Questo intervento nasce da un laboratorio di orientamento (D.M. 328/2022) incentrato su “Eveline” di James Joyce e le sue riscritture, che ho condotto con gli studenti del quinto anno di un Istituto Tecnico Tecnologico di Milano. Particolare attenzione è stata rivolta alle sensazioni suscitate dalla frase “All the seas of the world tumbled about her heart”, posta al termine della narrazione, la quale sembra alludere alla paura di Eveline di annegare nella vita, significando metaforicamente la paura di vivere appieno. In principio, quest’interpretazione dell’immagine joyciana dell’annegamento ha provocato lo scontento tra gli studenti, acuito dall’assenza di distacco (detachment) tra il lettore ed Eveline: Joyce costruisce il racconto in modo che la nostra simpatia per la protagonista sia così intensa da portarci a credere che la sua fuga con Frank sarebbe stata trasformativa. Inoltre, l’insoddisfazione iniziale per la decisione di Eveline di non scappare in Sud America ha dato il via a un’analisi più approfondita della narrazione, la quale ha svelato una risonanza tra il dilemma di Eveline e quelli relativi alle eventuali scelte di vita compiute, o da compiere, dei lettori. Si è compreso infine che Joyce, attraverso le sue complesse strategie testuali e narrative, presenta in “Eveline” una rappresentazione demistificata dell’emigrazione, poiché la ragazza, gravata da obblighi, non ha alcuna vera possibilità di scelta. Il dibattito su se Eveline debba o meno fuggire con Frank è irrisolvibile, perché il narratore non implica che un’opzione sia migliore dell’altra. Joyce elabora una narrazione che evoca profonde ansie condivise sia dalla protagonista che dai lettori, la cui insoddisfazione trova – ritengo – un riflesso e attenuazione nelle riscritture contemporanee di “Eveline”. Per approfondire questi aspetti, l’analisi qui proposta si articola in due parti principali. In primo luogo, un esame delle strategie narrative di Joyce mira a gettare luce sul senso di paralisi e di agenzia limitata sperimentato sia da Eveline che dal lettore. In secondo luogo, il paper esplora come la rappresentazione dell’emigrazione priva di retorica di Joyce e l’angoscia suscitata dalla lettura del racconto siano di stimolo agli scrittori di racconti ancor’oggi. Esempi significativi di riscritture contemporanee di “Eveline”, in ambito irlandese, sono “Emma Jane” di Éilis Ní Dhuibhne (2004-5), “The Parting Gift” di Claire Keegan (2007) e “Evelyn” di Donal Ryan (2014). Questi racconti, ambientati nell’Irlanda del XXI secolo, forniscono nuove prospettive sulla migrazione e i processi decisionali sottostanti, mostrando l’influenza duratura e la contemporaneità dell’opera di Joyce nel contribuire a una comprensione sfumata della loro complessità. Al contempo, rivelano il nostro aggrapparsi alla possibilità, anche minima e talvolta illusoria, di muoverci oltre la stasi.

Oltre la paura di vivere? Un percorso tra le riscritture in forma breve di Eveline di James Joyce / E. Ogliari. ((Intervento presentato al 1. convegno Alla fine del mondo e oltre: migrazioni geografiche e testuali tenutosi a Milano nel 2024.

Oltre la paura di vivere? Un percorso tra le riscritture in forma breve di Eveline di James Joyce

E. Ogliari
2024

Abstract

Questo intervento nasce da un laboratorio di orientamento (D.M. 328/2022) incentrato su “Eveline” di James Joyce e le sue riscritture, che ho condotto con gli studenti del quinto anno di un Istituto Tecnico Tecnologico di Milano. Particolare attenzione è stata rivolta alle sensazioni suscitate dalla frase “All the seas of the world tumbled about her heart”, posta al termine della narrazione, la quale sembra alludere alla paura di Eveline di annegare nella vita, significando metaforicamente la paura di vivere appieno. In principio, quest’interpretazione dell’immagine joyciana dell’annegamento ha provocato lo scontento tra gli studenti, acuito dall’assenza di distacco (detachment) tra il lettore ed Eveline: Joyce costruisce il racconto in modo che la nostra simpatia per la protagonista sia così intensa da portarci a credere che la sua fuga con Frank sarebbe stata trasformativa. Inoltre, l’insoddisfazione iniziale per la decisione di Eveline di non scappare in Sud America ha dato il via a un’analisi più approfondita della narrazione, la quale ha svelato una risonanza tra il dilemma di Eveline e quelli relativi alle eventuali scelte di vita compiute, o da compiere, dei lettori. Si è compreso infine che Joyce, attraverso le sue complesse strategie testuali e narrative, presenta in “Eveline” una rappresentazione demistificata dell’emigrazione, poiché la ragazza, gravata da obblighi, non ha alcuna vera possibilità di scelta. Il dibattito su se Eveline debba o meno fuggire con Frank è irrisolvibile, perché il narratore non implica che un’opzione sia migliore dell’altra. Joyce elabora una narrazione che evoca profonde ansie condivise sia dalla protagonista che dai lettori, la cui insoddisfazione trova – ritengo – un riflesso e attenuazione nelle riscritture contemporanee di “Eveline”. Per approfondire questi aspetti, l’analisi qui proposta si articola in due parti principali. In primo luogo, un esame delle strategie narrative di Joyce mira a gettare luce sul senso di paralisi e di agenzia limitata sperimentato sia da Eveline che dal lettore. In secondo luogo, il paper esplora come la rappresentazione dell’emigrazione priva di retorica di Joyce e l’angoscia suscitata dalla lettura del racconto siano di stimolo agli scrittori di racconti ancor’oggi. Esempi significativi di riscritture contemporanee di “Eveline”, in ambito irlandese, sono “Emma Jane” di Éilis Ní Dhuibhne (2004-5), “The Parting Gift” di Claire Keegan (2007) e “Evelyn” di Donal Ryan (2014). Questi racconti, ambientati nell’Irlanda del XXI secolo, forniscono nuove prospettive sulla migrazione e i processi decisionali sottostanti, mostrando l’influenza duratura e la contemporaneità dell’opera di Joyce nel contribuire a una comprensione sfumata della loro complessità. Al contempo, rivelano il nostro aggrapparsi alla possibilità, anche minima e talvolta illusoria, di muoverci oltre la stasi.
22-mar-2024
Eveline; James Joyce; riscritture; migrazione femminile; Claire Keegan
Settore L-LIN/10 - Letteratura Inglese
Geolitterae
CHAIN Criminal hero
Università degli Studi di Milano
https://geolitterae.unimi.it/2024/02/29/convegno-alla-fine-del-mondo-e-oltre/
Oltre la paura di vivere? Un percorso tra le riscritture in forma breve di Eveline di James Joyce / E. Ogliari. ((Intervento presentato al 1. convegno Alla fine del mondo e oltre: migrazioni geografiche e testuali tenutosi a Milano nel 2024.
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