L’articolo indaga la ricezione e le riscritture della figura di Beatrice nella modernità letteraria, evidenziando come il mito dantesco si sia trasformato dal Medioevo a oggi. Se Francesca da Rimini ha goduto di maggiore fortuna per la sua carica passionale ed ‘umana, troppo umana’, Beatrice appare più distante all’uomo contemporaneo, in quanto legata a un orizzonte di caritas e trascendenza. Le riscritture ottocentesche, spesso di matrice risorgimentale, la umanizzano, attribuendole una concretezza terrena e domestica che la avvicina ai lettori, ma al contempo la riducono al ruolo di musa ispiratrice. Tra la fine dell’Ottocento e il Novecento emergono invece riletture che ne mettono in luce una dimensione emancipata e intellettuale, come nelle conferenze per il VI centenario di Beatrice Portinari, fino alle interpretazioni ironiche e dissacranti di Eco e Benni, o alle versioni erotizzate e terrene proposte da Giudici e Onofri. Infine, l’articolo propone un confronto con la poesia di Montale, per cui Clizia si avvicina alla funzione beatricea in senso laico: un amore capace di orientare la vita, di farsi fede, parola e salvezza terrena. Beatrice, da simbolo di salvezza ultraterrena, diviene nelle riletture moderne emblema di un amore trasfigurato che, pur spogliato della dimensione divina, continua a restituire senso e fiducia all’esperienza umana e poetica.
Beatrice nella modernità letteraria / E. Grazioli. - In: PARAGONE. LETTERATURA. - ISSN 1120-4745. - (2025 Jun), pp. 51-61.
Beatrice nella modernità letteraria
E. Grazioli
2025
Abstract
L’articolo indaga la ricezione e le riscritture della figura di Beatrice nella modernità letteraria, evidenziando come il mito dantesco si sia trasformato dal Medioevo a oggi. Se Francesca da Rimini ha goduto di maggiore fortuna per la sua carica passionale ed ‘umana, troppo umana’, Beatrice appare più distante all’uomo contemporaneo, in quanto legata a un orizzonte di caritas e trascendenza. Le riscritture ottocentesche, spesso di matrice risorgimentale, la umanizzano, attribuendole una concretezza terrena e domestica che la avvicina ai lettori, ma al contempo la riducono al ruolo di musa ispiratrice. Tra la fine dell’Ottocento e il Novecento emergono invece riletture che ne mettono in luce una dimensione emancipata e intellettuale, come nelle conferenze per il VI centenario di Beatrice Portinari, fino alle interpretazioni ironiche e dissacranti di Eco e Benni, o alle versioni erotizzate e terrene proposte da Giudici e Onofri. Infine, l’articolo propone un confronto con la poesia di Montale, per cui Clizia si avvicina alla funzione beatricea in senso laico: un amore capace di orientare la vita, di farsi fede, parola e salvezza terrena. Beatrice, da simbolo di salvezza ultraterrena, diviene nelle riletture moderne emblema di un amore trasfigurato che, pur spogliato della dimensione divina, continua a restituire senso e fiducia all’esperienza umana e poetica.| File | Dimensione | Formato | |
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