L’analisi della Cronaca di Varese di Giovanni Antonio Adamollo, notaio, cronista e priore dell’Ospedale dei poveri di Varese nel primo Settecento, costituisce lo spunto per approfondire la situazione del notariato varesino che, tra prima e seconda metà del XVIII secolo, risulta strettamente legato alla capitale milanese. All’epoca Varese non godeva del privilegio di nominare notai ed i Varesini che aspirassero all’esercizio della professione notarile dovevano essere ammessi nel Collegio ambrosiano, rispettando i requisiti previsti dagli Ordini del Senato del 1686. Si ricostruiscono poi alcuni profili di notai e causidici borghigiani, che rivestirono un ruolo di primo piano nella gestione pubblica della Magnifica Communitas Varisij: si tratta di personaggi di spicco della società varesina settecentesca che, pur dedicandosi assiduamente al notariato, svolsero importanti funzioni all’interno del borgo. Taluni, infatti, come lo stesso Adamollo, ricoprirono l’ufficio di cancelliere della comunità e diverse cariche all’interno dell’Ospedale dei poveri. Dal ricco repertorio di fonti archivistiche consultate emerge lo spaccato di una “comunità notarile” che, attivamente impegnata nella scrittura di atti e contratti ed in numerose incombenze di varia natura, riflette l’immagine di un’operosa «quasi-città» alla fine dell’antico regime.
Il notariato nella Magnifica Communitas Varisij tra prima e seconda metà del XVIII secolo: alcuni profili di notai varesini iscritti al Collegio notarile di Milano / S.T. Salvi - In: Fonti per la storia del territorio varesino. 1. Tardo Medioevo ed Età Moderna (secoli XIV-XVIII) / [a cura di] G.P.G. Scharf. - Varese : Insubria University Press, 2010. - ISBN 978-88-95362-39-7. - pp. 169-230
Il notariato nella Magnifica Communitas Varisij tra prima e seconda metà del XVIII secolo: alcuni profili di notai varesini iscritti al Collegio notarile di Milano
S.T. SalviPrimo
2010
Abstract
L’analisi della Cronaca di Varese di Giovanni Antonio Adamollo, notaio, cronista e priore dell’Ospedale dei poveri di Varese nel primo Settecento, costituisce lo spunto per approfondire la situazione del notariato varesino che, tra prima e seconda metà del XVIII secolo, risulta strettamente legato alla capitale milanese. All’epoca Varese non godeva del privilegio di nominare notai ed i Varesini che aspirassero all’esercizio della professione notarile dovevano essere ammessi nel Collegio ambrosiano, rispettando i requisiti previsti dagli Ordini del Senato del 1686. Si ricostruiscono poi alcuni profili di notai e causidici borghigiani, che rivestirono un ruolo di primo piano nella gestione pubblica della Magnifica Communitas Varisij: si tratta di personaggi di spicco della società varesina settecentesca che, pur dedicandosi assiduamente al notariato, svolsero importanti funzioni all’interno del borgo. Taluni, infatti, come lo stesso Adamollo, ricoprirono l’ufficio di cancelliere della comunità e diverse cariche all’interno dell’Ospedale dei poveri. Dal ricco repertorio di fonti archivistiche consultate emerge lo spaccato di una “comunità notarile” che, attivamente impegnata nella scrittura di atti e contratti ed in numerose incombenze di varia natura, riflette l’immagine di un’operosa «quasi-città» alla fine dell’antico regime.Pubblicazioni consigliate
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