This chapter focuses on the case study of the political leaders Ferrante Sanseverino and Isabella Villamarina, rulers of Salerno until 1551. They were educated together in their childhood; later, they were both taught by the humanist Pomponio Gaurico. Endowed with great personal charisma, they had a lavish lifestyle and aristocratic manners and were respected and loved by their subjects, as testified by contemporary chronicles. Their magnificent residences in Salerno and Naples became lively cultural centres that brought together Italian and Spanish intellectuals and artists: among others, Ferrante’s esteemed and loyal secretary Bernardo Tasso, the poets Berardino Rota, Vincenzo and Ludovico Martelli; the philosophers Scipione Capece and Agostino Nifo. This chapter examines how Ferrante and Isabella fashioned themselves as model Renaissance princes, with Ferrante cultivating an image of himself as a capable ruler and a brave warrior. Paradoxically, it was Ferrante’s very popularity that eventually led to his downfall.

Cresciuti insieme fin dall’infanzia, entrambi allievi dell’umanista Pomponio Gaurico, Ferrante Sanseverino e Isabella Villamarino, principi di Salerno fino al 1551, seppero creare nelle fastose residenze della loro corte, a Salerno e a Napoli, un vivace ambiente intellettuale e artistico, italiano e spagnolo. Oltre a Bernardo Tasso, che del principe fu per molti anni l’autorevole e leale segretario, furono in diversa misura vicini ai Sanseverino, fra gli altri, i poeti Berardino Rota e Vincenzo e Ludovico Martelli e i filosofi Scipione Capece, che dedicò alla principessa i trattati De principiis rerum e De Vate maximo e Agostino Nifo, che a Salerno scrisse il suo De re aulica. Entrambi i principi si avvicinarono al dissenso religioso alimentato dal pensiero di Juan de Valdès e dalla predicazione di Bernardino Ochino. Dotati di grande fascino personale, che per Ferrante si tradusse in una popolarità che gli fu fatale, i due coniugi manifestarono nel loro comportamento i tratti di un esibito orgoglio nobiliare: “oltre il trattarsi da gran Signori, vivendo al costume reale, per le loro maniere signorili, splendide e liberali, e per le loro fiorite Corti, che di Cavalieri, e d’uomini eccellenti tenevano ornate e piene, erano da ogn’uno amati e riveriti.” (Antonino Castaldo, Istoria del Regno di Napoli). A completare l’immagine di Sanseverino come principe rinascimentale concorse anche la fama dei suoi numerosi successi militari.

Salerno alto e gentile : Fermenti intellettuali e rovina politica nel principato di Ferrante Sanseverino e Isabella Villamarina / C. Zampese (COURT CULTURES OF THE MIDDLE AGES AND RENAISSANCE). - In: The Prince and the Condottiero in Italiana Humanism and Renaissance. Literature, History, Political Theory and Art / [a cura di] M. Celati, M. Pavlova. - Prima edizione. - Oxford : Peter Lang, 2025. - ISBN 9781800795914. - pp. 447-469

Salerno alto e gentile : Fermenti intellettuali e rovina politica nel principato di Ferrante Sanseverino e Isabella Villamarina

C. Zampese
Primo
2025

Abstract

This chapter focuses on the case study of the political leaders Ferrante Sanseverino and Isabella Villamarina, rulers of Salerno until 1551. They were educated together in their childhood; later, they were both taught by the humanist Pomponio Gaurico. Endowed with great personal charisma, they had a lavish lifestyle and aristocratic manners and were respected and loved by their subjects, as testified by contemporary chronicles. Their magnificent residences in Salerno and Naples became lively cultural centres that brought together Italian and Spanish intellectuals and artists: among others, Ferrante’s esteemed and loyal secretary Bernardo Tasso, the poets Berardino Rota, Vincenzo and Ludovico Martelli; the philosophers Scipione Capece and Agostino Nifo. This chapter examines how Ferrante and Isabella fashioned themselves as model Renaissance princes, with Ferrante cultivating an image of himself as a capable ruler and a brave warrior. Paradoxically, it was Ferrante’s very popularity that eventually led to his downfall.
Cresciuti insieme fin dall’infanzia, entrambi allievi dell’umanista Pomponio Gaurico, Ferrante Sanseverino e Isabella Villamarino, principi di Salerno fino al 1551, seppero creare nelle fastose residenze della loro corte, a Salerno e a Napoli, un vivace ambiente intellettuale e artistico, italiano e spagnolo. Oltre a Bernardo Tasso, che del principe fu per molti anni l’autorevole e leale segretario, furono in diversa misura vicini ai Sanseverino, fra gli altri, i poeti Berardino Rota e Vincenzo e Ludovico Martelli e i filosofi Scipione Capece, che dedicò alla principessa i trattati De principiis rerum e De Vate maximo e Agostino Nifo, che a Salerno scrisse il suo De re aulica. Entrambi i principi si avvicinarono al dissenso religioso alimentato dal pensiero di Juan de Valdès e dalla predicazione di Bernardino Ochino. Dotati di grande fascino personale, che per Ferrante si tradusse in una popolarità che gli fu fatale, i due coniugi manifestarono nel loro comportamento i tratti di un esibito orgoglio nobiliare: “oltre il trattarsi da gran Signori, vivendo al costume reale, per le loro maniere signorili, splendide e liberali, e per le loro fiorite Corti, che di Cavalieri, e d’uomini eccellenti tenevano ornate e piene, erano da ogn’uno amati e riveriti.” (Antonino Castaldo, Istoria del Regno di Napoli). A completare l’immagine di Sanseverino come principe rinascimentale concorse anche la fama dei suoi numerosi successi militari.
Ferrante Sanseverino; Isabella Villamarina; Salerno; prince; warrior
Settore ITAL-01/A - Letteratura italiana
2025
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