Lo scopo della presentazione è di analizzare il ruolo delle differenze individuali nel processo di ricollocamento, basandosi sull’approccio psicosociale all’employability (Fugate & Kinicki, 2008). In generale il concetto di occupabilità (employability) indica la possibilità di sopravvivere e di muoversi nel mondo del lavoro, essendo pronti a usare e ampliare le opportunità di carriera. La letteratura presenta due principali filoni di studio. Il primo focalizza “l’orientamento disposizionale all’occupabilità” inteso come l’insieme di qualità e attitudini individuali che predispongono le persone a essere attivamente adattabili ai cambiamenti nel lavoro e influenzano la probabilità di ottenere e mantenere un lavoro. Il secondo fa riferimento alle percezioni degli individui circa la facilità di ottenere e mantenere un lavoro. La letteratura sull’orientamento disposizionale all’occupabilità riferita ai disoccupati è ancora limitata (McArdle et al., 2007). Il nostro contributo esplora, attraverso modelli ad equazioni strutturali, la relazione tra orientamento all’occupabilità e i due più importanti esiti di un processo di outplacement, la salute psico-fisica e l’effettivo reimpiego, ipotizzando un ruolo di mediazione delle percezioni relative alla facilità di occupabilità e all’utilità dei servizi di outplacement. La ricerca ha coinvolto i lavoratori in mobilità del settore farmaceutico che hanno aderito a programmi di outplacement previsti dal progetto di Welfare-to-Work, denominato Welfarma. I risultati, raccolti attraverso un campione di 101 aderenti, mostrano che l’orientamento all’occupabilità è significativamente legato allo stato di salute psico-fisica, ma non al reimpiego. Inoltre la facilità percepita di occupabilità agisce da mediatore nella relazione tra orientamento all’occupabilità e credenze sull’utilità dei servizi di outplacement. Le implicazioni per la costruzione di interventi di sostegno ai lavoratori impegnati in transizioni involontarie saranno discusse. Fugate, M., Kinicki, A. (2008). A dispositional approach to employability: Development of a measure and test of implications for employee reactions to organizational change. Journal of Occupational and Organizational psychology, 81, 503-527. McArdle A., Waters, L., Briscoe, J.P., Hall D.T. (2007). Employability during unemployment: Adaptability, career identity and human and social capital. Journal of Vocational Behavior, 71, 247-264
Propensione all’adattabilità di carriera e gestione delle transizioni occupazionali involontarie : analisi esplorativa con lavoratori in mobilità / S. Gilardi, F. De Battisti, R. Riccò, E. Siletti, L. Solari. ((Intervento presentato al convegno Vocational designing and Career counselling : Challenges and new horizons tenutosi a Padova nel 2011.
Propensione all’adattabilità di carriera e gestione delle transizioni occupazionali involontarie : analisi esplorativa con lavoratori in mobilità
S. GilardiPrimo
;F. De BattistiSecondo
;R. Riccò;E. SilettiPenultimo
;L. SolariUltimo
2011
Abstract
Lo scopo della presentazione è di analizzare il ruolo delle differenze individuali nel processo di ricollocamento, basandosi sull’approccio psicosociale all’employability (Fugate & Kinicki, 2008). In generale il concetto di occupabilità (employability) indica la possibilità di sopravvivere e di muoversi nel mondo del lavoro, essendo pronti a usare e ampliare le opportunità di carriera. La letteratura presenta due principali filoni di studio. Il primo focalizza “l’orientamento disposizionale all’occupabilità” inteso come l’insieme di qualità e attitudini individuali che predispongono le persone a essere attivamente adattabili ai cambiamenti nel lavoro e influenzano la probabilità di ottenere e mantenere un lavoro. Il secondo fa riferimento alle percezioni degli individui circa la facilità di ottenere e mantenere un lavoro. La letteratura sull’orientamento disposizionale all’occupabilità riferita ai disoccupati è ancora limitata (McArdle et al., 2007). Il nostro contributo esplora, attraverso modelli ad equazioni strutturali, la relazione tra orientamento all’occupabilità e i due più importanti esiti di un processo di outplacement, la salute psico-fisica e l’effettivo reimpiego, ipotizzando un ruolo di mediazione delle percezioni relative alla facilità di occupabilità e all’utilità dei servizi di outplacement. La ricerca ha coinvolto i lavoratori in mobilità del settore farmaceutico che hanno aderito a programmi di outplacement previsti dal progetto di Welfare-to-Work, denominato Welfarma. I risultati, raccolti attraverso un campione di 101 aderenti, mostrano che l’orientamento all’occupabilità è significativamente legato allo stato di salute psico-fisica, ma non al reimpiego. Inoltre la facilità percepita di occupabilità agisce da mediatore nella relazione tra orientamento all’occupabilità e credenze sull’utilità dei servizi di outplacement. Le implicazioni per la costruzione di interventi di sostegno ai lavoratori impegnati in transizioni involontarie saranno discusse. Fugate, M., Kinicki, A. (2008). A dispositional approach to employability: Development of a measure and test of implications for employee reactions to organizational change. Journal of Occupational and Organizational psychology, 81, 503-527. McArdle A., Waters, L., Briscoe, J.P., Hall D.T. (2007). Employability during unemployment: Adaptability, career identity and human and social capital. Journal of Vocational Behavior, 71, 247-264Pubblicazioni consigliate
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