Marsala is one of the most renowned Italian wines and can be considered a typical example of the «made in Italy» food industry. This is a peculiar wine, since it undergoes the process of fortification: the addition of spirit to stop fermentation. Madeira, Sherry and Porto were the first to use this technique. Marsala is «a second comer», starting to be produced by English entrepreneurs when the market was dominated by other products. By the 1850s century, after having faced a fierce competition with several other «clones» of the dominant fortified wines, Marsala is able to fill the gap, acquiring a sound reputation in Britain and USA. We suggest that the adoption/adaptation of techniques/technologies used in producing Porto, Sherry and Madeira was crucial for Marsala’s success, making it a product different from the other «clones».

Il Marsala è uno dei vini italiani più famosi e può essere considerato un tipico esempio di «made in Italy» alimentare. Si tratta di un vino particolare, poiché subisce il processo di fortificazione: l’aggiunta di alcool per fermare la fermentazione. Il Madeira, lo Sherry e il Porto furono i primi a utilizzare questa tecnica. Il Marsala è un «second comer», la cui produzione è stata avviata da imprenditori inglesi quando il mercato era dominato da altri prodotti. Nel 1850, dopo aver affrontato una feroce competizione con molti altri «cloni» dei vini fortificati dominanti, il Marsala è stato in grado di colmare la distanza, acquisendo una solida reputazione in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Il paper dimostra come l’adozione/adattamento di tecniche/tecnologie utilizzate nella produzione di Porto, Sherry e Madeira sia stata fondamentale per il successo del Marsala, rendendolo un prodotto diverso dagli altri «cloni».

La guerra dei cloni. Un esempio precoce di tecnologie enologiche: i vini fortificati e il Marsala / G.M. Ceccarelli, A. Grandi. - In: STORIA ECONOMICA. - ISSN 1824-5064. - 21:2(2018), pp. 341-357.

La guerra dei cloni. Un esempio precoce di tecnologie enologiche: i vini fortificati e il Marsala

G.M. Ceccarelli
Primo
;
2018

Abstract

Marsala is one of the most renowned Italian wines and can be considered a typical example of the «made in Italy» food industry. This is a peculiar wine, since it undergoes the process of fortification: the addition of spirit to stop fermentation. Madeira, Sherry and Porto were the first to use this technique. Marsala is «a second comer», starting to be produced by English entrepreneurs when the market was dominated by other products. By the 1850s century, after having faced a fierce competition with several other «clones» of the dominant fortified wines, Marsala is able to fill the gap, acquiring a sound reputation in Britain and USA. We suggest that the adoption/adaptation of techniques/technologies used in producing Porto, Sherry and Madeira was crucial for Marsala’s success, making it a product different from the other «clones».
Il Marsala è uno dei vini italiani più famosi e può essere considerato un tipico esempio di «made in Italy» alimentare. Si tratta di un vino particolare, poiché subisce il processo di fortificazione: l’aggiunta di alcool per fermare la fermentazione. Il Madeira, lo Sherry e il Porto furono i primi a utilizzare questa tecnica. Il Marsala è un «second comer», la cui produzione è stata avviata da imprenditori inglesi quando il mercato era dominato da altri prodotti. Nel 1850, dopo aver affrontato una feroce competizione con molti altri «cloni» dei vini fortificati dominanti, il Marsala è stato in grado di colmare la distanza, acquisendo una solida reputazione in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Il paper dimostra come l’adozione/adattamento di tecniche/tecnologie utilizzate nella produzione di Porto, Sherry e Madeira sia stata fondamentale per il successo del Marsala, rendendolo un prodotto diverso dagli altri «cloni».
storia del cibo; consumi; prodotti tipici; prima globalizzazione; innovazione di prodotto; food history; consumption; typical products; first globalization; product innovation
Settore STEC-01/B - Storia economica
2018
Article (author)
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