L’argomento videoludico ha sempre creato un certo imbarazzo nel dibattito pubblico italiano – per non parlare di quello accademico. Con echi non trascurabili nella vicenda cinematografica d’inizio secolo scorso, il videogioco è stato a lungo guardato con sospetto, trascurando in modo pressoché assoluto la sua plurima componente artistica e le conseguenze estetiche della sua natura interattiva. All’indomani dell’approvazione del “First Playable Fund”, voluto dal Ministero dello sviluppo economico – e non a caso seguito da copiose uscite videoludiche a opera di sviluppatori nostrani – occorre che la musicologia popular italiana si dimostri abbastanza radicalmente “popolare” da interessarsi alla dimensione musicale della forma di intrattenimento mediatico spesso trattata come, appunto, la più “popolare” di tutte, instaurando finalmente un dialogo con quella disciplina che ormai da anni costituisce una delle più vibranti comunità di giovani studiosi sul suolo internazionale: la ludomusicologia. In questo intervento presenterò brevemente alcuni dei principali progressi della disciplina, per poi soffermarmi su un argomento specifico a partire da un recentissimo esempio italiano: Soulstice (2022). Sviluppato dagli italiani di Forge Reply, il gioco è un esplicito tributo a franchise giapponesi come Nier, Devil May Cry e Bayonetta. Mostrerò come i rimandi non si fermino certo al livello del gameplay, ma si spingano fin sul piano della musica, mettendo in evidenza la presenza di uno dei tratti della musica videoludica giapponese che sto mettendo al centro di una delle mie attuali linee di ricerca, ovvero il suo singolare tipo di eclettismo che unisce la tradizione orchestrale di musica per film con le più disparate sonorità popular. Spero che questo tema possa illustrare ai presenti quanto gravido di spunti di ricerca possa essere un ambito di studi finora trascurato nel nostro Paese – nonché suscitare considerazioni e suggerimenti sulle direzioni che la mia ricerca in corso potrà prendere.
First Playable Research: Per una ludomusicologia italiana / M. Merlini. ((Intervento presentato al convegno Giovani_fuori_classe tenutosi a Torino nel 2023.
First Playable Research: Per una ludomusicologia italiana
M. Merlini
2023
Abstract
L’argomento videoludico ha sempre creato un certo imbarazzo nel dibattito pubblico italiano – per non parlare di quello accademico. Con echi non trascurabili nella vicenda cinematografica d’inizio secolo scorso, il videogioco è stato a lungo guardato con sospetto, trascurando in modo pressoché assoluto la sua plurima componente artistica e le conseguenze estetiche della sua natura interattiva. All’indomani dell’approvazione del “First Playable Fund”, voluto dal Ministero dello sviluppo economico – e non a caso seguito da copiose uscite videoludiche a opera di sviluppatori nostrani – occorre che la musicologia popular italiana si dimostri abbastanza radicalmente “popolare” da interessarsi alla dimensione musicale della forma di intrattenimento mediatico spesso trattata come, appunto, la più “popolare” di tutte, instaurando finalmente un dialogo con quella disciplina che ormai da anni costituisce una delle più vibranti comunità di giovani studiosi sul suolo internazionale: la ludomusicologia. In questo intervento presenterò brevemente alcuni dei principali progressi della disciplina, per poi soffermarmi su un argomento specifico a partire da un recentissimo esempio italiano: Soulstice (2022). Sviluppato dagli italiani di Forge Reply, il gioco è un esplicito tributo a franchise giapponesi come Nier, Devil May Cry e Bayonetta. Mostrerò come i rimandi non si fermino certo al livello del gameplay, ma si spingano fin sul piano della musica, mettendo in evidenza la presenza di uno dei tratti della musica videoludica giapponese che sto mettendo al centro di una delle mie attuali linee di ricerca, ovvero il suo singolare tipo di eclettismo che unisce la tradizione orchestrale di musica per film con le più disparate sonorità popular. Spero che questo tema possa illustrare ai presenti quanto gravido di spunti di ricerca possa essere un ambito di studi finora trascurato nel nostro Paese – nonché suscitare considerazioni e suggerimenti sulle direzioni che la mia ricerca in corso potrà prendere.File | Dimensione | Formato | |
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