L’epistolario di Pietro Bembo dai manoscritti all’edizione postuma

This essay examines the history and formation of Pietro Bembo’s epistolary, published posthumously between 1548 and 1552. Through a philological analysis of the structural features of the principal manuscripts, preserved in the Vatican Apostolic Archive (Borghese Fund I 175), the Biblioteca Apostolica Vaticana, and the Biblioteca Ambrosiana in Milan, as well as of the editio princeps, the study reconstructs the editorial stages of the work and the divergences in the arrangement of its main witnesses. The investigation allows for a distinction between authorial interventions and those of the editorial curator, Carlo Gualteruzzi, and proposes a revision of the Travi edition (1987–1993) in light of new structural and codicological evidence, which confirms the existence of a coherent authorial project, only partially reflected in the sixteenth-century print edition.

Il contributo indaga la storia e la formazione dell’epistolario di Pietro Bembo, pubblicato postumo tra il 1548 e il 1552. Attraverso un’analisi incentrata sulla filologia delle strutture dei principali testimoni manoscritti dell’opera, conservati presso l’Archivio Apostolico Vaticano (Fondo Borghese I 175), la Biblioteca Apostolica Vaticana e la Biblioteca Ambrosiana di Milano, nonché dell’editio princeps si ricostruiscono le fasi redazionali dell’opera e le divergenze di ordinamento delle sillogi. L’indagine consente di distinguere gli interventi di Bembo da quelli del curatore editoriale, Carlo Gualteruzzi, e di proporre una revisione dell’edizione Travi (1987-1993) alla luce dei nuovi dati strutturali e codicologici, che confermano l’esistenza di un disegno d’autore unitario, solo in parte recepito dalla stampa postuma.