Il silenzio è stato più volte oggetto di analisi estetico-filosofica, anche con affondi specifici sul suo ruolo espressivo nell’ambito in cui più spontaneamente esso trova asilo: la musica. Nel corso di tali indagini sono stati proposti diversi sistemi tassonomici atti a classificare i silenzi musicali e le loro funzioni espressive, con approcci e prospettive differenti. Tale tipo di riflessione ha però incontrato talora limiti di due tipi principali: uno di livello più profondo – ereditato talvolta da scritti più generalisti sul tema e legittimato dagli interventi di John Cage sull’argomento – che riguarda la tendenza alla trattazione misticheggiante di un fenomeno che ben si presta a descrizioni retoricamente efficaci e affascinanti, ma nebulose quando si tratta di comprendere come un’assenza musicale possa porsi (almeno) allo stesso livello di pregnanza semantica del suo opposto. L’altro limite riguarda invece il canone di riferimento, di solito limitato alla sola musica eurocolta (reputata “alta” come il silenzio stesso nella sua accezione più misticheggiante), che pur essendo gravida di esempi significativi non rappresenta certo l’unico possibile repertorio con cui confrontarsi in modo edificante e anzi, è possibile che partendo da esempi ed esperienze musicali differenti possano suggerire ulteriori declinazioni del fenomeno. Questa presentazione mira a integrare e sistematizzare le diverse classificazioni proposte riguardo i tipi di silenzio musicale, dando centralità alle prospettive meno contaminate da metafisica e misticismi, per proporre una tassonomia da esemplificate attraverso brani tratti dalla produzione popular e audiovisiva, capaci di mettere a fuoco ulteriori manifestazioni delle proprietà espressive del silenzio in musica.
Per una tassonomia dei silenzi musicali / M. Merlini. ((Intervento presentato al 52. convegno Congresso dell’AISS : Forme del silenzio tenutosi a Bologna nel 2024.
Per una tassonomia dei silenzi musicali
M. Merlini
2024
Abstract
Il silenzio è stato più volte oggetto di analisi estetico-filosofica, anche con affondi specifici sul suo ruolo espressivo nell’ambito in cui più spontaneamente esso trova asilo: la musica. Nel corso di tali indagini sono stati proposti diversi sistemi tassonomici atti a classificare i silenzi musicali e le loro funzioni espressive, con approcci e prospettive differenti. Tale tipo di riflessione ha però incontrato talora limiti di due tipi principali: uno di livello più profondo – ereditato talvolta da scritti più generalisti sul tema e legittimato dagli interventi di John Cage sull’argomento – che riguarda la tendenza alla trattazione misticheggiante di un fenomeno che ben si presta a descrizioni retoricamente efficaci e affascinanti, ma nebulose quando si tratta di comprendere come un’assenza musicale possa porsi (almeno) allo stesso livello di pregnanza semantica del suo opposto. L’altro limite riguarda invece il canone di riferimento, di solito limitato alla sola musica eurocolta (reputata “alta” come il silenzio stesso nella sua accezione più misticheggiante), che pur essendo gravida di esempi significativi non rappresenta certo l’unico possibile repertorio con cui confrontarsi in modo edificante e anzi, è possibile che partendo da esempi ed esperienze musicali differenti possano suggerire ulteriori declinazioni del fenomeno. Questa presentazione mira a integrare e sistematizzare le diverse classificazioni proposte riguardo i tipi di silenzio musicale, dando centralità alle prospettive meno contaminate da metafisica e misticismi, per proporre una tassonomia da esemplificate attraverso brani tratti dalla produzione popular e audiovisiva, capaci di mettere a fuoco ulteriori manifestazioni delle proprietà espressive del silenzio in musica.File | Dimensione | Formato | |
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