pace. - Milano : LED, 2002. - ISBN 88-7916-187-3.
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