Nel campo del controllo di qualità degli alimenti funzionali stanno assumendo sempre più importanza le metodiche basate sulla proteomica differenziale che consente, ad esempio, di comparare proteine biologicamente attive in diversi ingredienti alimentari. Questa tecnica si basa su metodi avanzati in spettrometria di massa e sistemi informatici dedicati. Dal punto di vista quantitativo, sono riportati in letteratura due principali approcci sperimentali: le tecniche di marcatura con isotopi stabili (SIL, Stable Isotope Labeling)1 e tecniche senza marcatura (SIF, Stable Isotope Free)2. Sebbene le tecniche SIL rimangano le più utilizzate nel settore biomedico, nel settore alimentare crescenti sforzi sono stati diretti verso lo sviluppo di approcci “label free”, nettamente più economici. Le tecniche senza marcatura consentono di fare l’analisi differenziale delle proteine in un illimitato numero di campioni, mediante l’acquisizione di dati indipendenti e la comparazione di ogni gruppo di dati con ciascun altro gruppo. Inoltre, l’approccio senza marcatura ha una maggiore semplicità sperimentale e non richiede l’utilizzo di reagenti costosi. Lo scopo di questo lavoro è stato lo sviluppo di un metodo senza marcatura isotopica basato sulla proteomica “shotgun” per la simultanea identificazione e quantificazione relativa di proteine bioattive in estratti proteici totali di diverse cultivar di Lupinus albus, un legume che sta guadagnando crescente interesse presso l’industria alimentare per le sue proprietà nutraceutiche. Dal punto di vista cromatografico, il metodo è basato sull’utilizzo della HPLC-Chip, un sistema a nano-flussi caratterizzato da un’ottima sensibilità e riproducibilità. L’introduzione di una proteina esogena come standard interno nelle miscele proteiche soggette a digestione enzimatica, è risultato essere una soluzione interessante sia per la valutazione dell’effetto matrice, sia per la normalizzazione dei parametri quantitativi delle proteine target4. Riferimenti 1. Frohlich T et al. Journal of Neural Trasmission, 2006, 113, 973-994 2. Tang H et al. Bioinformatics 2006, 22, 481-488 3. Arnoldi A., et al. Mol Nutr Food Res, 2007, 51, 431-436. 4. Brambilla F. et al. Proteomics, 2009, 9, 272-286
Proteomica “shotgun” per l’analisi differenziale delle proteine bioattive di lupino / D. Resta, F. Brambilla, M. Zanotti, A. Arnoldi. ((Intervento presentato al convegno Convegno Nazionale della Società Italiana di Nutraceutica tenutosi a Milano nel 2010.
Proteomica “shotgun” per l’analisi differenziale delle proteine bioattive di lupino
D. RestaPrimo
;F. BrambillaSecondo
;A. ArnoldiUltimo
2010
Abstract
Nel campo del controllo di qualità degli alimenti funzionali stanno assumendo sempre più importanza le metodiche basate sulla proteomica differenziale che consente, ad esempio, di comparare proteine biologicamente attive in diversi ingredienti alimentari. Questa tecnica si basa su metodi avanzati in spettrometria di massa e sistemi informatici dedicati. Dal punto di vista quantitativo, sono riportati in letteratura due principali approcci sperimentali: le tecniche di marcatura con isotopi stabili (SIL, Stable Isotope Labeling)1 e tecniche senza marcatura (SIF, Stable Isotope Free)2. Sebbene le tecniche SIL rimangano le più utilizzate nel settore biomedico, nel settore alimentare crescenti sforzi sono stati diretti verso lo sviluppo di approcci “label free”, nettamente più economici. Le tecniche senza marcatura consentono di fare l’analisi differenziale delle proteine in un illimitato numero di campioni, mediante l’acquisizione di dati indipendenti e la comparazione di ogni gruppo di dati con ciascun altro gruppo. Inoltre, l’approccio senza marcatura ha una maggiore semplicità sperimentale e non richiede l’utilizzo di reagenti costosi. Lo scopo di questo lavoro è stato lo sviluppo di un metodo senza marcatura isotopica basato sulla proteomica “shotgun” per la simultanea identificazione e quantificazione relativa di proteine bioattive in estratti proteici totali di diverse cultivar di Lupinus albus, un legume che sta guadagnando crescente interesse presso l’industria alimentare per le sue proprietà nutraceutiche. Dal punto di vista cromatografico, il metodo è basato sull’utilizzo della HPLC-Chip, un sistema a nano-flussi caratterizzato da un’ottima sensibilità e riproducibilità. L’introduzione di una proteina esogena come standard interno nelle miscele proteiche soggette a digestione enzimatica, è risultato essere una soluzione interessante sia per la valutazione dell’effetto matrice, sia per la normalizzazione dei parametri quantitativi delle proteine target4. Riferimenti 1. Frohlich T et al. Journal of Neural Trasmission, 2006, 113, 973-994 2. Tang H et al. Bioinformatics 2006, 22, 481-488 3. Arnoldi A., et al. Mol Nutr Food Res, 2007, 51, 431-436. 4. Brambilla F. et al. Proteomics, 2009, 9, 272-286Pubblicazioni consigliate
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