Introduzione. La malattia renale cronica (CKD) rappresenta un importante fattore di rischio per i pazienti che necessitano impianto di pacemaker transvenosi (TV-PM), aumentando le complicanze operatorie e di infezioni legate al dispositivo. Pertanto, i pacemaker leadless (LPM) rappresentano un’alternativa promettente ai TV-PM per il loro minore tasso di infezioni correlate al dispositivo. Metodi. Sono stati arruolati retrospettivamente pazienti sottoposti a impianto di LPM in 12 centri europei aderenti al registro i-LEAPER. Lo stadio della CKD è stato valutato secondo l’equazione CKD-EPI per l’eGFR. I pazienti con stadio CKD G3a/b (N=245) e G4/G5 (N=67) sono stati confrontati con pazienti con funzione renale normale (NKF) (N=867). L’endpoint primario di sicurezza era il tasso di complicanze maggiori legate al LPM al momento dell’impianto e durante il follow-up (FU). Inoltre, è stato confrontato il tasso di pazienti con prestazioni elettriche non ottimali (soglia di stimolazione [PT] >1V@0.24ms). Risultati. 1179 pazienti sono stati arruolati e seguiti per una mediana di 33 [IQR 24-47] mesi. Rispetto al gruppo NKF, i pazienti in stadio G3a/b e G4/G5 hanno mostrato maggiore comorbidità cardiovascolare. La scelta di un LPM era dovuta principalmente a preservazione vascolare nel gruppo G4/G5, mentre nel gruppo G3a/b era dovuta all’aumentato rischio infettivo. Il tasso di complicanze maggiori al momento dell’impianto e durante la FU non differiva tra i gruppi, indipendentemente dallo stadio di CKD. L’incidenza di mortalità per tutte le cause è risultata maggiore nel gruppo G4/G5 rispetto al gruppo NKF (17,9% vs 6,8%; p<0,001). Il tasso di pazienti con PT>V1@0.24ms durante il FU non differiva tra i gruppi. Conclusioni. I LPM hanno mostrato un notevole profilo di sicurezza ed efficacia nei pazienti con CKD, indipendentemente dallo stadio, paragonabile alla popolazione NKF. I LPM dovrebbero essere considerati come prima scelta nei pazienti con CKD che necessitano di un PM.
Sicurezza ed efficacia dei pacemaker leadless nei pazienti con malattia renale cronica: dati del registro internazionale i-leaper / E. Graditi, G. Mitacchione, G. Forleo, R. Gingis, A. Guarino, L. Bisegna, L. Della Volpe, A. Cossettini, M. Pirovano, E. Sabadini, M. Gallieni. ((Intervento presentato al 65. convegno 65° Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia : 16-19 Ottobre tenutosi a Riccione nel 2024.
Sicurezza ed efficacia dei pacemaker leadless nei pazienti con malattia renale cronica: dati del registro internazionale i-leaper
E. Graditi;R. Gingis;A. Guarino;L. Bisegna;L. Della Volpe;A. Cossettini;M. Pirovano;M. Gallieni
2024
Abstract
Introduzione. La malattia renale cronica (CKD) rappresenta un importante fattore di rischio per i pazienti che necessitano impianto di pacemaker transvenosi (TV-PM), aumentando le complicanze operatorie e di infezioni legate al dispositivo. Pertanto, i pacemaker leadless (LPM) rappresentano un’alternativa promettente ai TV-PM per il loro minore tasso di infezioni correlate al dispositivo. Metodi. Sono stati arruolati retrospettivamente pazienti sottoposti a impianto di LPM in 12 centri europei aderenti al registro i-LEAPER. Lo stadio della CKD è stato valutato secondo l’equazione CKD-EPI per l’eGFR. I pazienti con stadio CKD G3a/b (N=245) e G4/G5 (N=67) sono stati confrontati con pazienti con funzione renale normale (NKF) (N=867). L’endpoint primario di sicurezza era il tasso di complicanze maggiori legate al LPM al momento dell’impianto e durante il follow-up (FU). Inoltre, è stato confrontato il tasso di pazienti con prestazioni elettriche non ottimali (soglia di stimolazione [PT] >1V@0.24ms). Risultati. 1179 pazienti sono stati arruolati e seguiti per una mediana di 33 [IQR 24-47] mesi. Rispetto al gruppo NKF, i pazienti in stadio G3a/b e G4/G5 hanno mostrato maggiore comorbidità cardiovascolare. La scelta di un LPM era dovuta principalmente a preservazione vascolare nel gruppo G4/G5, mentre nel gruppo G3a/b era dovuta all’aumentato rischio infettivo. Il tasso di complicanze maggiori al momento dell’impianto e durante la FU non differiva tra i gruppi, indipendentemente dallo stadio di CKD. L’incidenza di mortalità per tutte le cause è risultata maggiore nel gruppo G4/G5 rispetto al gruppo NKF (17,9% vs 6,8%; p<0,001). Il tasso di pazienti con PT>V1@0.24ms durante il FU non differiva tra i gruppi. Conclusioni. I LPM hanno mostrato un notevole profilo di sicurezza ed efficacia nei pazienti con CKD, indipendentemente dallo stadio, paragonabile alla popolazione NKF. I LPM dovrebbero essere considerati come prima scelta nei pazienti con CKD che necessitano di un PM.Pubblicazioni consigliate
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