Introduzione: I cambiamenti che caratterizzano il mondo del lavoro hanno comportato nuovi potenziali fattori di stress per il benessere psico-fisico del lavoratore di oggi e, ancor di più, del futuro. Obiettivi: Rilevare indici di resilienza e benessere/malessere in varie tipologie di lavoratori, ponendo attenzione al settore e alla posizione ricoperti. Metodo: É stato somministrato online un questionario anonimo costituito da una parte di dati socio-anagrafici e lavorativi, oltreché da alcune scale per misurare: resilienza (CD-RISC-10), moral distress (questionario ad-hoc), burnout (MBI-GS) e malessere psico-somatico (GHQ-12). Risultati: 1569 (F= 57.6%, M= 42.4%) lavoratori hanno partecipato allo studio. Di questi, il 72.5% lavora nel privato, mentre l’81.6% riveste una posizione non-dirigenziale. L’1.2% lavora nel settore primario, il 20.5% nel secondario, il 64.9% nel terziario e 13.3% nel quaternario. Per ciò che concerne la posizione ricoperta, i dirigenti si percepiscono maggiormente resilienti rispetto ai non-dirigenti (t(1569)=7.6, p=.000), così come più efficaci professionalmente (t(1569)= 5.78, p=.000). I non-dirigenti riportano punteggi più elevati di cinismo (t(1569)= -4.05, p=.000), disfunzione sociale (t(1569)= -2.01, p=.04) e perdita di fiducia (t(1569)=-3.25, p=.001). Inoltre, i lavoratori del settore secondario riportano maggior moral distress rispetto a chi è impiegato nel settore primario (F(3,1565)=4.5, p=.03). Nel settore pubblico, invece, è riportata maggior perdita di fiducia (t(1569)= 2.02, p=.04). Oltre a ciò, a differenza delle donne, per gli uomini lavorare nel settore pubblico porta a maggior perdita di fiducia rispetto al privato (F(1,1565)=7.33, p=.007). Infine, nel settore privato, la posizione lavorativa non-dirigenziale porta a maggior cinismo rispetto a chi ricopre una posizione dirigenziale (F(1,1565)=23.04, p=.000). Limiti: Modalità di reclutamento (snowball sampling) e utilizzo di misure self-report. Aspetti innovativi: I risultati pongono l’attenzione sia su nuove possibili forme di stress (es. moral distress) trasversali alle diverse tipologie di lavoratori sia sull’influenza che il settore e la posizione lavorativa possono avere sulla persona.
Resilienza, moral distress e benessere psicofisico: uno studio pilota su lavoratori del settore pubblico e privato / M. Maffoni, C. Bernuzzi, P. Argentero. ((Intervento presentato al 17. convegno Congresso Nazionale della Sezione Psicologia per le Organizzazioni : 26-28 Settembre tenutosi a Lecce nel 2019.
Resilienza, moral distress e benessere psicofisico: uno studio pilota su lavoratori del settore pubblico e privato.
C. Bernuzzi;
2019
Abstract
Introduzione: I cambiamenti che caratterizzano il mondo del lavoro hanno comportato nuovi potenziali fattori di stress per il benessere psico-fisico del lavoratore di oggi e, ancor di più, del futuro. Obiettivi: Rilevare indici di resilienza e benessere/malessere in varie tipologie di lavoratori, ponendo attenzione al settore e alla posizione ricoperti. Metodo: É stato somministrato online un questionario anonimo costituito da una parte di dati socio-anagrafici e lavorativi, oltreché da alcune scale per misurare: resilienza (CD-RISC-10), moral distress (questionario ad-hoc), burnout (MBI-GS) e malessere psico-somatico (GHQ-12). Risultati: 1569 (F= 57.6%, M= 42.4%) lavoratori hanno partecipato allo studio. Di questi, il 72.5% lavora nel privato, mentre l’81.6% riveste una posizione non-dirigenziale. L’1.2% lavora nel settore primario, il 20.5% nel secondario, il 64.9% nel terziario e 13.3% nel quaternario. Per ciò che concerne la posizione ricoperta, i dirigenti si percepiscono maggiormente resilienti rispetto ai non-dirigenti (t(1569)=7.6, p=.000), così come più efficaci professionalmente (t(1569)= 5.78, p=.000). I non-dirigenti riportano punteggi più elevati di cinismo (t(1569)= -4.05, p=.000), disfunzione sociale (t(1569)= -2.01, p=.04) e perdita di fiducia (t(1569)=-3.25, p=.001). Inoltre, i lavoratori del settore secondario riportano maggior moral distress rispetto a chi è impiegato nel settore primario (F(3,1565)=4.5, p=.03). Nel settore pubblico, invece, è riportata maggior perdita di fiducia (t(1569)= 2.02, p=.04). Oltre a ciò, a differenza delle donne, per gli uomini lavorare nel settore pubblico porta a maggior perdita di fiducia rispetto al privato (F(1,1565)=7.33, p=.007). Infine, nel settore privato, la posizione lavorativa non-dirigenziale porta a maggior cinismo rispetto a chi ricopre una posizione dirigenziale (F(1,1565)=23.04, p=.000). Limiti: Modalità di reclutamento (snowball sampling) e utilizzo di misure self-report. Aspetti innovativi: I risultati pongono l’attenzione sia su nuove possibili forme di stress (es. moral distress) trasversali alle diverse tipologie di lavoratori sia sull’influenza che il settore e la posizione lavorativa possono avere sulla persona.Pubblicazioni consigliate
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