The equation that at present time is known as “Laplace’s equation” achieved considerable visibility thanks to the publication of the famous work of Pierre-Simon Laplace “Traité de Mécanique Céleste” (1799). Laplace is acknowledged as the developer of an analytical theory to deal with problems of astronomy understood as “celestial mechanics”. In this context, the equation models the problem of gravitational attraction that a spheroid exerts on a generic material point. However, the equation was already known to Leonhard Euler, who had obtained it in 1752 in a work in which he describes the motion of an incompressible fluid. Adopting an epistemological perspective and comparing the contributions of Euler and Laplace, in this article we discuss the question of whether it is correct to associate only Laplace’s name with the equation we are considering.

L’equazione oggi detta “di Laplace” raggiunse una notevole visibilità grazie alla pubblicazione della famosa opera di Pierre-Simon Laplace “Traité de Mécanique Céleste” (1799). Laplace ebbe il merito di mettere a punto una teoria analitica per trattare problemi dell’astronomia intesa come “meccanica celeste”. In quel contesto, l’equazione modellizza il problema dell’attrazione gravitazionale che uno sferoide esercita su un punto materiale generico. Tuttavia, l’equazione era già nota a Leonhard Euler, che l’aveva ottenuta nel 1752 in un lavoro nel quale descrive il moto di un fluido incomprimibile. Adottando una prospettiva epistemologica e mettendo a confronto i contributi di Euler e di Laplace, si discute di seguito la questione se sia corretto associare solamente il nome di Laplace all’equazione che stiamo considerando.

L’equazione di Laplace: Una riflessione storico-epistemologica / M. Asenova, S. Polidoro. - In: LA MATEMATICA E LA SUA DIDATTICA. - ISSN 1120-9968. - 26:2(2018), pp. 153-171.

L’equazione di Laplace: Una riflessione storico-epistemologica

M. Asenova
Primo
;
2018

Abstract

The equation that at present time is known as “Laplace’s equation” achieved considerable visibility thanks to the publication of the famous work of Pierre-Simon Laplace “Traité de Mécanique Céleste” (1799). Laplace is acknowledged as the developer of an analytical theory to deal with problems of astronomy understood as “celestial mechanics”. In this context, the equation models the problem of gravitational attraction that a spheroid exerts on a generic material point. However, the equation was already known to Leonhard Euler, who had obtained it in 1752 in a work in which he describes the motion of an incompressible fluid. Adopting an epistemological perspective and comparing the contributions of Euler and Laplace, in this article we discuss the question of whether it is correct to associate only Laplace’s name with the equation we are considering.
L’equazione oggi detta “di Laplace” raggiunse una notevole visibilità grazie alla pubblicazione della famosa opera di Pierre-Simon Laplace “Traité de Mécanique Céleste” (1799). Laplace ebbe il merito di mettere a punto una teoria analitica per trattare problemi dell’astronomia intesa come “meccanica celeste”. In quel contesto, l’equazione modellizza il problema dell’attrazione gravitazionale che uno sferoide esercita su un punto materiale generico. Tuttavia, l’equazione era già nota a Leonhard Euler, che l’aveva ottenuta nel 1752 in un lavoro nel quale descrive il moto di un fluido incomprimibile. Adottando una prospettiva epistemologica e mettendo a confronto i contributi di Euler e di Laplace, si discute di seguito la questione se sia corretto associare solamente il nome di Laplace all’equazione che stiamo considerando.
Laplace’s equation; Partial derivative equations; Celestial mechanics; Fluid mechanics; Potentials
Settore MATH-01/B - Didattica e storia della matematica
2018
https://site.unibo.it/rsddm-dm/it/rivista#52f1cba3e2b84578800ac469b7f86aec
Article (author)
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