Nella storia delle concezioni moderne della vendetta Montaigne rappresenta un momento di svolta: per la prima volta questa passione è messa sotto esame non in quanto peccato ma come mancanza di umanità verso le altre creature. L'audacia di Montaigne come filosofo morale risiede innanzitutto nell'aver fatto della crudeltà il peggiore dei vizi e nell'averla valutata come effetto di una vendetta senza regole. La più comune giustificazione della "vendetta giusta" — "è l'altro che ha cominciato..." — è considerata da Montaigne con grande sospetto: «ceux qui disent avoir raison de leur passion vindicative ou de quelqu'autre espece de passion penible, disent souvent vray comme les choses sont, mais non pas comme elles furent. Ils parlent à nous lors que les causes de leur erreur sont nourries et avancées par eux mesmes. Mais reculez plus arriere, r'appelez ces causes à leur principe: là, vous les prendrez sans vert». Montaigne sa bene che la vendetta non può essere sradicata né dal cuore degli uomini né dai costumi sociali; tuttavia sente con forza la necessità di condannarla in tutte le sue forme. In una cultura che la approva quasi senza eccezioni, Montaigne non si limita a mostrare che essa non è mai utile ma mette in discussione la possibilità stessa di parlare di una vendetta giusta, arrivando per questa via a criticare ogni pratica fondata sulla presunzione che vi possa essere un buon uso della violenza: per lui la sofferenza, quali che siano le ragioni per le quali è inflitta, rimane in ogni caso un male.

Douce passion naturelle ou qualité maladive? La vengeance dans les Essais de Montaigne / G. Mormino. - In: NOUVEAU BULLETIN DE LA SOCIÉTÉ INTERNATIONALE DES AMIS DE MONTAIGNE. - ISSN 1965-2348. - 54:2(2011), pp. 77-90.

Douce passion naturelle ou qualité maladive? La vengeance dans les Essais de Montaigne

G. Mormino
Primo
2011

Abstract

Nella storia delle concezioni moderne della vendetta Montaigne rappresenta un momento di svolta: per la prima volta questa passione è messa sotto esame non in quanto peccato ma come mancanza di umanità verso le altre creature. L'audacia di Montaigne come filosofo morale risiede innanzitutto nell'aver fatto della crudeltà il peggiore dei vizi e nell'averla valutata come effetto di una vendetta senza regole. La più comune giustificazione della "vendetta giusta" — "è l'altro che ha cominciato..." — è considerata da Montaigne con grande sospetto: «ceux qui disent avoir raison de leur passion vindicative ou de quelqu'autre espece de passion penible, disent souvent vray comme les choses sont, mais non pas comme elles furent. Ils parlent à nous lors que les causes de leur erreur sont nourries et avancées par eux mesmes. Mais reculez plus arriere, r'appelez ces causes à leur principe: là, vous les prendrez sans vert». Montaigne sa bene che la vendetta non può essere sradicata né dal cuore degli uomini né dai costumi sociali; tuttavia sente con forza la necessità di condannarla in tutte le sue forme. In una cultura che la approva quasi senza eccezioni, Montaigne non si limita a mostrare che essa non è mai utile ma mette in discussione la possibilità stessa di parlare di una vendetta giusta, arrivando per questa via a criticare ogni pratica fondata sulla presunzione che vi possa essere un buon uso della violenza: per lui la sofferenza, quali che siano le ragioni per le quali è inflitta, rimane in ogni caso un male.
Settore M-FIL/03 - Filosofia Morale
2011
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