La parola “nebbia” ritorna nei Rerum vulgarium fragmenta con apprezzabile frequenza e con un peso semantico, non univoco, tale da condizionare in modo significativo l’interpretazione testuale. L’indagine sistematica dei luoghi interessati consente di aprire nuove prospettive critiche, in particolare per la sestina 66 (L’aere gravato e l’importuna nebbia), il sonetto 123 (Quel vago impallidir che ‘l dolce riso) e le canzoni 129 (Di pensier in pensier, di monte in monte) e 323 (Standomi un giorno solo a la fenestra).
"Nebbia" nei "Rerum vulgarium fragmenta" : Appunti per un'indagine semantica / C. Zampese - In: Uso, riuso e abuso dei testi classici / [a cura di] M. Gioseffi. - Milano : LED, 2010. - ISBN 978-88-7916-428-3. - pp. 121-150
"Nebbia" nei "Rerum vulgarium fragmenta" : Appunti per un'indagine semantica
C. ZampesePrimo
2010
Abstract
La parola “nebbia” ritorna nei Rerum vulgarium fragmenta con apprezzabile frequenza e con un peso semantico, non univoco, tale da condizionare in modo significativo l’interpretazione testuale. L’indagine sistematica dei luoghi interessati consente di aprire nuove prospettive critiche, in particolare per la sestina 66 (L’aere gravato e l’importuna nebbia), il sonetto 123 (Quel vago impallidir che ‘l dolce riso) e le canzoni 129 (Di pensier in pensier, di monte in monte) e 323 (Standomi un giorno solo a la fenestra).Pubblicazioni consigliate
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