Il contributo in esame analizza il processo di integrazione europea a partire dalla evoluzione dei rapporto tra la Corte costituzionale tedesca e le Corti europee, al fine di definire i confini teorici e pratici del sistema giudiziario multilivello che coinvolge l’ordinamento costituzionale tedesco e il sistema europeo. L’articolo ripercorre le diverse tappe del cammino comunitario del Bundesverfassungsericht tramite i grands arrêts che lo hanno costellato fino ai casi più recenti, analizzando i momenti di conflitto e di dialogo tra Corti che si sono susseguiti nel processo di integrazione europea. Nella visione della Corte costituzionale tedesca gli Stati membri, essendo “signori dei trattati”, sono di diritto gli attori principali del processo di integrazione in quanto determinano il contenuto delle norme europee, la loro eventuale abrogazione e l’ingresso di nuovi stati. Le loro Costituzioni, tuttavia, come nel caso dell’art. 23 GG, li vincolano a permanere nel processo di integrazione che risulta così incluso nel – e allo stesso tempo limitato dai suoi contenuti dal – diritto costituzionale nazionale; ne consegue che l’ordinamento nazionale e quello comunitario si influenzano reciprocamente e sono reciprocamente interdipendenti, contro le pretese di autonomia e di supremazia che ciascuno tenta, di volta in volta, di avanzare. In questa prospettiva, la Corte costituzionale tedesca si è posta fin da subito come un interlocutore determinato ad imprimere al processo di integrazione europea alcuni tratti tradizionalmente considerati irrinunciabili perché sussista un legittimo esercizio del potere pubblico, cioè il rispetto del principio democratico e dei diritti fondamentali. Benché pronto a recepire le novità che provengono dall’Unione europea, il Bundesverfassungsericht ha sempre controbilanciato la sua apertura con delle condizioni precise, che gli hanno consentito di vigilare sul mantenimento dell’equilibrio istituzionale tra le Corti e sulla leale collaborazione tra istituzioni nazionali e comunitarie. Come documenta il percorso di integrazione e l’analisi dei casi compiuta dal presente articolo, la Corte costituzionale tedesca non ha avuto timore di entrare in merito a questioni controverse, costruendo strategie volte a veder affermate le proprie posizioni e tutelati gli interessi e i valori del proprio popolo.

I precari equilibri di un sistema giudiziario multilivello : i conflitti tra potere giudiziario nazionale e i giudici europei in Germania / L. Violini - In: Le corti dell'integrazione europea e la Corte costituzionale italiana : avvicinamenti, dialoghi, dissonanze / [a cura di] N. Zanon. - Napoli : Edizioni Scientifiche Italiane, 2006. - ISBN 9788849513486. - pp. 487-532

I precari equilibri di un sistema giudiziario multilivello : i conflitti tra potere giudiziario nazionale e i giudici europei in Germania

L. Violini
Primo
2006

Abstract

Il contributo in esame analizza il processo di integrazione europea a partire dalla evoluzione dei rapporto tra la Corte costituzionale tedesca e le Corti europee, al fine di definire i confini teorici e pratici del sistema giudiziario multilivello che coinvolge l’ordinamento costituzionale tedesco e il sistema europeo. L’articolo ripercorre le diverse tappe del cammino comunitario del Bundesverfassungsericht tramite i grands arrêts che lo hanno costellato fino ai casi più recenti, analizzando i momenti di conflitto e di dialogo tra Corti che si sono susseguiti nel processo di integrazione europea. Nella visione della Corte costituzionale tedesca gli Stati membri, essendo “signori dei trattati”, sono di diritto gli attori principali del processo di integrazione in quanto determinano il contenuto delle norme europee, la loro eventuale abrogazione e l’ingresso di nuovi stati. Le loro Costituzioni, tuttavia, come nel caso dell’art. 23 GG, li vincolano a permanere nel processo di integrazione che risulta così incluso nel – e allo stesso tempo limitato dai suoi contenuti dal – diritto costituzionale nazionale; ne consegue che l’ordinamento nazionale e quello comunitario si influenzano reciprocamente e sono reciprocamente interdipendenti, contro le pretese di autonomia e di supremazia che ciascuno tenta, di volta in volta, di avanzare. In questa prospettiva, la Corte costituzionale tedesca si è posta fin da subito come un interlocutore determinato ad imprimere al processo di integrazione europea alcuni tratti tradizionalmente considerati irrinunciabili perché sussista un legittimo esercizio del potere pubblico, cioè il rispetto del principio democratico e dei diritti fondamentali. Benché pronto a recepire le novità che provengono dall’Unione europea, il Bundesverfassungsericht ha sempre controbilanciato la sua apertura con delle condizioni precise, che gli hanno consentito di vigilare sul mantenimento dell’equilibrio istituzionale tra le Corti e sulla leale collaborazione tra istituzioni nazionali e comunitarie. Come documenta il percorso di integrazione e l’analisi dei casi compiuta dal presente articolo, la Corte costituzionale tedesca non ha avuto timore di entrare in merito a questioni controverse, costruendo strategie volte a veder affermate le proprie posizioni e tutelati gli interessi e i valori del proprio popolo.
Settore IUS/08 - Diritto Costituzionale
Settore IUS/21 - Diritto Pubblico Comparato
Settore IUS/14 - Diritto dell'Unione Europea
2006
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