Referring to Pierre Hadot and Juliusz Domański, some historians believe that the ‘practical’ conception of philosophy as a way of life entered into crisis with the advent of Christianity, was destroyed by Scholasticism and was reborn thanks to Humanism. Discussing the image of Scholasticism proposed by Hadot and Domański, in this essay I argue that the alternative between philosophy as a ‘way of life’ and philosophy as a purely theoretical discipline is difficult to apply to some scholastic thinkers, such as Boethius of Dacia; I show that ‘practical’ definitions of philosophy continued to circulate in the Middle Ages, even among university teachers and students; finally, I challenge the thesis that the contribution of Humanism to philosophy can be reduced to the rediscovery of the conception of philosophy as an ‘art of living’.

La cultura umanistica viene spesso associata alla riscoperta dell’antico ideale della filosofia come ‘maniera di vivere’ e come ‘cura di sé’, contrapposta alla ‘professionalizzazione’ della filosofia impostasi nelle università medievali. Nel 1996 Julius Domański lesse in questa chiave – risalente ai lavori sulla filosofia antica di Pierre Hadot – lo sviluppo dell’intero pensiero medievale, mentre qualche anno prima, nel 1989, Eugenio Garin si era spinto ad affermare che “solo nel Rinascimento nasce il ‘filosofo’”, inteso come figura che non cerca la verità nei libri ma “nell’esperienza delle cose e nella storia degli uomini”. L’articolo esamina queste posizioni storiografiche per sollevare poi alcuni interrogativi: l’alternativa fra filosofia come “maniera di vivere” e come “professione” è davvero applicabile ai secoli XIII, XIV e XV, e entro che limiti? Non è il caso di riconoscere che sia gli ‘scolatici’ sia gli ‘umanisti’ ebbero una pluralità di concezioni della filosofia? Il punto di vista di una parte in causa – in particolare la concezione che Petrarca aveva di che cosa la filosofia dovesse essere e di che cosa fosse invece quella ‘scolastica’ – può essere assunto come criterio di valutazione da parte degli storici?

Filosofia come ‘maniera di vivere’, scolastica e umanesimo = Philosophy as "a way of life", scholasticism and humanism / L. Bianchi - In: Escolástica y Humanismo Renacentista / [a cura di] M. Mantovani, R. Ramis Barcoló. - Prima edizione. - Madrid : Editorial Sindéresis, 2025. - ISBN 978-84-10120-99-0. - pp. 17-36

Filosofia come ‘maniera di vivere’, scolastica e umanesimo = Philosophy as "a way of life", scholasticism and humanism

L. Bianchi
2025

Abstract

Referring to Pierre Hadot and Juliusz Domański, some historians believe that the ‘practical’ conception of philosophy as a way of life entered into crisis with the advent of Christianity, was destroyed by Scholasticism and was reborn thanks to Humanism. Discussing the image of Scholasticism proposed by Hadot and Domański, in this essay I argue that the alternative between philosophy as a ‘way of life’ and philosophy as a purely theoretical discipline is difficult to apply to some scholastic thinkers, such as Boethius of Dacia; I show that ‘practical’ definitions of philosophy continued to circulate in the Middle Ages, even among university teachers and students; finally, I challenge the thesis that the contribution of Humanism to philosophy can be reduced to the rediscovery of the conception of philosophy as an ‘art of living’.
La cultura umanistica viene spesso associata alla riscoperta dell’antico ideale della filosofia come ‘maniera di vivere’ e come ‘cura di sé’, contrapposta alla ‘professionalizzazione’ della filosofia impostasi nelle università medievali. Nel 1996 Julius Domański lesse in questa chiave – risalente ai lavori sulla filosofia antica di Pierre Hadot – lo sviluppo dell’intero pensiero medievale, mentre qualche anno prima, nel 1989, Eugenio Garin si era spinto ad affermare che “solo nel Rinascimento nasce il ‘filosofo’”, inteso come figura che non cerca la verità nei libri ma “nell’esperienza delle cose e nella storia degli uomini”. L’articolo esamina queste posizioni storiografiche per sollevare poi alcuni interrogativi: l’alternativa fra filosofia come “maniera di vivere” e come “professione” è davvero applicabile ai secoli XIII, XIV e XV, e entro che limiti? Non è il caso di riconoscere che sia gli ‘scolatici’ sia gli ‘umanisti’ ebbero una pluralità di concezioni della filosofia? Il punto di vista di una parte in causa – in particolare la concezione che Petrarca aveva di che cosa la filosofia dovesse essere e di che cosa fosse invece quella ‘scolastica’ – può essere assunto come criterio di valutazione da parte degli storici?
Medieval philosophy; Pierre Hadot; Julius Domański
Settore PHIL-05/C - Storia della filosofia medievale
Settore PHIL-05/A - Storia della filosofia
2025
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